Hydra Crisis:
Gianfranco Nerozzi
alias Jo Lancaster Reno
Un tocco di nero profondo
Spero che i fedeli dell’edicola Mondadori non si siano lasciati sfuggire, qualche mese fa, la ristampa in “Urania Horror” di un volume esemplare dell’opera di GIANFRANCO NEROZZI. Mi riferisco a Cry-Fly Trilogy, un tuffo in un Nero (che è anche il nickname ufficiale dell’autore) che a tratti si marezza di “Argento” (Dario) e nell’essenza coincide con quella pura materia oscura originata nella psiche. Gran parte della narrativa di Nerozzi è infatti composta d’incubi che sono progenie della realtà, di tensioni recondite che germinano nell’animo, generando orrori e perversità. Magistrale, in tal senso, la partecipazione all’antologia Anime Nere, con Dita nell’acqua: un racconto onirico, duro e lirico insieme, sulla vecchiaia e la solitudine. Una scrittura che suscita emozione, dall’inizio alla fine.
Tra gli altri libri dell’autore voglio ricordare: Cuori perduti (Mondadori, premio Tedeschi 2001), Genia e Resurrectum (entrambi per Flaccovio) e il romanzo per ragazzi Una notte troppo nera (Disney Avventura). Nerozzi ha inoltre curato, per la Mondadori, l’antologia In fondo al Nero, in cui vari autori italiani affrontavano, in libera contaminazione, il genere Horror, ognuno scegliendosi una propria colonna sonora ideale. Aspetto, quest’ultimo, che va decisamente rimarcato: è infatti una peculiarità della narrativa nerozziana la presenza della musica, dal rock alla classica. Una musica che, se in genere funge da sottofondo, talvolta addirittura urla la propria presenza, assurgendo a ruolo di protagonista. Del resto, non pago di scrivere, dipingere, scolpire, praticare con dedizione arti marziali, Nerozzi ha militato per anni in una rock band, in qualità di batterista.
Ma veniamo a Jo Lancaster Reno. Alla serie Hydra Crisis.
Anni fa, misi sotto torchio Nerozzi/Reno per “Spie nel Mirino”, una rubrica di ThrillerMagazine. Nell’intervista, così mi descrisse il suo arruolamento nella Foreign Legion: «Un brutto ceffo con l’inquietante aspetto di un gorilla (Sandrone Dazieri, N.d.C.) mi ha avvicinato e mi ha blandito con frasi subdole del tipo: tu mi sembri portato a descrivere scene di azione e di sesso, ti piacerebbe assumere l’identità segreta di uno spy-scrittore? Non potevo restare indifferente a una proposta così allettante. Sono un grande appassionato di Ian Fleming, uno sfegatato fan di James Bond da quando ero ragazzo e adoro John Woo. Quindi mi sono fatto assoldare nella squadra senza pensarci due volte».
In effetti, nel creare il personaggio di Marc Ange e la serie di Hydra Crisis, Nerozzi ha voluto palesemente omaggiare il mito classico di 007, benché shakerato – be’: «agitato, non mescolato»... – con ritmi e scene da action movie. Ma sarebbe riduttivo tenere in considerazione solo questi due aspetti: nel misurarsi con il format di “Segretissimo”, Nerozzi non ha certo voltato le spalle al suo stile, alla sua personalità, alla sua innata propensione alla contaminazione, al suo spiccato senso dell’orrore. Se è innegabile che le Porsche nere, gli orologi di marca, il rifugio segreto nella Guyana Francese, i gadget tecnologici e le donne avvenenti creino il trait d’union con l’agente segreto di stampo bondiano (dello schermo, prima che letterario), in realtà la caratteristica preponderante di Marc Ange è la sua metà oscura, ossessionata da eventi dell’adolescenza che hanno segnato per sempre la sua vita, trasformandolo in un combattente non scevro da colpe e paure. Un uomo animato da un confuso connubio di vendetta e giustizia. L’Hydra, invece, è l’incarnazione sia simbolica che reale (un’organizzazione segreta) di un Male dalle molte teste le quali, una volta tagliate, puntualmente si riformano sotto nuovi letali aspetti. Trattandosi fondamentalmente di spy fiction, il nemico pluricefalo opera prettamente nel campo dell’intrigo politico e/o criminale.
Quale delle spietate teste dell’Hydra dovrà recidere Marc Ange nel racconto che segue?
Be’, Nerozzi celebra l’occasione con un must della fiction seriale (narrativa, fumettistica o cinematografica che sia): la cosiddetta “genesi dell’eroe”. Quando, come, perché Marc Ange è diventato l’agente Nemo?
La giocata di Nero sul piatto di Legion è, ancora una volta, spiazzante. Del resto, ha in mano un suo tipico tris: inquietudine, orrore e violenza. Poi, dal mazzo, pesca una classica accoppiata di “Segretissimo”: azione ed erotismo.
Full vincente!
HYDRA CRISIS IN “SEGRETISSIMO”
n. 1480 - L’occhio della tenebra (2003)
n. 1495 - La coda dello scorpione (2004)
n. 1523 - Lo spettro corre nell’acqua (2007)