SCIOGLIMENTO DEL SÉ
Quando moriremo, quello che ci siamo abituati
a chiamare «io» si dissolverà
come una goccia di pioggia che cade nel mare.
La goccia di pioggia ritorna al mare.
Il mare è l’eternità che esiste da sempre:
è già iniziato, anche ora, in questa vita.
Il mare raccoglie l’acqua di cui è fatta ogni goccia.
Non è mai stata separata dal mare e mai lo sarà.
MUHO NÖLKE
Il buddismo esorta ad accettare la morte e a non averne paura. Senza dubbio, accettare la propria impermanenza e lasciar andare il proprio corpo e l’idea del proprio io è uno dei compiti più complicati che la dottrina buddista ci affida.
Ma lasciarsi andare fa parte del percorso di liberazione.
Nella splendida citazione tratta dal suo libro Ein Regentropfen kehrt ins Meer (Una goccia di pioggia ritorna al mare), il monaco Muho paragona l’io e l’idea di reincarnazione a una goccia di pioggia che ritorna al mare. Questa metafora ci avvicina all’idea buddista del sé fugace. Da un lato, durante la sua esistenza, l’io sembra tangibile, pare avere una certa individualità, come la goccia di pioggia. Dall’altro, però, è estremamente fugace e si dissolve come la goccia che alla fine ritorna al vasto mare da cui un tempo ha avuto origine e da cui nascono continuamente nuove gocce.
L’idea della reincarnazione, per Muho, «esprime solo una parte della verità: certo, la vita di ognuno di noi non finisce con la morte, ma ciò non significa che l’illusione dell’io sopravviva. Ciascuna goccia esiste soltanto una volta. Dissolvendosi nel mare, sparirà per sempre. Ma l’acqua di cui è fatta continua a esistere. Ne nasceranno nuove gocce. Ancora e ancora».
Allo stesso modo, la dissoluzione del nostro io fa parte del ciclo infinito di vita e morte, che termina solamente quando raggiungiamo il Nirvana.