Un gentiluomo dietro le quinte
Un’ora più tardi sono al telefono con Jeanine, il cui studio legale ha aiutato la Banks Limited in diverse occasioni. «Puoi stendere un contratto?»
«Oh, no. No, no, no, no, no, no», ripete così tante volte che temo si sia inceppata. «Non dirmelo».
«Dai», la prego. «Vedrai, sarà bravo. Potrà anche essere un diamante grezzo ora, ma quando avrò finito con lui, ogni persona mondana della città vorrà la sua compagnia».
«Ne dubito. Ma va bene», sbuffa. «Io ti ho avvisata. Di cosa hai bisogno?».
Abbasso il telefono e chiamo James. «Sono qui con James Rowan, l’uomo di cui ti ho parlato. Ti metto in vivavoce».
«Tecnicamente, non mi hai detto molto di lui. Mi hai mandato una foto delle sue chiappe».
«Di cosa sta parlando?», domanda James in tono duro.
Arrossisco.
«James, ti presento Jeanine, il mio avvocato, che ha appena rinunciato al segreto professionale sbavando su una foto – quella del tuo sedere, pensa te – che le ho mandato qualche ora fa in via del tutto confidenziale».
James inarca un sopracciglio. «Mi hai fatto una foto al sedere?».
Gli rivolgo un’alzata di spalle in segno di scuse.
«Certo», dice con voce sarcastica Jeanine. «Lizzy sa che mi piace vedere le persone con cui lavoro. Ma non solo i sederi. Ci dovremo vedere faccia a faccia».
Storco il naso. Insiste su questo punto solo quando il tizio in questione è figo come James.
«Aspetta», esclamo, premendo il tasto per attivare la videochiamata e sollevando il telefono davanti a James. «Eccoci».
«Carino». Jeanine si concentra su di lui. «Puoi voltarti, così posso vedere la mercanzia?».
Da vero esibizionista, si alza ma io lo spingo a sedere. «Jeanine», la avverto.
«Rilassati, voglio solo vedere se ne vale la pena».
«Certo che sì, bellezza», esclama James appoggiandosi allo schienale della sedia. «Voglio metà dei soldi subito».
«Scordatelo», risponde il mio avvocato.
«Tranquilla, Jeanine».
«Sono io che comando qui, Lizzy», replica Jeanine, che pensa sempre ai miei interessi. «Che esperienze hai, James?»
«Di che genere di esperienze hai bisogno?». Lo sfacciato e impertinente maschio alfa inclina la testa di lato e i suoi occhi si intorbidiscono.
«Mmm… sei fotogenico? Sai recitare?»
«Ma certo, signora».
«Referenze?»
«A bizzeffe». Mi rivolge un sorriso sbilenco. «Controlla pure i miei commenti su YouTube».
«YouTube? Mio Dio», mormora Jeanine. «Lizzy, dacci qualche minuto per lavorare ai dettagli».
«Perfetto».
Discutono del contratto mentre io cammino avanti e indietro nel salotto. Quando hanno finito, sento che James commenta: «Andata».
Sbatto le palpebre. Porca miseria. Ho davvero trovato il volto della nuova linea di abiti della Banks Limited? Questo attaccabrighe barbuto, rozzo e volgare? E da dove diavolo comincio per sistemarlo?
«Abbiamo poco meno di tre mesi, incluso uno per insegnarti le basi della convivenza civile prima di iniziare i nostri giri e le visite ai maggiori acquirenti del Paese. I due eventi più importanti sono la West Coast Fashion Week tra cinque settimane e quella di New York, qualche settimana dopo. Bisognerà scattare anche delle foto a fini pubblicitari. Poi sarai libero».
«Non faccio nulla prima di aver visto i soldi che il tuo avvocato mi ha appena promesso», mi sfida mentre apre il mio frigo e ne estrae un cartone di latte.
Deglutisco a fatica e prendo il libretto degli assegni. «Accetti…». Mi si secca la bocca. Sono nervosa. «Accetti assegni?»
«Assegni, contanti, sesso. A patto che quest’ultimo sia bollente e sfrenato». Mi sta spogliando con i suoi occhi incandescenti e sussulto sulla sedia.
Sesso bollente e sfrenato? Sembra fantastico. Sollevo lo sguardo su di lui. Con quest’uomo, qualsiasi genere di rapporto sessuale sarebbe stratosferico. «Cosa ti ho detto a questo proposito?»
«Sto scherzando, Lizzy».
“Mi ha chiamata Lizzy”. Il cuore salta un battito. Suona bellissimo come il sesso che ha menzionato prima, quello su cui dice di scherzare.
Il sesso di cui ho bisogno.
Il sesso a cui non riesco a smettere di pensare.
IL SESSO CON LUI.
«Ovviamente, se sei interessata, basta che tu lo dica». Beve il latte direttamente dal cartone, poi si pulisce la bocca con la manica e io gli rivolgo un’occhiata minacciosa. «E sì, un assegno va benissimo».
«Perfetto». Meno male che l’ha chiarito. Rimane serio, come se volesse farmi pensare quanto in là potrebbe spingersi, fin dove potrebbe portarmi.
«Ci risentiamo quando l’avrò incassato».
«Aspetta, cosa intendi? Dove pensi di andare? Ricordati, devi far in modo che…».
«Rilassati. Neanche io muoio dalla voglia che si sappia in giro che sono il burattino stipendiato dalla Banks».
«Come faccio a sapere che non mi pianterai in asso? Mi serve qualche garanzia. E non bere dal mio cartone! Cavolo, quanto lavoro mi aspetta!», mi lamento. Sento già crescere i livelli di stress. Gli ho detto di togliersi dalla testa l’idea di venire a letto con me e chiaramente non sta rispettando gli accordi. Sarà ugualmente complicato farlo obbedire ai miei ordini?
James beve un’altra lunga sorsata, chiude il cartone e lo rimette nel frigo; torna verso di me con le mani nelle tasche. Prende un portafogli sgualcito e ne estrae una busta.
«Qui dentro c’è una delle cose che ha più valore per me. Tornerò a prenderla quando avrò incassato il mio mezzo milione».
Prendo il telefono e leggo il messaggio di Jeanine:
JEANINE: Dagli la metà dei soldi, ma non lasciarlo andare prima di avergli dato istruzioni precise. Se è indietro con l’affitto, le bollette o se ha qualche debito, che li saldi. Questo tizio è il volto della tua nuova linea, deve recitare il ruolo. Ci sentiamo dopo.
«Armadietto in alto a destra. Lì ci sono i bicchieri. Per il latte».
Mi ignora e mi porge la busta. Noto nei suoi occhi una serietà che prima non c’era. Prendo la busta e la osservo; sono tentata di aprirla ma mi rendo conto di non averne alcun diritto. La poso con cautela di fianco a me e restiamo a guardarci.
«Quindi siamo d’accordo?», domanda con sguardo deciso.
«Sì». Le mie dita sfiorano le sue, che sono grosse, lunghe e abbronzate, i nostri palmi si toccano mentre ci stringiamo la mano.
È come stringere la mano di un diavolo tentatore, e quell’idea mi spinge a lasciare subito la presa. «Non vedo l’ora di lavorare con lei, signor Rowan».
«Jimmy».
«James».