31
Lulu trascinò le sue vecchie ossa stanche fino alla stanza.
Tutto il suo corpo, la sua mente e la sua anima erano stanchi. Forse era l’adrenalina rimasta dalla confusione nel patio che le filtrava dai muscoli, o forse era il pensiero di affrontare il marito per quella che poteva essere la conversazione più difficile del loro matrimonio. O forse stava solo diventando vecchia, accidenti, e aveva bisogno di abituarsi a sentirsi stanca.
Con un forte sospiro, infilò la chiave magnetica nella porta. Il detective era ancora al piano di sotto a smistare le testimonianze, ma quando Elsie si era fatta avanti, la festa era più o meno finita. Tranne il piccolo dettaglio della fuga di Sydney… insieme alla bambina. Di questo Lulu non sapeva nulla.
Povera Elsie, pensava Lulu. Lei è stata una delle vere vittime di tutto questo. Nessuno, nessun bambino, avrebbe dovuto vedere quello che aveva visto lei. Oppure prendere le decisioni che aveva preso lei.
Lulu spalancò la porta. Le lacrime le spuntarono negli occhi nel momento in cui vide suo marito camminare su e giù davanti alla finestra. Tutti i pensieri del disastro del piano di sotto scivolarono di colpo dalla sua mente.
Pierce sembrava molto preoccupato. Al posto dei suoi soliti pantaloni da sera e di una bella camicia, indossava i jeans e un maglione a maniche lunghe grigio pallido, morbido come burro. L’effetto era stridente. Era davvero fuori di sé, preoccupato di dove fosse Lulu… o di qualcos’altro. Persino i suoi capelli ben pettinati erano scomposti, e sulle guance aveva un accenno di barba. Lo faceva sembrare più vecchio, più rozzo.
Lulu non si sentiva più nervosa con lui. Non era spaventata dal luccichio nei suoi occhi o dalla storia che probabilmente avrebbe cercato di raccontare quando gli avesse chiesto del telefono segreto. Dopo una notte di bugie, Lulu voleva solo la verità.
«Finalmente» disse lui voltandosi, con l’espressione sollevata. «Lulu, ero così preoccupato per te! Hanno detto che potresti essere coinvolta nella morte di un uomo, e non sono riuscito a raggiungerti. Ti ho cercata dappertutto. Che cosa è successo?»
«Mi dispiace» disse lei, con le labbra che tremavano. «Io…»
«Siediti» disse il marito, gentile ma deciso.
Raramente assumeva un tono autoritario, ma quando lo faceva, non si discuteva con lui. Lulu si sedette.
«Dimmi una cosa» sussurrò Lulu, con le spalle che si incurvavano e le mani strette in grembo. «Tra noi è finita, Pierce?»
La reazione di lui non fu abbastanza sorpresa da farla stare meglio. «Non voglio che sia finita tra noi.»
«Ma è così.» La stanchezza si fece sentire più forte. Lulu chiuse gli occhi. «Dimmi la verità. Chi è?»
«Chi?»
«S» disse Lulu. «Ormai avrai capito che ho trovato il tuo telefono segreto. E magari sarò ingenua, Pierce, ma so del cassetto chiuso a chiave nello studio. Degli appuntamenti sull’agenda. Delle riunioni a tarda notte. Dei soldi usciti dal nostro conto. Tutto si ricollega a S. Allora dimmi, chi è?»
«Oh, Lulu.» Pierce scosse la testa, si passò una mano sul viso. «Non è come pensi. Non c’è nessun’altra. Ci sei sempre stata solo tu.»
«Non mentirmi!» Lulu si asciugò le lacrime di rabbia dagli occhi. «Tutto quello che chiedo è la verità. Ho sentito la sua voce, cazzo.»
Pierce rimase perfettamente immobile. Quell’espressione sconosciuta e dura ricomparve sulla sua faccia. Lulu non era abituata a vederlo così e non le piaceva. Le sembrava un estraneo. Come se non lo avesse mai veramente conosciuto, da quando erano sposati.
«Non c’è un modo facile per dirtelo» disse Pierce. «Ma forse se ti faccio vedere…»
«Accidenti, Pierce. Voglio un nome» disse Lulu, alzando la voce. «Se mi lasci, voglio sapere…»
«C’è la possibilità che io venga incriminato, Lulu.» La voce di Pierce risuonò, tersa, in tutta la stanza, come il suono di un flauto in una fredda mattina d’inverno. Accorato, penetrante. Agghiacciante. «La mia azienda è sotto inchiesta da un po’ di tempo ormai.»
«Ma…» Lulu guardò suo marito. «Non capisco. Il tuo telefono segreto…»
«Lo uso per parlare con il capo del mio gruppo di avvocati… Sheila» disse Pierce. «È nella mia agenda degli appuntamenti come S. Non te l’ho menzionata di proposito. Le è stato detto di lasciarti completamente fuori da tutto questo, infatti ha riattaccato quando hai risposto stamattina. Ho fatto tutto il possibile per tenere questo casino fuori dalla nostra vita personale: ecco il perché del telefono, delle riunioni in ufficio, gli appuntamenti di cui non potevo parlarti.»
«Ma il biglietto che ho trovato… Diceva che hai incontrato S in un hotel.»
«Ci incontriamo spesso al bar o al ristorante del Ritz» spiegò Pierce. «Puoi controllare la mia carta di credito: non ci sono spese per camere o simili. Non ti farei mai una cosa del genere, Lulu. Devi capire che non farebbe bene al morale dell’azienda se io incontrassi spesso il mio avvocato in ufficio durante l’orario di lavoro.»
«No, in realtà non capisco… perché non mi hai detto niente. Perché non ti sei fidato di me?» La voce di Lulu uscì più flebile di quanto avrebbe voluto. «Se sei nei guai, ti avrei sostenuto. Sei mio marito, Pierce. Cosa ti ha fatto pensare che avresti dovuto affrontare tutto questo da solo?»
Pierce si sedette, l’espressione dura vacillò mentre prendeva le mani della moglie fra le sue. «Lulu, quello che devi capire è che ti amo più di ogni altra cosa. Gli errori che ho commesso… be’, sono accaduti molto prima di incontrarti. Se avessi saputo quello che so ora… se avessi saputo di poter essere felice come lo sono con te, forse le cose sarebbero state diverse. Ma non lo sono, e non voglio che il tuo nome e la tua reputazione siano macchiati a causa delle mie scelte.»
«Ma io ti amo.»
«E io amo te. Ma non so quanto tempo ci vorrà per l’intero processo. L’indagine è in corso e probabilmente si concluderà con un’accusa.»
«Che cosa significa?»
«Ci sarà un arresto, un gran giurì, l’attenzione dei media…» Fissava intensamente il muro. «Sei una donna meravigliosa, e odio quello che sto facendo a te, a noi. Se l’avessi saputo…»
Pierce aveva preso a non finire le frasi, lasciando che Lulu raccogliesse i pezzi e li mettesse insieme. «Mi stai dicendo che ti metteranno in prigione? Ma è impossibile! Sei un brav’uomo.»
«Sono un uomo imperfetto. Questa è la cosa bella di te: vedi il buono in tutti. Persino in me.»
Lulu alzò la mano, accarezzò la guancia del marito. «Quindi non c’è nessun’altra donna? Sheila è… il tuo avvocato? E le riunioni a tarda notte?»
«Tutto collegato all’indagine. Posso aver detto mezze verità… o peggio, nella mia carriera professionale, ma giuro che non ti ho mai mentito. Sei sempre stata l’unica. Ci sei solo tu.»
Le lacrime le scorrevano sul viso. «Cosa dovevi farmi vedere?»
«Dentro il mio cassetto chiuso a chiave a casa, insieme ad alcuni documenti relativi ai fascicoli del caso, tengo un taccuino» disse Pierce. Le dette un bacio sulla fronte e poi si alzò.
Prese un libriccino nero dalla stessa tasca della valigia dove aveva nascosto il suo telefono segreto e si fermò, tenendolo amorevolmente tra le mani. «Qui scrivo tutte le cose che non riesco a esprimere, tutte le cose che un giorno vorrei riuscire a dirti» esitò di nuovo. «In questo modo, anche se non sarò fisicamente accanto a te nel futuro, ti resterà un pezzetto di me, se lo vorrai, naturalmente.»
«Oh, Pierce» disse Lulu, con la gola stretta dall’emozione. «Ho confessato di aver spaccato il cranio di un uomo stasera… avrei affrontato anche la prigione piuttosto di concepire una vita senza di te!»
«Lulu, tesoro.» Pierce si avvicinò. «Cosa sono queste storie di crani spaccati? Chi mai crederebbe che tu possa fare una cosa del genere a qualcuno?»
«Questo è l’ultimo dei nostri problemi per ora. Perché non me l’hai detto?» sussurrò di nuovo.
«Io…» Pierce si schiarì la gola. «Sono stato solo per molto tempo, Lulu. Per quasi settant’anni sono stato un solitario, ho badato a me stesso, prendendo decisioni che non riguardavano nessuno tranne me. Se soltanto avessi potuto prevedere le conseguenze.»
Lulu capì all’improvviso. «Pensavi che ti avrei lasciato se avessi saputo la verità.»
«Ti sto consigliando di farlo. Vedi, non voglio trattenerti» disse Pierce. «Volevo arrivare al nostro quinto anniversario, per il bene di entrambi, e poi ti avrei spiegato tutto. Te l’avrei detto la prossima settimana. Volevo darti la possibilità di divorziare senza pubblicità prima che le cose diventassero troppo difficili. Non voglio essere un peso per te, Lulu. Ti amo troppo per questo.»
«Tesoro…» Lulu si sentì soffocare dalle lacrime. «Non vado da nessuna parte.
Pierce sorrise tristemente alla moglie prima di consegnarle il libretto e la guardò mentre sfogliava pagine di appunti d’amore, di parole che non riusciva a dire, di sogni che non avrebbe forse mai più realizzato accanto a Lulu. Quando lei alzò lo sguardo, gli occhi umidi e pieni d’amore, scosse la testa.
«Spero che mi dirai di più quando sarai pronto» disse in un mormorio. «E fino ad allora… vieni qui, Pierce. Se ti porteranno via da me, ti prego, almeno godiamoci il tempo che ci rimane.»