ANNA

Nella biblioteca della camera azzurra ci sono i primi libri scritti da mia madre. Tre volumetti per bambini sulla mitologia greca e romana. Per uno di essi aveva vinto una borsa di studio e se n’era andata a scrivere a Egina. Mi aveva portata con sé, dovevo avere otto o nove anni. Mi ricordo il Pireo, il Flying Dolphins, il porto dove i polpi seccavano appesi a un filo.

Durante il giorno, mentre scriveva, mi lasciava sulla spiaggia. La sera rileggevo il suo lavoro da dietro la sua spalla. Dovevo dirle se capivo tutto, se la lingua era appropriata per la mia età, se bisognava sostituire una parola con un’altra. Sentivo una bella responsabilità! Un giorno le ho detto che mi piaceva molto la storia di Orfeo, ma che era troppo triste. Ho chiesto: «Puoi cambiare la fine?». Lei ha riso scuotendo la testa. Al momento non ho capito perché. Non si è padroni delle storie che si raccontano?