16
Il soggiorno di Muhammad nel caravanserraglio
Ormai i loro figli avevano un’età per cui Khadija era in grado di mandare avanti la famiglia da sola.
Muhammad, da parte sua, aveva assunto dei mercanti esperti in grado di dirigere gli affari in sua assenza. Così aveva le mani libere per fare lunghi viaggi. A volte stava via anche due mesi. allora rispediva la carovana con le mercanzie alla Mecca e si fermava da solo in un famoso caravanserraglio nel territorio di confine con l’Impero persiano. Questo caravanserraglio si trovava sul a Via della seta.
Era il suo posto preferito. Anni dopo, quando ero ormai grande e Muhammad mi portava con sé, vi trascorremmo insieme tre settimane.
Fu un’esperienza indimenticabile. In quel posto arrivavano mercanti da ogni angolo del mondo. Erano i mercanti più importanti, ricchi e potenti del loro tempo. Da quel caravanserraglio non passavano solo gli uomini d’affari più anziani ed esperti di Yazd, la città natale del profeta persiano Zarathustra, ma anche mercanti greci e indiani, che avevano compiuto un lungo viaggio a dorso di cammello.
Quei mercanti non venivano solo per commerciare, volevano viaggiare, volevano vedere il vasto mondo. E quelli erano i viaggi più importanti della loro vita. Così scoprivano cosa succedeva negli altri paesi, incontravano genti di altre civiltà e si scambiavano esperienze.
Oltre ai mercanti, in quel caravanserraglio si fermavano anche molti scienziati, poeti, astronomi e avventurieri. Arrivavano lì, si incontravano e discutevano tra loro. Molti parlavano diverse lingue, altri si procuravano un interprete sul posto.
Di giorno i mercanti si concentravano sugli affari. Esponevano le loro mercanzie per terra per far vedere a tutti ciò che avevano portato.
Era un’esperienza meravigliosa, tutta quella varietà di prodotti mai visti prima: stranissime statue d’ottone portate dai greci, una stupefacente carta da scrivere che gli indiani avevano comprato in Cina, nuovi badili e zappe in ferro che gli artigiani bizantini mettevano in vendita per la prima volta. E poi collane di perle, bracciali d’oro, tappeti persiani e tanti tipi di spezie, frutta secca e pelli di animali.
Al calar della sera, dopo che tutti avevano mangiato nelle loro tende, era il momento di nuovi scenari magici. Gli uomini si sedevano per terra formando decine di cerchi. alla luce delle torce, i domestici giravano servendo tè appena fatto, i venditori di leccornie offrivano dolciumi freschi e si accendevano le pipe.
In un cerchio si suonava musica, in un altro danzavano belle schiave. In un terzo cerchio si mostravano scimmie e serpenti, ma poco più in là, sul lato silenzioso del caravanserraglio, i dotti filosofavano sul e loro nuove concezioni del mondo. Si discuteva anche dei testi della Bibbia, della Torah e dell'Avesta di Zarathustra. I poeti recitavano le loro ultime poesie e gli astronomi disegnavano per terra la volta celeste in diversi colori, basandosi sul e loro nuove scoperte.
Se fosse stato per lui, Muhammad non sarebbe più tornato a casa.
Ascoltava curioso gli scienziati e gli astronomi e discuteva dei testi degli antichi profeti. Si beava dei versi dei poeti.
Una volta a casa, poteva contare su alcuni giorni di litigi. “Dov’eri finito, Muhammad?” urlava Khadija. “Cosa c’è, non hai più bisogno di noi? O forse ti sei dimenticato che hai anche una moglie e dei figli? O magari pensi: l’impresa non è mia, ma della famiglia di mia moglie?” Poi tornava la quiete. Muhammad andava al lavoro e rincasava in orario, ma si vedeva che qualcosa era cambiato in lui. Era diventato più taciturno e il suo sguardo aveva acquisito una nuova profondità. Era dimagrito e gli erano comparse delle rughe sul viso.
“Che cos’hai, Muhammad?” sentivo che gli chiedeva Khadija.
Lui taceva. Era come gettare un sasso nell'acqua immobile di un lago.