Ringraziamenti
Non ricordo di essermi mai divertita tanto a scrivere un libro come La via del male. Ed è strano, non soltanto per il suo tema cruento, ma anche perché raramente sono stata impegnata come negli ultimi dodici mesi, durante i quali sono dovuta passare da un progetto all’altro, che non è il mio modo preferito di lavorare. Nondimeno, ho sempre considerato Robert Galbraith il mio personale parco giochi, e anche stavolta non mi ha delusa.
Devo ringraziare la solita squadra che fa in modo che quella che è stata la mia identità segreta continui a essere un divertimento: il mio impareggiabile editor David Shelley, che fino a oggi è stato padrino di quattro dei miei romanzi e che rende quantomai gratificante tutto il processo dell’editing; il mio meraviglioso agente e amico Neil Blair, che è stato il primo vigoroso sostenitore di Robert; Deeby e SOBE che mi hanno consentito di saccheggiare i loro cervelli militari; l’Uomo della Porta sul Retro, per ragioni che è meglio non svelare; Amanda Donaldson, Fiona Shapcott, Angela Milne, Christine Collingwood, Simon Brown, Kaisa Tiensu e Danni Cameron, senza il cui duro lavoro non mi sarebbe mai rimasto tempo sufficiente per fare il mio, e il dream team di Mark Hutchinson, Nicky Stonehill e Rebecca Salt, senza i quali sarei, sinceramente, un catorcio.
Un ringraziamento particolare alla polizia militare che mi ha permesso di fare una visita avvincente alla 35a Sezione del SIB (UK) RMP (Servizio investigativo della Regia polizia militare inglese) nel Castello di Edimburgo. Devo anche ringraziare le due poliziotte che non mi hanno arrestata per aver fotografato l’area di un impianto nucleare a Barrow-in-Furness.
A tutti i parolieri che hanno lavorato con e per i Blue Öyster Cult, grazie per aver scritto canzoni così belle e per avermi permesso di usare alcune delle vostre parole in questo romanzo.
Ai miei figli, Decca, Davy e Kenz: vi amo oltre ogni dire e voglio ringraziarvi per essere sempre così comprensivi ogni volta che il fuoco della scrittura è particolarmente vivo.
Da ultimo e soprattutto: grazie a te, Neil. Nessuno mi ha aiutata di più per questo libro.