29. IL PALAZZO DI ATLANTE (III)
Come si sentono i cavalieri del Furioso imprigionati nel palazzo?
Li ho immaginati consapevoli dell'illusione per analogia con Federico. Ma ora mi chiedo se invece Federico non sia il mago e noi – io, Clara, i bambini – le vittime dell'incanto. Fantasmi dell'eterno presente che non sarà mai passato.
Ecco come mi si rivela la Sinfonia n.3 dopo notti di incubi in cui ho creduto di non essere reale. Tutto avviene sempre e in un solo istante, il piano diacronico si comprime su quello sincronico, imprigionando l'ascoltatore nell'attimo presente, condannato per 35 minuti a rivivere la storia di tre adolescenti innamorati compressa in una sin-fonia, una simultaneità di suoni senza un inizio e senza una fine.
I 35 minuti sono una mia scelta simbolica.
Per sua natura, l'opera di Federico potrebbe sostenersi in eterno, e credo che questa sia la sua vera intenzione. Lo immagino aggirarsi per le stanze del suo Palazzo incantato, ascoltando all'infinito la sintesi della sua storia personale, seguendo i fili delle melodie attraverso i corridoi della memoria.
Per consentire l'esecuzione ho scelto di concludere l'opera al compimento degli anni di Federico (e miei, e di Clara).
Trentacinque: come Dante quando varca la porta dell'Inferno.