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Il secondo giorno invece ecco l’Orrido Sortino. Mica ce lo aspettavamo, il supplente. Chi avrebbe osato immaginare che Gentili, immortale professore di storia e filosofia della sezione F, potesse lasciarsi abbattere da un ictus? Invece BUM! Un fulmine nel cielo di quegli occhietti azzurrissimi da vecchiaccio. Erano gli inizi di settembre, e a sentire quelli di quarta e di quinta Gentili non sarebbe rientrato perché ormai parlava storto. Qualcuno gli aveva fatto visita in ospedale o addirittura a casa, notizie affidabili, tipo: Biscotti avvelenati: si rimetta, prof!
Ma insomma, la cerimonia dell’accoglienza entusiasta per l’Orrido è stata la conseguenza naturale di quel BUM! Storia e filosofia è una novità del terzo, e inaspettatamente la novità che ha messo piede in aula non aveva le sembianze dell’attempato mastino di cui nei corridoi, nei bagni, nei conciliaboli alle panchine in cortile si enumeravano famigerate leggende, come l’estasi tetra di leggere i biglietti intercettati, o peggio sorprendere gli studenti che violavano il divieto di cellulare recitando pubblicamente il contenuto degli sms. Inoltre l’Orrido non solo dimostrava una ventina d’anni meno della maggioranza dei nostri altri docenti, ma ricordava il genere disinvolto tipo mio fratello Dario: maschio che vuol farti credere di aver indossato i primi vestiti a portata di mano e invece si capisce che dietro c’è ragionamento. Selezione. Voglia di moda. Gusto. Quindi sì, ci ho sperato. Per poco: “Ho proposto un esperimento, e i miei colleghi non si sono detti contrari. Trovo che i banchi disposti singolarmente siano diseducativi, dunque li affiancheremo. A due a due. E forse, più in là, a tre a tre. In questo modo, dopo la solidarietà, sperimenterete la democrazia.”
E fin qui poco importava sia a me che al resto della classe: c’era chi non aveva idea di cosa andasse blaterando e chi, intuito il senso generale, non protestava perché dopo aver vissuto per due anni su un’isoletta solitaria, un’isoletta raddoppiata può apparire come un miraggio. Io fantasticavo di spartire la mia con Evelina. Che è quella che preferisco. La meno stronza. Purtroppo ho abbandonato ogni speranza quando l’Orrido ha specificato: “In questo quadrimestre parte dei vostri voti nelle mie materie dipenderà dal rendimento di coppia. Ciascuno farà del suo meglio, e qualora un membro della coppia avesse difficoltà, il compagno sarà chiamato ad aiutarlo.” E soprattutto: “Ho qui dei bigliettini numerati.”
Ghignava. Cavando dalla borsa di pelle sdrucita la busta che custodiva i bigliettini numerati non la smetteva di ghignare. E in quel momento avrei scommesso la mia narice destra che tutti i torturatori del mondo fossero capaci della stessa abilità di labbra. E gli spostati. I serial killer. Gli inquisitori. Gli sconosciuti con le caramelle. Gli stupratori. Stanno per farti del male e ghignano. Godimento da potere assoluto. Dominazione. E a me chi doveva capitare?