STEFANO DI MARINO
Nato a Milano il 28 marzo 1961, Stefano Di Marino è uno scrittore italiano.
Laureato in giurisprudenza, decide però di seguire la sua passione per la letteratura thriller, il noir metropolitano d’azione e l’horror.
Nel 1989 entra a far parte della redazione della rivista fantascientifica “Urania”.
Nel 1993 inizia a lavorare come traduttore, sceneggiatore di fumetti, autore e consulente.
Dal 2002 al 2007 è stato consulente sul thriller e l’avventura per la casa editrice Longanesi.
Attualmente dedica tutta la sua attività alla scrittura creativa.
Ha curato il volume Gli occhi dell’Hydra che nasce dalla collaborazione con scrittori e lettori del forum ufficiale dedicato ad Alan D. Altieri.
Nel 2008 partecipa al volume History & Mystery della Piemme con il racconto Il Labirinto di Lucrezia.
Nel mese di marzo inizia la sua collaborazione con la collana “Il Giallo Mondadori Presenta” della Mondadori con Un uomo da abbattere, primo romanzo della trilogia “Montecristo”.
Scrive i suoi romanzi sia come Stefano (a volte Steve) Di Marino che usando vari pseudonimi: Stephen Gunn, Xavier LeNormand, Frederick Kaman, Etienne Valmont, Jordan Wong Lee, Alex Krusemark, Gilbert Oury
Ha una voce nel DizioNoir, il dizionario della letteratura thriller, noir e spy story edito dalla Delos Book nel 2006.
È stato maestro di Thai Boxe, Kickboxing, Savate e Taiji. Alla passione per le arti marziali ha dedicato anche vari saggi e manuali.
Per i lettori che ancora non la conoscono può presentarsi in due parole?
Stefano Di Marino… o forse dovrei dire Stephen Gunn o Xavier Le Normand… scrittore a tempo pieno, uno dei primi a praticare la spy story in Italia con il mio nome e con pseudonimi in edicola e in libreria. Raccontare storie fa parte del mio DNA.
Ha qualche hobby o mania particolare che la può identificare col personaggio di cui ha scritto per questa antologia?
Credo di possedere la videoteca e la libreria più fornite sulla spy story esistenti. Una vera mania. Però i miei modelli sono sempre stati gli scrittori alla Jean Bruce che prima vivevano e poi scrivevano. Sono un viaggiatore, soprattutto in Oriente, fotografo, ma anche praticante di Boxe e arti marziali.
Un certo spirito anarchico e incosciente si riflettono certamente nelle storie del mio personaggio Il Professionista.
Ritiene che aver scritto di spy story sia una novità rispetto ai suoi lavori precedenti? Mi spiego meglio ritiene che la spy story sia un genere un po’ a sé stante rispetto al giallo e al mystery di cui si è occupato fin’ora o che sia legato a questi a doppia mandata?
Ho sempre considerato la spy story un punto d’incontro tra il nero e il romanzo d’avventura che sono le altre mie grandi passioni letterarie. Ho cominciato con il noir ma ho al mio attivo oltre la produzione per “Segretissimo” diversi romanzi di spionaggio puro come Ora Zero e Sole di fuoco (Nord, 2005, 2007).
Può svelare come e da chi è stato coinvolto nel progetto LEGION?
Pubblicando due serie su “Segretissimo”, Il Professionista e Vlad oltre che diversi titoli con il mio nome, ho visto nascere il progetto concepito da Sergio Altieri e seguito con passione da Fabio Novel.
Può accennare, senza svelarne la trama, ai punti salienti del suo racconto che comparirà sull’antologia? Avrà come protagonista un personaggio inedito o che è già comparso in altri suoi racconti?
Contratto veneziano è il punto di unione delle mie serie. Chance Renard, il Professionista, incontra Antonia Lake, la cattiva della serie Vlad, in un’ambientazione tutta italiana, Venezia appunto, giusto per dimostrare che la spy story può parlare italiano a buon diritto anche per temi e ambientazioni oltre che per autori.
La storia? Uno scontro tra killer s’intreccia con un traffico d’armi.
C’è una domanda sul progetto che non le è stata fatta alla quale vorrebbe rispondere?
Esiste un futuro per la spy story italiana? È quello che ci chiediamo in molti e la risposta è senz’altro positiva sempre che si elaborino stile con tematiche e ritmi che sappiano attingere dai classici anglosassoni e francesi con uno spirito nostrano capace di abbinare l’intrattenimento e la cronaca.
Perché lo spionaggio è attualità.
SERGIO (ALAN D.) ALTIERI
Sergio Altieri, in arte Alan D., è nato a Milano nel 1952 dove ha conseguito la laurea in ingegneria meccanica.
Per molti anni è vissuto a cavallo tra gli Stati Uniti d’America e Milano.
Scrittore, traduttore e sceneggiatore, nel 1981 pubblica il suo primo romanzo Città oscura, action thriller di ambientazione metropolitana, a cui farà seguito Città di ombre (prima edizione 1992).
Dal 1983 al 1987 collabora con il produttore Dino de Laurentiis e lavora con varie mansioni ai film Atto di forza, Conan il distruttore, L’anno del dragone e Velluto blu.
Nel 1992 il suo romanzo L’uomo esterno viene adattato e ne viene tratta una miniserie TV intitolata Due vite, un destino, trasmessa da Mediaset.
Nel 1995 esce il film Silent Trigger, la sceneggiatura è scritta interamente da Altieri, con Dolph Lundgren e Gina Bellman, thriller d’azione in cui sono evidenti i punti di contatto con la serie dedicata allo Sniper del SAS Russell Kane apparsa su “Segretissimo” della Mondadori e successivamente edita da TEA.
Nel 1997 collabora alla realizzazione della mini serie TV in due puntate La Uno bianca e sempre in quell’anno vince il Premio Scerbanenco con il romanzo Kondor, thriller bellico ambientato in un apocalittico futuro prossimo, che narra le vicende di un gruppo di soldati delle Special Forces impegnati in una cruentissima guerra per l’energia.
Nel 2005 cambia coordinate temporali e pubblica il primo volume della trilogia a sfondo storico Magdeburg, intitolato L’Eretico a cui seguiranno nel 2006 La Furia e nel 2007 il capitolo conclusivo Il Demone.
Accanto all’attività di scrittore Altieri porta avanti quella di traduttore. Nel corso degli anni traduce importanti autori quali Andy McNab, di cui traduce l’autobiografia, David Robbins e Stuart Woods. Traduce anche i primi due volumi del prologo della saga di Dune scritti da Brian Herbert e Kevin J. Anderson.
L’opera più impegnativa, è probabilmente la traduzione delle Cronache del ghiaccio e del fuoco la saga fantasy di George R. R. Martin. Di notevole importanza e prestigio poi le traduzioni realizzate per i Meridiani Mondadori dei Racconti di Raymond Chandler e dei romanzi di Dashiell Hammett.
Da marzo 2006 Altieri è consulente editoriale delle collane da edicola di Mondadori: “I Gialli”, “Urania”, “Segretissimo”, “True Crime”, “Romanzi”.
Per i lettori che ancora non la conoscono può presentarsi in due parole?
Qualcuno mi ha definito il “maestro dello spaghetti-thriller”. Francamente, preferisco vedere il mio lavoro come il lavoro di un narratore, punto e basta.
La mia produzione rimane comunque incentrata sul genere thriller-avventura nei suoi multiformi aspetti: Città oscura, Città di ombre e Ultima luce, sono hard-action metropolitani; Kondor è un intrigo bellico-futuristico; Magdeburg, il mio trittico ambientato durante la Guerra dei Trent’Anni, è per contro fiction storica avventurosa.
In sostanza, scopo della mia narrazione è coinvolgere il lettore nelle situazioni generalmente estreme nelle quali colloco i miei personaggi.
Ha qualche hobby o mania particolare che la può identificare col personaggio di cui ha scritto per questa antologia?
Non posso dire che ci sia una vera e propria identificazione tra Russell Kane e me. Fatta esclusione per alcune componenti psicologiche che riguardano il passato del protagonista: la inevitabile ombra che ognuno di noi si trascina sulla coscienza.
La sola analogia per così dire “pratica” tra personaggio e autore è l’attenzione alla tecnologia delle armi dal fuoco e alle tecniche di combattimento delle forze speciali. Attenzione puramente accademica nel caso dell’autore.
Ritiene che aver scritto di spy story sia una novità rispetto ai suoi lavori precedenti?
Assolutamente no. Alla fine della notte, il mio secondo romanzo, che pubblicai nel 1981 con l’Editore Dall’Oglio, è una spy story dura e pura.
Quasi trent’anni sono passati dall’apparizione di quel libro ma, al di là della scomparsa dell’Unione Sovietica, molte delle sue componenti e tematiche sono tuttora valide. Direi inoltre che i romanzi e i racconti della serie Sniper ricadano senz’altro nel genere spy story, variante “combat” in quanto è presente molta azione commando.
Ritiene che la spy story sia un genere un po’ a sé stante rispetto al giallo e al mistery o che sia legato a questi a doppia mandata?
Ritengo che siano valide entrambe le angolazioni. La spy story è in effetti un genere indipendente, ma è anche vero che i fenomeni della “ibridizzazione” e “contaminazione” dei generi diventano sempre più frequenti.
Un esempio: l’ottimo romanzo di John Le Carrè Il giardiniere tenace, incentrato sulle malefatte delle multinazionali farmaceutiche, è un mystery thriller o una spy story?
In sostanza, i generi basati sull’intrigo continuano, e continueranno, a compenetrarsi.
Può raccontarci chi ha voluto e come è nato il progetto LEGION e come si è arrivati alla scelta degli autori coinvolti?
La spinta di base viene dagli autori italiani di “Segretissimo”, anche se, quale editor della collana, ci ho messo senz’altro lo zampino.
Oggi, l’ottanta percento di “Segretissimo” è formato proprio da italiani, alcuni dei quali lavorano sotto pseudonimo. L’idea di LEGION è “gettare la maschera”.
Con LEGION, offriamo ai lettori un quadro quanto più completo possibile delle capacità narrative di un serie di autori al massimo livello della professionalità e della conoscenza del genere. Ecco quindi dieci racconti scritti appositamente per LEGION in cui tornano i protagonisti fissi di “Segretissimo” e in cui gli autori “si rivelano”.
L’antologia è presentata e completata da un documentato saggio introduttivo a firma dell’ottimo Fabio Novel, e da presentazioni, sempre di Novel, per ogni racconto e per ogni autore.
In sostanza, un libro che è al tempo stesso campo di battaglia e testo analitico-critico.
Può accennare, senza svelarne la trama, ai punti salienti del suo racconto che comparirà sull’antologia?
Protagonista di Joshua Tree, il mio contributo a LEGION, è Russell Kane, lo Sniper al centro dei tre libri pubblicati finora da “Segretissimo”.
Alla fine di Victoria Cross, terzo romanzo della serie, si poteva presumere che Kane fosse perito nel regolamento di conti conclusivo. Ovviamente così non è. Kane è comunque uscito dal rogo di Victoria Cross. Ma si tratta di un Kane “diverso”, se possibile più acido, più chiuso, più metallico.
Come Fabio Novel spiega molto bene nella sua presentazione, Joshua Tree si colloca in un “tempo narrativo” molto posteriore sia da Victoria Cross che dagli eventi che comporranno i due libri ancora a venire di quella che era stata concepita fin dall’inizio come una pentalogia.
Tramontata l’ideologia, disgregata la politica, finiti gli eserciti, in Joshua Tree, Russell Kane è ormai un mercenario free-lance a tutti gli effetti.
Welcome to the brave new (globalized) world of contractors.
C’è una domanda sul progetto che non le è stata fatta alla quale vorrebbe rispondere?
Più che una domanda, un invito al lettore di storie d’intrigo e di avventura: non perdete LEGION. È la conferma che noi narratori italiani siamo bravi quanto i colleghi americani. Anzi: siamo più bravi!
CLAUDIA SALVATORI
Nata a Genova il 27 luglio 1954, Claudia Salvatori è una premiata scrittrice di romanzi che spaziano dal thriller al giallo e al noir.
I suoi titoli sono stati pubblicati da collane specializzate come “Il Giallo Mondadori” o “Segretissimo” entrambe edite da Mondadori.
È anche sceneggiatrice di fumetti come Nick Raider e Julia della Sergio Bonelli Editore.
Dal 1979 al 1985 partecipa alle testate fumettistiche di Lanciostory, Skorpio e L’Intrepido.
Dal 1985 al 2000 collabora alla Disney Italia, per la quale scrive oltre 60 storie.
Nel 1985 il suo romanzo Più tardi da Amelia vince il Premio Tedeschi.
Nel 2001 con il romanzo Sublime anima di donna viene insignita del Premio Scerbanenco e nel 2005 con il romanzo La donna senza testa è finalista al Premio Italo Calvino.
Nel 1987 il quotidiano “Il lavoro” pubblica a puntate il romanzo L’assassino nudo.
Nel 2001 la regista Maria Martinelli adatta per il cinema il suo romanzo Schiavo e padrona, che diventa il film Amorestremo, con protagonista il pornodivo Rocco Siffredi.
Collabora con le riviste Donna moderna, Confidenze, Max, Gulliver, Amica e Gioia.
Per i lettori che ancora non la conoscono può presentarsi in due parole?
Scrittrice (o meglio scrittore) di fiction. Sono due parole, ne aggiungo una terza. Scrittore di fiction a 360 gradi. Riesco a spaziare fra molti generi, ne sogno uno che li contenga tutti.
Ha qualche hobby o mania particolare che la può identificare col personaggio di cui ha scritto per questa antologia?
Il mio personaggio è una spia nazista. Sarebbe imbarazzante condividere con lei l’hobby dei paralumi in pelle umana.
Ho in comune con Kira von Durcheim il vizio della trasparenza.
Ritiene che aver scritto di spy story sia una novità rispetto ai suoi lavori precedenti? Mi spiego meglio ritiene che la spy story sia un genere un po’ a sé stante rispetto al giallo e al mistery di cui si è occupata fin’ora o che sia legato a questi a doppia mandata?
Ritengo di essere stata sceneggiatrice di fumetti per storia personale e poi scrittrice di thriller per necessità epocale ed editoriale. Sono state tappe di un percorso che vedo ancora molto lungo, e la spy ne è un segmento.
Credo di andare verso la fiction forte, o una rinascita della fiction forte, in opposizione al pensiero e alla creatività debole degli ultimi decenni. Ovviamente non posso andarci da sola...
Può svelare come e da chi è stata coinvolta nel progetto LEGION?
Il progetto LEGION si inserisce in un complesso di progetti. Ci sono diverse entità che ci stanno lavorando. Si tratta di un movimento propulsivo molto vitale, ereticale, che potrebbe cambiare molte cose.
Può accennare, senza svelarne la trama, ai punti salienti del suo racconto che comparirà sull’antologia? Avrà come protagonista un personaggio inedito o che è già comparso in altri suoi racconti?
I punti salienti sono gli esperimenti dei nazisti sull’energia nucleare, la scomparsa di Majorana, l’antimateria. Il personaggio è già apparso in due numeri di “Segretissimo”, serie Walkiria nera: La genesi del male e Golden Dawn.
C’è una domanda sul progetto che non le è stata fatta alla quale vorrebbe rispondere?
Moltissime altre domande, ma temo manchi lo spazio per rispondere.
GIANFRANCO NEROZZI
Nato nel 1957, Gianfranco Nerozzi vive a Sasso Marconi, in provincia di Bologna.
Ha pubblicato numerosi racconti su riviste e antologie (Stampa Alternativa, Giallo Mondadori, Diesel, Achab) ed è autore dei romanzi Ultima pelle, come F.J. Crawford (Edizioni Eden 1991), Le bocche del buio (Edizioni Polistampa 1993), L’urlo della mosca (Addictions 1999), Ogni respiro che fai (AdnKronos 2000), Immagini collaterali (Addictions 2003).
Per la serie spionaggio di Hydra Crisis ha pubblicato L’occhio della tenebra (Mondadori 2003), La coda dello scorpione (Mondadori 2004), Lo spettro corre nell’acqua (Mondadori 2007).
Ha scritto l’antologia personale di racconti Prima dell’urlo (Addictions 2000) che contiene storie basate sul proprio romanzo L’urlo della mosca, il romanzo per bambini Una notte troppo nera (Disney Libri 2000), attualmente alla quinta edizione con più di 25.000 copie vendute e il thriller Cuori perduti (Mondadori 2001), vincitore del prestigioso Premio Tedeschi per il miglior romanzo “giallo” dell’anno.
Nel 2003 ha curato l’antologia di racconti horror italiani In fondo al nero (Urania Mondadori).
Tra gli scrittori presenti, l’inventore di Dylan Dog Tiziano Sclavi, Carlo Lucarelli, Luca Masali e Pupi Avati.
Nel 2004 ha pubblicato il romanzo Genia (Dario Flaccovio Editore), vincitore del premio Le Ali della Fantasia 2006, prima parte della saga “horror-religiosa” che continua, nel 2005, con Resurrectum.
Nell’estate del 2006 ha pubblicato il romanzo breve Alla fine della notte, contenuto nel libro L’ora blu, scritto in collaborazione con Andrea Cotti (Aliberti Editore, collana “Due thriller per due autori”).
Suoi racconti sono presenti in due antologie horror made in Italy pubblicate nel 2007: Incubi (Baldini e Castoldi), raccolta a cura di Raul Montanari, e Anime nere (Mondadori), a cura di Alan D. Altieri.
Sempre nel 2007, è uscito per Mondadori (collana “Super Brividi”) il romanzo horror per ragazzi La creta oscura.
Nel 2008 è uscito, per Mondadori-Urania Horror n. 1, Cry Fly Trilogy.
Pittore, con un passato da batterista in un gruppo rock dell’area bolognese, ha partecipato a concerti assieme a gruppi stranieri come gli Uriah Heep e a Lucio Dalla, cintura nera di karate e cultore di arti marziali, organizza e intrepreta reading musicali: in particolare cura la rassegna Le forme dell’espressione, al teatro di Sasso Marconi, con artisti del calibro di Pupi Avati e Carlo Lucarelli.
Ha partecipato al CD Sguardi d’istinti del compositore Flavio Piscopo.
Ha creato, assieme ad alcuni colleghi scrittori, il laboratorio di scrittura “Zanna Bianca”.
È docente di thrilling nella scuola “Incubatoio 16” di Carlo Lucarelli e membro del direttivo dell’Associazione Scrittori di Bologna.
Per i lettori che ancora non la conoscono può presentarsi in due parole?
18 romanzi pubblicati e tanti, tanti racconti. Spaziando nelle diverse contaminazioni del thriller, e del fantastico. Per gente grande e gente piccola. Sceneggiatore. Docente in diverse scuole di scrittura creativa, opinionista in televisione, musicista, pittore, cultore di arti marziali... Insomma mi passo il tempo.
(ha detto in due parole o in duecento?)
Ha qualche hobby o mania particolare che la può identificare col personaggio di cui ha scritto per questa antologia?
Sono stato tiratore agonista di pistola di grosso calibro e sono tuttora praticante di arti marziali, cintura nera di karate e di ninjutsu.
Adoro le Porsche nere (ma non me le posso permettere).
Adoro le belle donne (e lì va già meglio che con le Porsche).
Poi sono tormentato dalla mia metà oscura, proprio come Marc Ange, solo che lui fa l’agente segreto. Io faccio lo scrittore.
Non cambia molto in fondo. Tutti e due cerchiamo di scoprire dei misteri irrisolti dentro e fuori di noi.
Ritiene che aver scritto di spy story sia una novità rispetto ai suoi lavori precedenti? Mi spiego meglio ritiene che la spy story sia un genere un po’ a sé stante rispetto al giallo e al mistery di cui si è occupato fin’ora o che sia legato a questi a doppia mandata?
No, per me la scrittura è scrittura. Il genere è solo un mezzo per portare la storia da un punto A a un punto B in modo efficace. Ci sono regole, look che cambiano, ma il meccanismo è lo stesso. Intrigo, suggestione, fascino, le trame che funzionano possiedono la stessa matrice e soprattutto conservano identica intenzionalità. La parola d’ordine deve essere sempre e comunque: emozionare il lettore.
Può svelare come e da chi è stato coinvolto nel progetto LEGION?
Se intendi come sono entrato a far parte della Legione straniera in quanto operazione editoriale, come ho già spiegato altre volte: sono stato arruolato da un Gorilla (Sandrone Dazieri, allora editor delle collane da edicola di Mondadori) nel lontano 2001. A Courmayeur, dove ero stato invitato come vincitore del Premio Tedeschi per il miglior giallo dell’anno.
Lui mi disse: tu che te la cavi bene nelle scene di azione e di sesso, perché non provi a far finta di essere un altro scrittore?
Io, che con le identità segrete ci vado a nozze fin dai tempi in cui a dodici anni mi vestivo da Uomo Ragno e uscivo sui tetti della mia città, non me lo feci dire due volte. Inventai uno scrittore (Jo Lancaster Reno) che scriveva romanzi di spionaggio di successo (Hydra crisis) e l’avventura cominciò...
Se intendi come sono entrato nell’antologia in oggetto: il grande Sergio Altieri mi ha ovviamente coinvolto, come collega e fratello di penna, nonché compagno di mille avventure...
Può accennare, senza svelarne la trama, ai punti salienti del suo racconto che comparirà sull’antologia? Avrà come protagonista un personaggio inedito o che è già comparso in altri suoi racconti?
In LEGION ho raccontato la genesi del mio eroe. Come il mio agente segreto, anzi quello di Lancaster Reno, è diventato quello che i lettori già conoscono.
Ci sarà anche un romanzo vero e proprio fra poco, che racconterà di questi begins proprio tutto tutto.
C’è una domanda sul progetto che non le è stata fatta alla quale vorrebbe rispondere?
Non mi hai chiesto da che parrucchiere vado...
(se guardi una mia foto, capisci cosa intendo)
GIANCARLO NARCISO
Giancarlo Narciso, conosciuto anche con lo pseudonimo di Jack Morisco è nato a Milano.
Appassionato dell’Oriente ha compiuto più volte il giro del mondo, stabilendosi di volta in volta a Tokyo, Kuwait City, San Francisco, Città del Messico e Singapore, svolgendo i lavori più disparati. Vive attualmente tra Riva del Garda e l’Indonesia.
Nel 2002, su proposta di Sandrone Dazieri, all’epoca direttore della collana “Segretissimo” di Mondadori, inizia la serie di romanzi di spionaggio sulla spia Banshee, pubblicati con lo pseudonimo di Jack Morisco.
Nel 1998 vince il Premio Tedeschi con il romanzo Singapore Sling e nel 2006 il Premio Scerbanenco con il romanzo Incontro a Daunanda.
Ha partecipato a varie antologie, come Killers & Co., Fez, struzzi e manganelli e History & Mistery.
Per i lettori che ancora non la conoscono può presentarsi in due parole?
Presto detto: pensavo che Jack Morisco fosse l’alter ego di Giancarlo Narciso, autore di romanzi d’avventure, uno su tutti, Incontro a Daunanda, per lo più ambientati dove ho passato quindici anni di vita, ovvero in Asia, i cui protagonisti sono in genere schegge staccatesi dalla società normale e incapaci di rientrarci, del tipo che spesso si incontrano in certi remoti angoli dei tropici.
Da un po’ comincio però a pensare che sia Giancarlo Narciso a essere diventato l’alter ego di Jack Morisco. Temo che il mio pseudonimo abbia finito per fagocitarmi.
Ha qualche hobby o mania particolare che la può identificare col personaggio di cui ha scritto per questa antologia?
Più che altro note biografiche. Sia io che Oliver McKeown, agente operativo del JID, il servizio di intelligence delle Forze Armate di Singapore, abbiamo vissuto e lavorato a lungo a Singapore.
Vabbe’, c’è anche un certo gusto per l’avventura e la tendenza a ficcarci nei guai con la massima facilità.
Ritiene che aver scritto di spy story sia una novità rispetto ai suoi lavori precedenti? Mi spiego meglio, ritiene che la spy story sia un genere un po’ a sé stante rispetto al giallo e al mistery di cui si è occupato finora o che sia legato a questi a doppia mandata?
Scrivo spy story da cinque anni, e lo trovo perfettamente complementare al resto della mia produzione. Ci sono aspetti della società di oggi, intrecci fra politica, finanza, economia, intrighi politici, conflitti internazionali, che si riflettono sulla vita di tutti i giorni e che solo la spy story può mettere in scena.
Per quanto riguarda la suddivisione della letteratura in generi, è un gioco che non mi va molto, credo che, in generale, farsi la domanda “E questo in che categoria ce lo ficco?” sia un modo distorto di porsi nei confronti della realtà.
La vita va gustata, non classificata.
Detto ciò, spy story e mystery, o giallo, o noir, che dir si voglia, fanno entrambi parte della letteratura di intrattenimento, grazie al cielo.
A parte questo, fra i due generi c’è ben poco in comune. Anzi, quasi nulla.
Può svelare come e da chi è stato coinvolto nel progetto LEGION?
LEGION è la logica conclusione della presenza di Alan D. Altieri al timone di “Segretissimo” e delle altre collane Mondadori da edicola, ed è un segno che io personalmente trovo estremamente positivo.
Big Bad Wolf sta rilanciando tutte le collane, e soprattutto “Segretissimo”, alla grande, reclutando e motivando ottimi autori italiani a scrivere di spionaggio.
LEGION rappresenta il primo segnale dell’esistenza di questo fenomeno, finora passato abbastanza in sordina per via dell’abitudine a usare lo pseudonimo straniero al posto del vero nome dello scrittore.
Direi che in termini di importanza, LEGION potrebbe avere la stessa valenza per la spy story che quindici anni fa ebbe per il giallo I delitti del gruppo 13, pubblicato da Granata Press nel 1993 e oggi universalmente considerato come l’atto di nascita del nuovo mystery italiano.
Può accennare, senza svelarne la trama, ai punti salienti del suo racconto che comparirà sull’antologia? Avrà come protagonista un personaggio inedito o che è già comparso in altri suoi racconti?
Non vorrei sbagliarmi ma credo che tutti i racconti della antologia, almeno nelle intenzioni originali, dovessero avere per protagonista il personaggio seriale di ciascun autore. Il mio è, come ho accennato poco fa, Oliver McKeown, nome in codice Banshee, già protagonista di diversi romanzi.
In questo episodio, Banshee arriva a Timor Est al tempo della dichiarazione di indipendenza del paese e della missione di peacekeeping internazionale. Il nostro uomo deve prendere in consegna un prigioniero e scortarlo a Singapore. La cosa aprirà un imprevisto collegamento con l’Italia degli anni di piombo.
C’è una domanda sul progetto che non le è stata fatta alla quale vorrebbe rispondere?
No. C’è invece una domanda alla quale non so dare risposta e che vorrei girarvi: cioè, non è bastato Calipari a far capire che un agente del Sismi può anche essere un eroe positivo? O dobbiamo andare avanti ancora a lungo a raccontarci che sono tutti furfanti bombaroli e golpisti?
In Gran Bretagna un funzionario del MI6 può benissimo diventare il protagonista della più lunga e fortunata saga cinematografica della storia senza che nessuno alzi un sopracciglio. Mi sembra che da noi questo sia impensabile, a parte l’eccezione dell’ottimo maresciallo Costa di Secondo Signoroni.
ANDREA CARLO CAPPI
Andrea Carlo Cappi, conosciuto anche con gli pseudonimi di François Torrent, Alex Montecchi e Andrew Cherry, è nato a Milano nel 1964 ed è un affermato scrittore e traduttore. Si occupa soprattutto di letteratura noir, thriller e avventurosa.
Ha creato personaggi seriali quali il Cacciatore di Libri, Carlo Medina e Mercy “Nightshade” Contreras.
Ha scritto romanzi e racconti originali con protagonisti i personaggi dei fumetti Martin Mystère, creato da Alfredo Castelli, e Diabolik, creato dalle sorelle Giussani.
Ha collaborato in varie vesti con le pubblicazioni “Il Giallo Mondadori”, dal 1993 al 1997, Il grande cinema di Federico Fellini edito da De Agostini dal 1994 al 1996, Delitti & Misteri, Edizioni Raffi 1996-1997, G-La rivista del giallo, Il Minotauro 1996-1999.
Ha inoltre pubblicato articoli sulle riviste Maxim, Almanacco del Mistero, Addictions e Scrivere.
Nel 1996 ha collaborato come autore, con Pino Farinotti e Guido Gerosa, e conduttore al programma televisivo A qualcuno piace colto andato in onda su Telenova.
Ha curato i testi per le collezioni video DeAgostini Il mito Clint Eastwood, prima edizione: 1996-1998 e Dimensione Ignoto/The X Files Collection, prima edizione: 1999-2001.
Con lo pseudonimo Alex Montecchi ha scritto i testi saggistico-satirici di tre volumi pubblicati da Addictions-Cuore.
Consulente per lungo tempo delle case editrici Sonzogno ed Addictions, per la prima ha curato la collezione “I bestseller del crimine” (2003-2004), per la seconda la collana “I misteri di Addictions” (2000-2004) e ha dato vita con lo scrittore Andrea G. Pinketts alla prima serie di M-Rivista del mistero.
Nel 2004 ha fondato con lo scrittore Sandro Ossola la casa editrice milanese Alacrán, per la quale è attualmente direttore editoriale della nuova serie di M-Rivista del Mistero e delle quattro collane Le Storie, dedicata alla narrativa, I Misteri, dedicata al thriller e al noir, I Saggi alla saggistica e Gli Scorpioni, che propongono bestseller tascabili.
Come traduttore si è occupato di numerosi autori, soprattutto nel campo del giallo. Dalla lingua inglese, autori come Arthur Conan Doyle, Dashiell Hammett, Raymond Chandler, Erle Stanley Gardner, Ian Fleming; dallo spagnolo, Matilde Asensi, Miguel Barroso, Pedro Casals.
È noto soprattutto come traduttore e curatore di edizioni italiane delle avventure di James Bond 007, personaggio a cui ha dedicato anche il sito www.mondobond.com e, insieme a Edward Coffrini Dell’Orto, numerosi saggi e il fan club “007 Admiral Club”.
Tra il 1999 e il 2000 è stato autore e, con Roberta Pellagatta e Lapo De Carlo, conduttore del programma La boutique del mistero su Radio Donna Network; tra il 2002 ed il 2003 ha condotto Mondonoir-Thriller e mistero su Radio Via Montenapoleone.
Nello stesso periodo ha partecipato come autore dei testi e interprete ad alcune puntate di Cinema al dettaglio, andato in onda su Stream TV insieme a Sandro Ossola e a Edward C. Dell’Orto.
Per i lettori che ancora non la conoscono può presentarsi in due parole?
Mi occupo di thriller, spionaggio e avventura, con qualche incursione nel fantastico. Oltre a qualche racconto “stand-alone”, ho scritto storie brevi o lunghe sui miei personaggi seriali (il “Cacciatore di Libri”, Carlo Medina, Mercy “Nightshade” Contreras), racconti e romanzi originali con protagonisti Diabolik e Martin Mystère e varie puntate della serie radiofonica “Mata Hari”.
Ho scritto vari saggi su letteratura e cinema di genere e sono direttore editoriale di “M-Rivista del Mistero”, in libreria Alacrán Edizioni.
Mi trovate all’indirizzo www.myspace.com/andreacarlocappi
Ha qualche hobby o mania particolare che la può identificare col personaggio di cui ha scritto per questa antologia?
Da questo punto di vista Carlo Medina mi somiglia moltissimo: ha letto molto, colleziona film, crede nella legge di Murphy e a volte, a suo modo, è un sentimentale. La differenza è che Medina sa essere spietato e organizzare delitti perfetti, mentre io non ho ancora imparato né l’una né l’altra cosa.
Ritiene che aver scritto di spy story sia una novità rispetto ai suoi lavori precedenti? Mi spiego meglio ritiene che la spy story sia un genere un po’ a sé stante rispetto al giallo e al mistery di cui si è occupato fin’ora o che sia legato a questi a doppia mandata?
La spy story è uno dei due generi che mi hanno spinto a diventare un autore di thriller (l’altro, curiosamente, è lo spaghetti-western) e per “Segretissimo” ho pubblicato finora sei romanzi, tre dei quali sono reperibili anche in libreria o negli internet bookshop da Alacrán Edizioni.
Come genere – o sottogenere – ha caratteristiche proprie, ma a seconda delle circostanze si avvicina a molti altri, dal noir metropolitano all’avventura esotica e qualche volta persino al “whodunit” (basti pensare al magistrale La talpa di John Le Carré).
Quindi sì: legami indissolubili.
Può svelare come e da chi è stato coinvolto nel progetto LEGION?
Da Sergio “Alan” D. Altieri, che un anno e mezzo fa, durante la lavorazione delle antologie Anime nere e Anime nere reloaded, ha intuito le possibilità di Carlo Medina come personaggio.
Se nella serie “Nightshade” sono ancora presenti tracce di spy story tradizionale (come protagonista c’è pur sempre una agente segreta, anche se fuori dagli schemi abituali), nelle avventure di Medina lo spionaggio entra in modo non convenzionale, ancora più venato di cinismo e ironia.
Per questo Altieri ha voluto che, dopo la partecipazione di Nightshade all’antologia Professional Gun dello scorso anno, quest’estate fosse in scena Medina.
Può accennare, senza svelarne la trama, ai punti salienti del suo racconto che comparirà sull’antologia? Avrà come protagonista un personaggio inedito o che è già comparso in altri suoi racconti?
La storia è un romanzo breve intitolato Il gioco degli specchi ed è ambientata nel 1996 (e come spiegherò più avanti c’è una ragione per questa scelta), con alcuni flashback disseminati nel decennio precedente.
Gli ingredienti: una giovane donna che ha appena scoperto che la sua carriera dipende da un terribile segreto che suo padre ha taciuto, una multinazionale che ha fatto affari molti sporchi con alcuni governi, una delle tecniche più classiche dello spionaggio (la cosiddetta “trappola al miele”), un omicida seriale ossessionato dall’alimentazione e, naturalmente, il killer Medina costretto a fare doppi e tripli giochi per rimettere tutto in ordine... a suo modo.
Come personaggio, Medina ha visto la luce nel 1994 (dopo ben quindici anni di gestazione!), comparendo nell’arco di un anno in tre racconti di varia lunghezza sugli speciali stagionali de “Il Giallo Mondadori”.
Poi è stato l’eroe di Morte accidentale di una lady, noto anche come Ladykill, romanzo considerato un testo fondamentale sulla morte di Lady Diana, e di vari racconti, tra cui A Milano non c’è il mare, in questi giorni in libreria nell’antologia Anime nere reloaded.
È stato anche ospite d’onore in una delle avventure di Nightshade, Babilonia Connection.
Dato il suo mestiere, si muove agevolmente tanto nel noir quanto nella spy story.
C’è una domanda sul progetto che non le è stata fatta alla quale vorrebbe rispondere?
Sì: la genesi de Il gioco degli specchi.
La storia era stata concepita come quarta avventura di Medina e avrebbe dovuto uscire su uno speciale del “Giallo Mondadori” nel 1996. I lettori più attenti noteranno che fa da raccordo tra le prime tre storie e il romanzo Ladykill, apparso su “Segretissimo” la scorsa estate. In realtà fu pubblicata solo nel 2003, quando sotto il titolo Milano da morire raccolsi presso Edizioni Addictions “le origini” di Carlo Medina.
Ora quel libro è introvabile e finalmente ho avuto l’occasione di proporre questo tassello mancante ai lettori dei periodici Mondadori, in attesa di nuove avventure inedite sotto forma di romanzo... e di chiudere la saga di Nightshade, in cui sospetto che Medina avrà un ruolo fondamentale.
SECONDO SIGNORONI
Secondo Signoroni nasce a Lodi nel 1947 dove tutt’ora risiede.
Cultore quasi fanatico della propria Privacy, per oltre 35 anni lavora come chimico presso i laboratori di ricerca dell’E.N.I. Di pari passo coltiva l’attività di scrittura nel campo della letteratura poliziesca, facilitata dalle tre vittorie nel 1975, 1976 e 1977 del Mystfest di Cattolica.
Fino ad oggi ha pubblicato una ventina di racconti e 14 romanzi per Longanesi, Garzanti e soprattutto per A. Mondadori, casa editrice con la quale collabora dal lontano 1976.
Tre opere imperniate sulla figura del tenente Petrosino sono comparse nella collana il “Giallo”, mentre “Segretissimo” ha ospitato le imprese del maresciallo Dario Costa, tranquillo protagonista, fino ad ora, di otto romanzi.
Il nono, dal titolo Furore nero, dovrebbe uscire nel mese di ottobre.
Per i lettori che ancora non la conoscono può presentarsi in due parole?
Sono nato a Lodi nel 1947 e vi abito da tutta una vita.
Per oltre 35 anni sono stato un chimico presso i laboratori di ricerca dell’E.N.I. dove mi sono occupato di materiali speciali, di sintesi di strutture liquido-cristalline, d’intermedi nella produzione degli stirenici, di nano-particelle applicate ai nuovi materiali anti-incendio, nonché di igiene e sicurezza negli ambienti chimici.
Di pari passo ho continuato l’attività di scrittura nel campo della letteratura poliziesca, facilitata dalle tre vittorie nel 1975, 1976 e 1977 del Mystfest di Cattolica.
Fino ad oggi ho pubblicato una ventina di racconti e 14 romanzi per Longanesi, Garzanti e soprattutto per A. Mondadori, casa editrice con la quale collaboro dal lontano 1976.
Sono stato ospite della classica collana il “Giallo” con tre opere imperniate sulla figura del tenente Petrosino e poi della collana “Segretissimo” con le imprese del maresciallo Dario Costa, tranquillo protagonista, fino ad ora, di otto romanzi.
Il nono, dal titolo Furore nero dovrebbe uscire nel mese di ottobre, mentre il file del decimo, un’avventura d’ambiente…colombiano, si trova già nel computer della Redazione, all’esame dell’editor.
Cultore quasi fanatico della mia privacy non penso di avere altro da aggiungere, se non che conto di godermi il più a lungo possibile l’appena raggiunta pensione e di far viaggiare ancora per molto i miei personaggi.
Ha qualche hobby o mania particolare che la può identificare col personaggio di cui ha scritto per questa antologia?
Sia io che Costa abbiamo una visione piuttosto manichea della realtà, a costo d’essere giudicati un po’ sopra alle righe e al di fuori dalla moralità dei nostri giorni.
Ci rendiamo conto di operare in un tempo e in un mondo complessi nei quali i valori mutano col tintinnare della pecunia, ma entrambi pensiamo d’essere buoni conoscitori delle persone che siamo costretti a fronteggiare e non perdiamo mai la fiducia nella nostra capacità di reazione e nella nostra onestà di fondo.
Ritiene che aver scritto di spy story sia una novità rispetto ai suoi lavori precedenti? Mi spiego meglio ritiene che la spy story sia un genere un po’ a sé stante rispetto al giallo e al mistery di cui si è occupato fin’ora o che sia legato a questi a doppia mandata?
Ritengo la spy story ben inserita nella tradizione del giallo d’azione, del quale mantiene tutta la struttura letteraria (detection, interrogatori, dialoghi, raccolta degli indizi, tensione narrativa e soprattutto l’obbligatorietà della soluzione chiusa). A tutto questo il romanzo di spionaggio aggiunge la funzione “missione”, che arricchisce la narrazione di annotazioni storiche, politiche e sociali, di dettagli tecnici, di descrizioni paesaggistiche e di note di costume.
Può svelare come e da chi è stato coinvolto nel progetto LEGION?
La cortesia di Sergio Altieri, editor di “Segretissimo”, mi ha coinvolto nell’operazione LEGION, alla quale sono stato ben felice di contribuire con una nuova e breve impresa del maresciallo Costa.
Può accennare, senza svelarne la trama, ai punti salienti del suo racconto che comparirà sull’antologia? Avrà come protagonista un personaggio inedito o che è già comparso in altri suoi racconti?
La vicenda ha un breve prologo nell’isola di Creta e si sviluppa quasi interamente a Beirut, inferno nel quale Costa ha già operato in Specchio oscuro e di cui conosce la letale pericolosità.
Tutto comincia con una normale operazione di “sorveglianza e controllo” da concludere in poche ore, ma esiti imprevisti porteranno il protagonista a scoprire un traffico estremamente pericoloso che coinvolge formazioni guerrigliere e servizi segreti attivi nell’area medio-orientale.
Naturalmente anche la... chimica vi gioca un piccolo ma essenziale ruolo e al lettore lascio il piacere di comprendere il finale che spiega tutto dell’animo di Dario Costa.
MASSIMO MAZZONI
Bolognese classe 1971, Massimo Mazzoni, alias Frank Ross, viene reclutato da Sandrone Dazieri, allora editor della Mondadori, nel 2001.
Il “Gorilla”della letteratura italiana propone a Massimo di inventarsi una nuova serie con protagonista femminile.
Nasce così “Quantum Agency” di cui, tra il 2002 e il 2006, sono stati pubblicati su “Segretissimo” tre romanzi: Aquarius, Golpe e Ultima Thule.
La serie, che ha un’impostazione tematico-divulgativa, ha per protagonista un’ex giornalista, Margot de Weers, costretta ad abbandonare la professione per avere messo il naso dove non avrebbe dovuto.
Per la sua capacità di procacciare informazioni viene ingaggiata come consulente da un’organizzazione, la Quantum Agency, che persegue finalità esclusivamente commerciali ed è a disposizione di chiunque sia in grado di pagarne i servizi e offre ai clienti soluzioni efficaci a problemi “delicati” come: strappare la figlia di un magnate mediorientale dalle grinfie di una setta, fornire strategie e logistica a un colpo di Stato, oppure smantellare con metodi non ortodossi una rete neonazista.
Attualmente a causa di una missione segreta del nostro in un luogo di cui si ignorano le coordinate non è stato possibile fargli pervenire il file con le domande. Siamo fiduciosi però, affidandoci a stelliti organizzazioni segrete e, perché no, al passaparola tra agenti, di avere presto sue notizie.
Chiudo!