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La vita di Muhammad
Quando iniziai a raccogliere i testi del Corano, mi resi conto di una cosa: non si può capire il Corano se non si capisce Muhammad.
Io stesso ho scoperto un nuovo Muhammad mentre lavoravo al Libro.
Prima vedevo in lui un sognatore, un gaudente, un amante delle donne e un condottiero che correva rischi incredibili.
Solo quando ho messo per iscritto i suoi racconti ho visto in lui un uomo, un uomo pieno di curiosità. Prima di allora l’avevo sempre considerato un padre, un padrone, un capo militare, un profeta. L’uomo Muhammad era una mia scoperta e volevo mostrarlo al mondo.
Sapevo che con il tempo altri avrebbero aggiunto molte cose alla storia della sua vita e forse ne avrebbero tolte molte. Così mi dissi: “Zayd, scrivi la storia di Muhammad!” all'epoca di Omar, quando il Corano da me composto non poteva essere reso pubblico, presi la borsa, balzai sul mio cavallo e mi misi in viaggio, questa volta per raccogliere frammenti della vita di Muhammad. Un compito che con ogni probabilità mi avrebbe impegnato fino alla fine dei miei giorni.
Per ricostruire i suoi anni giovanili dovevo tornare alla Mecca di un tempo, al luogo dov’era nato.
Descriverò gli usi e le condizioni che regnavano nella Mecca della sua infanzia. Parlerò soprattutto della Ka’bah, dov’erano custoditi gli idoli.
In realtà la vita di Muhammad era contrassegnata da un unico sogno: abbattere gli idoli e purificare la Ka’bah per donarla come casa ad Allah.
Quindi, se voglio parlare di Muhammad, devo cominciare dalla Ka’bah e dagli idoli. O meglio: dalla città della Mecca.