L’ipnosi di Tessa W.

TRASCRIZIONE DELLA SEDUTA IN DATA 18 APRILE 1896

IO

Ascolta la mia voce. Ferma gli occhi su un dettaglio della stanza. Quella ragnatela, ad esempio... Non c’è nient’altro: solo quel reticolo bianco e la mia voce. Cerca di contare i fili, seguine il percorso... Tutto il resto non esiste, Tessa, non esiste più niente... Ogni cosa sta entrando come nella nebbia... Ogni parte del tuo corpo adesso è molto pesante, la lasci adagiare sul fondo della mia voce... Non c’è nient’altro che la mia voce... Hai gli occhi molto stanchi: non riescono a restare aperti... E ora la mia mano, passando, li chiuderà...

Passo la mano dall’alto in basso sul viso di Tessa, che chiude lentamente gli occhi.

IO

Adesso io conterò fino a cinque, Tessa... Al mio cinque, tu proverai ad aprire gli occhi, ma non ci riuscirai... E se anche dovessi riuscirci, li sentirai pesanti, tanto pesanti che le palpebre si abbasseranno, di nuovo, da sole... Per te non ci sarà altro che silenzio... Solo silenzio... Uno... Due... Tre... Solo silenzio... Quattro... E cinque...

Silenzio.

Tessa immobile, gli occhi chiusi.

IO

Puoi ascoltare le mie parole, che tuttavia non ti sveglieranno... Hai un corpo che galleggia, sospeso nel niente... E un vento leggero leva in alto il tuo braccio...

Tessa alza lentamente il braccio fino a stenderlo in aria.

Le prendo i battiti del polso. Poi rilascio il braccio che cade di colpo.

Tessa immobile.

IO

Io sto parlando adesso con te, non hai bisogno di nessuna difesa o di nessuna maschera, perché io non voglio niente se non il tuo star bene. Dimmi chi sei.

TESSA

Sono un nome con due gambe sotto, diceva sempre mia madre.

IO

Riconosci questo luogo?

TESSA

È qui che rubano gli anelli, e non solo gli anelli. Rubano i nomi, rubano i pensieri.

IO

E sai perché ti trovi qui?

TESSA

Perché non voglio vedere. E qui si può non farlo. Perché non voglio più dire, non voglio sentire, e qui si può non farlo.

IO

Cosa ti nascondi, Tessa?

TESSA

Ho pensieri senza briglia, per la testa. Stanno nel vuoto: così, sospesi... Vengono fuori dalla nebbia, emergono quando vogliono... E io non posso farci niente: sono in mano loro. Comandano.

IO

Cosa ti comandano?

TESSA

Molte cose... Se i pensieri prendono l’assalto, non mi posso ribellare.

IO

Tu puoi mettere ordine: i pensieri ti appartengono, sono loro a servire te, non viceversa. Tu puoi mettere ordine.

TESSA

Non esiste ordine: il filo è spezzato. Dubitare. Non fidarmi. Di me non posso fidarmi. Io sono in bilico. Io sono in bilico. Io sono sempre in bilico.

IO

La tua testa ha preso la strada sbagliata a un bivio, tu hai perso la rotta. Devi solo tornare al punto di partenza.

TESSA

Non saprò mai chi ero prima, l’io di prima è svanito.

IO

Adesso ascolta... Sei in una grande spianata bianca: intorno a te non c’è niente e nessuno. In lontananza però vedi prendere forma a un bosco. Lentamente il bosco si avvicina. Puoi distinguere gli alberi. Puoi distinguere i rami. Li vedi?

TESSA

Li vedo.

IO

E il sentiero? Puoi vederlo ancora fra gli alberi?

TESSA

Penso che potrò nascondermi là sotto...

IO

Nasconderti? Da chi ti devi nascondere?

TESSA

Dagli altri che giocano.

IO

Sei una bambina, quindi? Stai giocando?

TESSA

Non devo farmi trovare. Scenderò là sotto. Scenderò là dentro.

IO

Scenderai nel bosco?

TESSA

Non devo scendere là sotto: la scala scende giù ripida.

IO

La scala?

TESSA

Non devo scendere là in basso: mi farò male se cado, la scala va giù dritta.

IO

Prendi un respiro. Niente è reale, io ti tengo per mano, non sei sola. Dimmi cosa vedi.

TESSA

Spingo la porta: c’è buio, la scala scende giù... la legna è tutto intorno, la tengono qui: tronchi, rami, stecchi. Un gradino. Un altro. Un altro ancora. Scendo.

IO

Non senti emergere da lontano un suono? Io posso avvertirlo, lo sento. Assomiglia a un cane.

TESSA

Non sento niente... Non devo sentire niente... Non dovrei scendere qui... Solo i grandi scendono giù dove sta la legna...

IO

Prendi la mia mano: non sei sola.

TESSA

Sento delle voci. Lui è là.

IO

L’uomo con le viole?

TESSA

Grida, lo sento gridare, dice “Cagna! Striscia! Cagna!”. Lui è là... Le viole, il violino... (la paziente è sempre più concitata) Viole, violino, viole, violino... “Può testimoniare che l’imputato è un uomo violento?”... Violino, viole, violette, violento, viole...“ Può testimoniare che... (la paziente, gridando, si alza, spalanca gli occhi) ...“Cagna! Striscia! Cagna!”...

IO

Non c’è più niente, Tessa!... Non c’è più niente... Questa è la realtà, non stai più sognando... Questa è la realtà, Tessa. Questa è la realtà. Questa è la realtà.

L'interpretatore dei sogni
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