Lunedì 19 marzo

01.50 Ufficio del commissario capo

Vivacqua e Santandrea sembravano due naufraghi. Nessuno dei due parlava. Nell’ufficio del commissario entrambi tentavano di mettersi in ordine per tornare alle proprie famiglie. Era stata una settimana infernale, vissuta a rotta di collo con l’incubo di non trovare la soluzione, presi a inseguire fantasmi che Simenon non aveva considerato. Tre collaboratori sospesi, uno in ospedale, l’umiliazione dell’indagine interna. L’ipotesi, non ancora caduta, di un rapporto al ministero per gravi infrazioni alle procedure, la squadra smantellata, la minaccia di un trasferimento.

Nessuno dei due sentiva il bisogno di tornare sull’argomento, ma il peso della fatica e delle preoccupazioni aleggiava nella stanza.

Il Doge arrivò senza far rumore, sporse la testa nell’ufficio, intercettò i pensieri e si rabbuiò.

«So a cosa state pensando: quando sarà ora ne parleremo, ma prima voglio farvi una domanda.»

Vivacqua e Santandrea si scambiarono un’occhiata. Sapevano cosa stava per dire.

«Avete giocato pulito?» disse Renier.

I due non aprirono bocca, Vivacqua terminò di srotolare le maniche della camicia, Santandrea spolverava la giacca. Se avessero dato retta all’istinto avrebbero semplicemente girato le spalle, spento la luce e tanti saluti.

Vivacqua puntò gli occhi sul questore e decise che, se doveva essere l’ultimo atto, se davvero volevano la sua pelle, allora il mondo girava al contrario e opporsi era un ridicolo esercizio di stile: che andassero tutti a farsi fottere.

Il commissario rivolse uno sguardo a Santandrea che ricambiò con fierezza.

«Che cosa vuole sapere esattamente?» replicò asciutto Vivacqua.

«Voglio sapere se quel Tony è sopravvissuto alla sparatoria. È vivo o no?»

«Naturalmente» rispose il commissario.

«Naturalmente sì, o naturalmente no!» ringhiò il questore.

Vivacqua infilò la giacca con indifferenza.

«Naturalmente, no» disse.

I tre poliziotti si guardarono per un momento. Il questore si avvicinò e puntò gli occhi ora sull’uno ora sull’altro. I volti tesi, i muscoli del viso contratti. Tutti fermi, quasi pronti a scattare. Immobili. Seri.

Restarono così per un tempo che sembrò infinito.

Il Doge trattenne lo sbuffo tra le guance.

Anche Vivacqua.

Anche Santandrea.

Gli occhi presero a illuminarsi, il viso a distendersi, la bocca si aprì.

E risero.

All’inizio con dignità, poi piegati, con le mani sulla pancia, le lacrime agli occhi.

Non era cinismo, e neppure burla. Solo empatia. Solo soddisfazione.

Il questore impiegò un pezzo a riprendersi. Quando si ricompose, asciugò gli occhi, prese il telefono, digitò una serie di numeri e mise il vivavoce.

«Ah, eccellenza, spero di non disturbare» celò un sorriso. «So che voleva aggiornamenti sulla Omicidi a qualsiasi ora» dall’altra parte arrivò un grugnito. «Mi sente signor prefetto o preferisce un aggiornamento più tardi, con comodo?»

«Spero che sia una comunicazione importante» farfugliò.

«Giudichi lei, dottore. Vivacqua e Santandrea sono qui accanto, mi sono permesso di metterla in vivavoce per comunicarle la situazione: qualche minuto fa è stato risolto l’omicidio della signora Jolanda Petrini e del parroco don Riccardo.»

«Mmm, non sta esagerando?»

«Affatto. Sarà lieto di sapere che nel corso delle indagini, contemporaneamente, si è trovato il colpevole dell’omicidio di Luca Chiesa. Il caso era nelle mani dei carabinieri di Pinerolo. Un’operazione a dir poco brillante.»

«Certo, certo. Ha fatto bene a chiamarmi. Penserò io a informare monsignor Acutis per la parte riguardante don Riccardo. Dica, siamo sicuri del colpevole? Non vorrei complicazioni con… lei capisce la delicatezza.»

«Intende con la Curia? Le passo il dottor Vivacqua, lui conosce meglio i dettagli.»

«Non ce n’è bis…»

«Buona sera eccellenza. A proposito della Curia, è giusto sottolineare che a causa della mancata registrazione degli ospiti del dormitorio, nella parrocchia si era organizzata una pericolosa banda di clandestini…»

«Direi che sono dettagli da inserire in un contesto più ampio, i rischi dell’ospitalità cristiana, Vivacqua.»

«… che nel corso delle indagini abbiamo sgominato una banda di spacciatori che si era annidata nella parrocchia.»

«Cosa?»

«Che la parrocchia era diventata a tutti gli effetti una centrale di reclutamento e spaccio di stupefacenti.»

«Vivacqua, insomma! Dove vuole arrivare?»

«Il dottor Catapane sta completando le operazioni: arriveranno molti arresti.»

«Mmm, vedremo i risultati a operazione conclusa.»

«… che il boss a capo di tutta l’organizzazione è il proprietario del People, e il fratello era il responsabile della centrale allestita presso la parrocchia.»

«Ah!»

«Quindi, le accuse verso i nostri agenti sono false. La causa contro di noi la perderanno. Gli avvocati volevano distrarre la nostra attenzione, creare il caos e prendere tempo per mettere al sicuro i capi.»

«Ehm, sono novità inaspettate, cambiano molto lo scenario, lo riconosco.»

«Infine, se la Curia avesse collaborato quando lo abbiamo chiesto, saremmo arrivati prima a capire la situazione e forse avremmo evitato problemi gravi, come il ferimento dei nostri agenti e stupide incomprensioni.»

Silenzio gelido e buio come alle due del mattino.

Vivacqua restò in attesa, gli occhi andarono sul Doge e su Santandrea; la risposta che tutti volevano sentire non arrivava.

«C’è altro?» domandò il prefetto sospettoso.

«Sì, queste informazioni intende darle lei alla conferenza stampa di domani?»

«Crede che alla gente interessino queste informazioni?» tentò di minimizzare il prefetto.

«Se preferisce le darò io.»

Vivacqua non aggiunse altro. Tutti restarono con il fiato sospeso.

Sull’orologio a parete le lancette sembravano fare una fatica insopportabile ad avanzare.

«Cosa sta cercando di farmi dire commissario?»

«Che la partita finisce qui!»

Silenzio. Trascorse il tempo doloroso che occorre per sapere, volando giù da un burrone, se sul fondo c’è un materasso abbastanza spesso e morbido da passarla liscia.

«Finisce qui» sussurrò il prefetto.

Tutti ripresero a respirare.

«Da domani gli ispettori Migliorino, Calabresi e l’agente Patanè rientrano in servizio a tutti gli effetti. È d’accordo?»

«Ehm, l’indagine è nelle mani del questore, spetta a lui il giudizio.»

Il commissario alzò gli occhi per incontrare quelli sorridenti del Doge.

«Il questore è d’accordo. Se per lei va bene, i ragazzi riavranno la loro posizione, domani.»

«Sia.»

«Buona notte eccellenza.»

Vivacqua chiuse il telefono, si incamminò per uscire e salutò il questore.

«Vossabenedica dottore!»

Le molliche del commissario: La prima indagine di Vivacqua
titlepage.xhtml
part0001.html
part0002.html
part0003.html
part0004_split_000.html
part0004_split_001.html
part0004_split_002.html
part0004_split_003.html
part0004_split_004.html
part0005.html
part0006_split_000.html
part0006_split_001.html
part0006_split_002.html
part0006_split_003.html
part0006_split_004.html
part0006_split_005.html
part0006_split_006.html
part0007_split_000.html
part0007_split_001.html
part0007_split_002.html
part0007_split_003.html
part0007_split_004.html
part0007_split_005.html
part0008_split_000.html
part0008_split_001.html
part0008_split_002.html
part0008_split_003.html
part0008_split_004.html
part0008_split_005.html
part0008_split_006.html
part0008_split_007.html
part0008_split_008.html
part0009_split_000.html
part0009_split_001.html
part0009_split_002.html
part0009_split_003.html
part0009_split_004.html
part0009_split_005.html
part0009_split_006.html
part0009_split_007.html
part0009_split_008.html
part0009_split_009.html
part0009_split_010.html
part0009_split_011.html
part0009_split_012.html
part0010_split_000.html
part0010_split_001.html
part0010_split_002.html
part0010_split_003.html
part0010_split_004.html
part0010_split_005.html
part0010_split_006.html
part0010_split_007.html
part0010_split_008.html
part0010_split_009.html
part0010_split_010.html
part0010_split_011.html
part0011_split_000.html
part0011_split_001.html
part0011_split_002.html
part0011_split_003.html
part0011_split_004.html
part0012_split_000.html
part0012_split_001.html
part0012_split_002.html
part0012_split_003.html
part0012_split_004.html
part0012_split_005.html
part0012_split_006.html
part0012_split_007.html
part0012_split_008.html
part0012_split_009.html
part0012_split_010.html
part0013_split_000.html
part0013_split_001.html
part0014.html
part0015.html