ANNA

Arrivando, ho ascoltato i rumori della notte. Strida, fischi, fruscii d’ali. Quando ho spento i fari, mi sono trovata immersa in un buio totale. Un buio che in città ci siamo dimenticati. Ho aperto la casa a tastoni. Riconosciuto il suo odore. Un misto di cera e vacanze. Nell’ingresso, un messaggio di Suzanne, felice che sia venuta qui in campagna a ripassare gli esami di medicina. «Letto preparato nella camera di tua madre.»

Ho riconosciuto le lenzuola con le iniziali intrecciate, quelle di cui mi piace sentire il peso sulle gambe. Fuori continuava a risuonare quel vago stridore. Grido o presagio? Annuncio di una fine o di un inizio?