SHYLOCK -
Signor Antonio, non so quante volte
a Rialto m’avete dileggiato
perché presto danari ad interesse.
Io l’ho sempre voluto tollerare
con un paziente gesto di spallucce;
perché la tolleranza è la divisa
di tutti quelli della mia tribù;
mi date in pubblico del miscredente,
cane strozzino, e sputate schifato
sopra la mia gabbana di giudeo.
E tutto questo per l’uso ch’io faccio
di ciò ch’è mio. Ebbene, ecco che adesso
voi avete bisogno del mio aiuto,
a quanto pare - ma guardate un po’! -
e venite da me, e mi dite: “Shylock,
vorremmo avere da te del denaro”.
E siete voi che dite questo, voi,
che avete sempre schizzato saliva
sulla mia barba, cacciandomi a calci
come un cane rognoso accovacciato
davanti all’uscio della vostra casa.
E ora mi chiedete del denaro!
Che vi devo rispondere?
Non credete che vi dovrei rispondere:
“Ha del denaro un cane come me?
È mai possibile che un can rognoso
ha tremila ducati da prestare?”
O credete ch’io faccia un grande inchino,
ed in tono da uomo sottomesso,
col fiato rotto ed umil sussurrando
debba rispondervi: “Gentil signore,
mercoldì scorso mi sputaste addosso,
tal altro giorno mi prendeste a calci,
un’altra volta mi chiamaste “cane”,
ed in cambio di tante gentilezze
vi presterò tutti questi denari”?