MARIE

Avevi prescritto una regola ferrea: niente menzogne, niente gelosia. Perché ho incominciato questa lettera parlando di tua moglie?

Non sono gelosa. Non ho alcun merito a non esserlo. Il grande vantaggio di questa relazione è che escludeva ogni tipo di concorrenza. Tu eri il mio primo amore, io per te ero l’ultimo. Avevo un posto a parte. Da nessuna parte, forse. Ma, non essendo da nessuna parte, sfuggivo alla normale classificazione. È questo che volevo?

M’interrogo sulla profonda insicurezza di questo «tipo» femminile che comunemente viene chiamato «Lolita». Molti dei cliché che la riguardano non mi convincono. Lolita non è soltanto la ragazzina preda del complesso di Edipo. È un personaggio talmente orgoglioso e così poco sicuro di sé da chiamarsi fuori dal gioco.

«Sono in-comparabile», dice Lolita. «Lo vedete bene. A diciotto anni vado a letto con Heidegger…»

Di fronte alle donne, la nostra relazione è meravigliosamente rassicurante: sono (forse) la rivale di tutte, ma nessuna può rivaleggiare con me.

A diciotto anni – hai scrupolosamente aspettato che li compissi prima che diventassimo amanti – non rappresento soltanto, per la tua famiglia, la donna da distruggere, il «tornado biondo» che ha fatto irruzione nella vostra coppia. Sono anche quella che scatena l’odio delle altre donne.

Ricordi? Le ragazze della mia classe, quelle che come me erano state tue allieve, erano furiose nei miei confronti. Perché mi avevi scelta? Perché io? Non è che tutte mi invidiassero, ma la nostra relazione scavava fra me e loro un fossato che appiattiva i loro amori, li rendeva banali e modesti. Ti ricordi di Stefa, la mia migliore amica? Stefa ha sinceramente tentato di tollerare la situazione, e anche di capire. Ma non ce l’ha fatta. È arrivato un momento in cui ha scelto di allontanarsi.

Per non dire delle altre donne. Scioccate, scandalizzate, attonite, risentite, disgustate… Penso a Suzanne – «Signora Madre», come la chiamavi tu… Non è molto difficile mettersi nei panni di questa graziosa quarantaduenne che si vede capitare in casa un uomo più vecchio di lei, più vecchio del proprio marito, «di una classe sociale inferiore» (Suzanne dixit), il quale pretende tranquillamente di prendersi sua figlia come amante!