Capitolo cinquantasette

 

 

L’istante in cui Ethereal scoprì la sua vera identità, Cate spense il portatile. Per precauzione abbassò lo schermo, capovolse il computer e tolse la batteria. Poi cominciò a camminare con fare circospetto intorno al letto su cui era appoggiato il PC, quasi fosse una scatola magica in cui era intrappolato un genio malvagio.

Il suo cellulare vibrò per l’arrivo di un messaggio di Holly. “Cate, tutto bene?”.

“In che senso?”.

“Guarda Facebook”.

Con il cuore in gola, aprì la pagina di Facebook sul telefonino. Stando alla bacheca, Cate aveva appena organizzato un evento.

Cate Taddei ha invitato 198 persone a una festa per scambisti che si terrà OGGI all’Hilton Stucky. Stanza 696.

C’era un’immagine sgranata: la foto di lei e Riccardo. “Merda”. Andò su “Generale” e poi su “Elimina”.

Cate Taddei ha rimosso un evento.

Le arrivò una chiamata da un numero sconosciuto. Una voce lenta e cortese le disse: «Buona sera. Impresa funebre Pavanello di Cannaregio. Le porgo le mie più sentite condoglianze…».

«Per cosa?», domandò.

«Per la triste dipartita della sua sorella gemella, Rita Taddei. Ci hanno chiamati per occuparci dei preparativi».

«È solo uno stupido scherzo», disse, interrompendo subito la chiamata. Ricaricò la pagina di Facebook e si ritrovò sulla sua bacheca.

RIP Cate Taddei…

Era riuscito a trasformare il suo profilo in un elogio funebre.

Le parole non bastano a esprimere la tristezza che proviamo per la perdita di uno dei membri più attivi di Sposati e Discreti. Un capitano dei carabinieri che amava divertirsi, con e senza uniforme. Condividi i tuoi ricordi di Cate qui.

Il primo commento era di Ethereal.

Ammettiamolo. Il capitano Cate non spiccava certo per intelligenza. Non stupisce che la sua stupidità sia diventata leggendaria perfino in caserma. I suoi colleghi si ricordano ancora di quella volta in cui la videro fissare dei cartoni di succo d’arancia. Quando le chiesero il motivo, rispose: «Sull’etichetta c’è scritto “concentrati”».

Quando un sottoposto le disse che non c’era più spazio nell’archivio, Cate gli diede il permesso di disfarsi di tutti i documenti vecchi, a patto però che prima ne facesse delle fotocopie.

«Oh, grandioso», borbottò. Mentre stava leggendo quelle battute idiote, Ethereal aveva continuato a darsi da fare. Il suo cellulare tornò a vibrare. Le era arrivato un messaggio automatico della banca.

“A causa di sospettata attività fraudolenta, il suo conto è stato bloccato”.

Sentendosi sprofondare, controllò le email. Come immaginava, Ethereal aveva violato anche la sua posta elettronica. Non solo aveva ripristinato il suo account di Sposati e Discreti, ma aveva impostato il profilo su “Pubblico”. Cinque o sei uomini e due donne le avevano già scritto chiedendole un appuntamento.

L’ultima email proveniva da noreply@ethereal.com.

Ci stiamo già divertendo?

Rifletté. Non c’era più nessuna ragione di preoccuparsi del portatile, ormai aveva preso tutto quello che gli serviva. Rimise la batteria, l’avviò e andò dritta su Carnivia. Nonostante l’interfaccia fosse stranamente lenta e procedesse a scatti, Cate ci impiegò solo pochi minuti per trovare il bar vicino al mercato.

Entrò e raggiunse l’avatar con la maschera di Pulcinella.

«Che cazzo fai?»

«Scusa, Pulcinella379 sta dormendo. Torna subito».

«Come no!».

«Ah!». Pulcinella si svegliò e si guardò attorno. «Oh, eccoti qua. Qualcosa non va?»

«Lasciami in pace», scrisse inferocita. Come funzionava? Ah, già… le urla si scrivono in maiuscolo. «LASCIAMI IN PACE, VERME».

«Altrimenti?», chiese l’avatar. «Mi metterai le manette?»

«Stai commettendo un crimine. Furto d’identità, uso improprio di dati, molestie…». Lo schermo si bloccò a metà frase.

«Credimi, capitano. Richiedono i miei servigi per cose ben più elettrizzanti», rispose, quando lo schermo di sbloccò. «Ma di sicuro ci darò un taglio».

«Davvero?»

«Sì. Se accetti un appuntamento virtuale con me. Nella stanza qui sul retro c’è una funzione di video chat molto carina. I vestiti sono facoltativi».

«Vorrai scherzare…».

«Sempre. Ma c’è una cosa su cui non scherzo. Hai cercato di fregarmi. Non è stata una mossa intelligente».

D’un tratto, accanto a quella di Ethereal, apparve un’altra voce. «[Cate, ha detto «fregarmi» e non «violarmi»; è un buon segno. A quanto pare non si è accorto che Daniele ha installato un programma infetto sul suo computer]».

«[Chi sei?]».

«[Zara. Non sei entrata con la password da amministratore perciò non riesci a vedermi. E lo stesso vale per lui, chiaramente. Ma il punto è che forse è stato così occupato a infastidirti da lasciarsi sfuggire il trojan di Daniele. Seppur non volendo, hai creato un perfetto condotto spazio-temporale]».

«Allora?», chiese Ethereal. «Affare fatto? Pronta per un piccolo party cibernetico, Cate Taddei?».

Dal portatile arrivava un continuo ronzio. Cate abbassò lo sguardo: il meccanismo di espulsione dei CD faceva aprire e chiudere il compartimento.

«[Tienilo occupato. Cercherò di accedere al trojan da qui, in questo modo vedremo subito se c’è modo di entrare nel suo hardware. Mi ci vorranno alcuni minuti, Carnivia non è mai stato così lento]».

«Forse», digitò Cate, tornando alla conversazione con Ethereal. «Se cominci a comportarti da gentiluomo».

«Mmm. Cosa intendi dire?»

«È da maleducati non farsi vedere, tanto per cominciare. Dal momento che tu mi vedi…».

Sullo schermo si aprirono due finestre. Una mostrava il volto di Cate ripresa dalla webcam, l’altra un ragazzo di circa diciassette anni, magro, pallido, con i capelli corti e rossi. Portava un paio di occhiali spessi e una maglietta con una scritta in cirillico.

«Meglio?», chiese.

«Molto», mentì lei.

«[Cate, ci vorrà ancora qualche minuto]», scrisse Zara. «[Collegamento stabilito. Ora non mi resta che trasferire i suoi dati]».

«Allora, com’è che funziona, Ethereal? Onestamente non sono esperta di appuntamenti virtuali».

«Be’, per prima cosa devi metterti comoda».

«Intendi una cosa tipo prendere un cuscino?»

«Ahahah. No, intendo spogliarti».

Cate continuò a guardarlo con un sorriso plastico. «Prima tu».

Ethereal si tolse la maglietta mostrando un petto esile e glabro. «Tocca a te».

Cate cominciò a sbottonarsi la camicetta il più lentamente possibile. Sotto, indossava un reggiseno nero di Superboom.

«[Trenta secondi]», si inserì Zara.

«E il resto», scrisse lui, impaziente.

«Ah-ah. Tocca a te ora, ricordi?»

Ethereal si alzò e si sfilò i jeans.

«Ehi, tu si che sai come tentare una donna, Ethereal».

«Ora tu. O devo venire a prenderti?»

«Il mio schermo continua a bloccarsi. Credo che ci sia un problema di connessione».

«È questo sito merdoso. Corre voce che abbia perso un altro mirror un paio d’ore fa. Non temere, non ci rovinerà il divertimento».

«Allora chiudi gli occhi. E non aprirli prima di aver contato fino a dieci».

«[Fatto]», scrisse Zara.

«[Grazie a Dio. Conosci qualche modo da perfetto nerd per farci uscire da qui?]»

«[Certo]».

«Ciao, verme».

Un secondo dopo, Cate si ritrovò nella Ca’ Barbo virtuale, e Zara si era materializzata accanto a lei.

Nel giro di un’ora, con l’aiuto di Zara, Cate aveva chiuso gli account di Facebook e di Gmail e aveva inviato un messaggio a tutti i contatti spiegando di essere stata vittima di un hacker. Su consiglio di Zara aveva detto che il pirata informatico aveva messo in circolazione alcune foto ritoccate spacciandole per sue, e chiedeva a chi le avesse ricevute di cancellarle immediatamente.

In questo modo, lo sapeva, avrebbe fatto incuriosire chi non le aveva ancora viste, ma perlomeno aveva un piccola foglia di fico dietro cui nascondersi.

Nel frattempo, Zara aveva esaminato il materiale scaricato dal portatile del ragazzo.

«Come pensavamo», digitò, «è russo. A dire il vero è molto dotato, è più uno script kiddie che un leet, ma se incappa in qualcosa che non sa, si prende la briga di analizzarlo anziché ricorrere a un OTS».

«Non ho la minima idea di cosa tu stia parlando», confessò Cate.

«In parole povere, non è il grande hacker che afferma di essere, ma solo un ragazzino brillante che si diverte a usare i programmi di altre persone. Immagino…».

Dopo una lunga pausa, Zara tornò a scrivere: «Interessante. A quanto pare Ethereal non è stato contattato direttamente dai sequestratori. C’è stato un intermediario, un altro hacker. Il nome non ti dirà niente, ma a noi è familiare: Mulciber».

«Chi è?»

«Un ex socio di Daniele. Cioè, non so se si siano mai incontrati, ma prima della creazione di Carnivia collaborarono a diversi attacchi informatici. Quando Daniele perse interesse in quell’ambito e cominciò a dedicarsi a Carnivia, Mulciber fu uno dei pochi a cui diede il permesso di contribuire alla codifica. Ma i due ebbero degli screzi: Mulciber, insieme ad altri hacker, voleva che Carnivia fosse una specie di ritrovo segreto per leets, Daniele invece voleva limitarsi a crearlo per vedere cosa sarebbe successo. Credo che Mulciber abbia visto il lavoro per i sequestratori come un modo per rovinare Carnivia. Della programmazione di Carnivia ne conosce quanto basta da far credere che sia stato in grado di violare l’intero sito».

«Se voleva rovinare Carnivia, direi che ce l’ha fatta», scrisse Cate. Durante la conversazione con Zara, lo schermo si era impallato diverse volte.

«Aveva ragione Ethereal quando diceva che dipendiamo dall’ultimo server rimasto. Se il CNAIPIC scopre anche questo, scompariremo dalla rete. Ma il loro intervento potrebbe anche non essere necessario: se il numero di visitatori continua ad aumentare, potrebbe saltare tutto per via del volume di traffico».

«Quindi adesso è una gara tra noi e l’ispettrice Pettinelli», scrisse Cate, scherzando, ma neanche tanto.

«Credo di sì. Buona fortuna».

Una gara impari, rifletté Cate, e aggravata dal fatto che l’ispettrice Pettinelli sapeva benissimo dove voleva arrivare – nonostante fosse fuori strada – mentre Cate e il resto dei carabinieri stavano ancora brancolando nel buio.

Profanato
titlepage.xhtml
OEBPS_collana.html
OEBPS_colophon.html
OEBPS_frontespizio.html
OEBPS_profanatoebook-4.html
OEBPS_profanatoebook-5.html
OEBPS_profanatoebook-6.html
OEBPS_profanatoebook-7.html
OEBPS_profanatoebook-8.html
OEBPS_profanatoebook-9.html
OEBPS_profanatoebook-10.html
OEBPS_profanatoebook-11.html
OEBPS_profanatoebook-12.html
OEBPS_profanatoebook-13.html
OEBPS_profanatoebook-14.html
OEBPS_profanatoebook-15.html
OEBPS_profanatoebook-16.html
OEBPS_profanatoebook-17.html
OEBPS_profanatoebook-18.html
OEBPS_profanatoebook-19.html
OEBPS_profanatoebook-20.html
OEBPS_profanatoebook-21.html
OEBPS_profanatoebook-22.html
OEBPS_profanatoebook-23.html
OEBPS_profanatoebook-24.html
OEBPS_profanatoebook-25.html
OEBPS_profanatoebook-26.html
OEBPS_profanatoebook-27.html
OEBPS_profanatoebook-28.html
OEBPS_profanatoebook-29.html
OEBPS_profanatoebook-30.html
OEBPS_profanatoebook-31.html
OEBPS_profanatoebook-32.html
OEBPS_profanatoebook-33.html
OEBPS_profanatoebook-34.html
OEBPS_profanatoebook-35.html
OEBPS_profanatoebook-36.html
OEBPS_profanatoebook-37.html
OEBPS_profanatoebook-38.html
OEBPS_profanatoebook-39.html
OEBPS_profanatoebook-40.html
OEBPS_profanatoebook-41.html
OEBPS_profanatoebook-42.html
OEBPS_profanatoebook-43.html
OEBPS_profanatoebook-44.html
OEBPS_profanatoebook-45.html
OEBPS_profanatoebook-46.html
OEBPS_profanatoebook-47.html
OEBPS_profanatoebook-48.html
OEBPS_profanatoebook-49.html
OEBPS_profanatoebook-50.html
OEBPS_profanatoebook-51.html
OEBPS_profanatoebook-52.html
OEBPS_profanatoebook-53.html
OEBPS_profanatoebook-54.html
OEBPS_profanatoebook-55.html
OEBPS_profanatoebook-56.html
OEBPS_profanatoebook-57.html
OEBPS_profanatoebook-58.html
OEBPS_profanatoebook-59.html
OEBPS_profanatoebook-60.html
OEBPS_profanatoebook-61.html
OEBPS_profanatoebook-62.html
OEBPS_profanatoebook-63.html
OEBPS_profanatoebook-64.html
OEBPS_profanatoebook-65.html
OEBPS_profanatoebook-66.html
OEBPS_profanatoebook-67.html
OEBPS_profanatoebook-68.html
OEBPS_profanatoebook-69.html
OEBPS_profanatoebook-70.html
OEBPS_profanatoebook-71.html
OEBPS_profanatoebook-72.html
OEBPS_profanatoebook-73.html
OEBPS_profanatoebook-74.html
OEBPS_profanatoebook-75.html
OEBPS_profanatoebook-76.html
OEBPS_profanatoebook-77.html
OEBPS_profanatoebook-78.html
OEBPS_profanatoebook-79.html
OEBPS_profanatoebook-80.html
OEBPS_profanatoebook-81.html
OEBPS_profanatoebook-82.html
OEBPS_profanatoebook-83.html
OEBPS_profanatoebook-84.html
OEBPS_profanatoebook-85.html
OEBPS_profanatoebook-86.html
OEBPS_profanatoebook-87.html
OEBPS_profanatoebook-88.html
OEBPS_profanatoebook-89.html
OEBPS_profanatoebook-90.html
OEBPS_profanatoebook-91.html
OEBPS_profanatoebook-92.html
OEBPS_profanatoebook-93.html
OEBPS_profanatoebook-94.html
OEBPS_profanatoebook-95.html
OEBPS_profanatoebook-96.html
OEBPS_profanatoebook-97.html
OEBPS_profanatoebook-98.html
OEBPS_profanatoebook-99.html