RENDERE SOPPORTABILE IL DOLORE FISICO
Se la tua mente diventa solida come roccia
e rimane salda in un mondo in cui tutto si muove,
allora la mente sarà la tua migliore amica
e nessuna sofferenza ti toccherà.
BUDDHA
Ogni uomo è esposto al dolore fisico in momenti diversi della sua vita. Alcuni lo incontrano di rado, mentre altri ne sono afflitti spesso e in maniera intensa. La percezione del dolore può variare molto da persona a persona: c’è chi trova insopportabile un banale mal di testa e chi invece tollera relativamente bene sofferenze molto più gravi.
Una ricerca ha dimostrato che l’anticipazione del dolore gioca un ruolo cruciale nel modo in cui esso viene percepito a livello individuale. In un caso, per esempio, i partecipanti a uno studio sono stati esposti a impulsi dolorosi sul braccio, dei quali sono poi stati chiamati a valutare l’intensità. Il giorno dopo, gli stessi soggetti sono stati informati preventivamente se l’impulso sarebbe stato debole o forte. Il risultato sorprendente è che quelli che si aspettavano un impulso debole ma ne hanno ricevuto uno forte, hanno dichiarato di aver percepito un dolore di scarsa intensità. E lo stesso si è verificato nel caso opposto. A chi è stato preannunciato che avrebbe sentito molto male lo ha confermato nella sua valutazione, anche se di fatto è stato esposto a un impulso debole. L’anticipazione del dolore, dunque, ha influito sull’esperienza personale dei partecipanti allo studio. Se prevediamo un evento doloroso, la nostra percezione soggettiva lo acuirà rendendolo quasi intollerabile. Se non sappiamo quanto intenso sarà il dolore o quanto a lungo durerà, lo affrontiamo peggio che nel caso opposto. Sentimenti come la paura o la disperazione, uniti al malessere fisico, possono avere un impatto decisamente significativo sulla qualità della nostra vita. E questo vale soprattutto per il dolore cronico.
Il buddismo ci offre preziosi suggerimenti su come modificare il nostro atteggiamento per non essere più vittime del dolore. Il consiglio pratico consiste nell’accettarlo e osservarlo coscientemente attraverso la meditazione, senza cercare di lottare contro di esso. In uno stato di profonda consapevolezza possiamo percepire il dolore come pura energia, come qualcosa di esterno a noi. Se questo accade, l’identificazione con la sofferenza può essere interrotta. Il monaco buddista dello Sri Lanka Bhante Henepola Gunaratana spiega che, durante la meditazione, il dolore può essere percepito come un flusso di energia. Si perde la coscienza della propria individualità e di conseguenza l’idea di essere un soggetto sofferente. Se cambiamo il nostro atteggiamento nei confronti del dolore, possiamo considerarlo come un’entità separata da noi. Così prendiamo le distanze dalla sofferenza fisica e non le permettiamo più di controllarci.
Lo spunto per l’esercizio descritto di seguito viene dal libro L’arte della meditazione scritto da Matthieu Ricard. Può aiutarci ad alleviare il dolore e a percepirlo come meno stressante.
LUCE CURATIVA
Scegliete una posizione comoda da seduti o da sdraiati, e iniziate a inspirare ed espirare regolarmente.
Adesso concentratevi e immaginate una luce radiosa che fluisce insieme al vostro respiro nella zona del corpo dolorante.
Lasciate che essa si insinui nelle profondità del dolore fino a riempirlo del tutto. Godetevi questo meraviglioso balsamo di luce e immaginate che riesca a dissolvere gradualmente il vostro dolore.
Irradiate la luce curativa a tutte le parti del vostro corpo dove sentite male e percepite i suoi effetti benefici.
Fatela penetrare a fondo, fino a dissipare la fonte della sofferenza. Sentirete tutto il vostro corpo che si rilassa.
Inspirate e terminate l’esercizio con una lunga espirazione.