45.
Saloni da pranzo, con séparés
(Fig. 45)
È notissima la cenatio rotonda degli horti Liciniani (Atlas, tav. 133; qui, fig. 45, a) dotata di nove rientranze per accogliere altrettanti letti semicircolari o stibadia. La si vede sempre arrivando a Roma in treno, ma pochi sanno di cosa si tratta. Rientranze di questo genere, curve e rettangolari, si trovavano già nei lati lunghi dei triportici che affiancavano la cenatio Iovis della domus Augustiana (Atlas, tav. 81; qui, fig. 45, b). In un grande triclinio rettangolare degli horti Sallustiani (Atlas, tav. 186; fig. 45, c) vi è una rientranza in fondo al centro per il triclinio principale e i due lati lunghi sono scanditi da pilastri in cinque spazi, probabilmente per accogliere altrettanti letti. Inoltre, sempre negli horti Sallustiani, sul lato settentrionale dell’Alta Semita, era un ambiente rettangolare che aveva sul fondo una nicchia semicircolare tra due altre rettangolari e lungo la parete lunga settentrionale tre nicchie rettangolari (Atlas, tav. 182 M; qui, fig. 45, d).
Le medesime rientranze si ritrovano anche in quelle sale da pranzo rettangolari e absidate che erano le basiliche e i mitrei, come quello presso San Saba (Atlas, tav. 153 A; qui, fig. 45, e). Sono da ricordare, in particolare, la basilica della domus Cilonis, con abside per stibadium o letto tricliniare semicircolare e dieci rientranze per altri letti, alternatamente rettangolari e semicircolari, con al centro uno spazio per spettacoli (Atlas, tav. 158b; qui, fig. 45, f), la basilica della domus Albini, non lontana dal Foro di Nerva, con abside e otto rientranze, alternativamente rettangolari e semicircolari (Atlas, tav. 198b; qui, fig. 45, g), l’enorme basilica degli horti Lamiani sull’Esquilino, preceduta da nartece e con dodici rientranze per triclini (Atlas, tav. 126; qui, fig. 45, h). Vi è poi lungo il clivus Curiarum sul Palatino la basilica tardo-antica con stibadium acquatico, che ai lati aveva due ambienti destinati a triclinia (Atlas, tav. 88b; qui, fig. 45, i). All’Emmanuel College di Cambridge ho cenato a una tavola, in una galleria di ritratti lunga e stretta, alla quale potevano sedersi 100 persone. Ciò a Roma non accadeva, perché si ammettevano soltanto piccoli gruppi, generalmente di nove persone. Evidentemente si teneva in gran conto la conversazione face to face.
Atlas, tavv. 81, 88b, 126, 133, 153, 158b, 186, 198b. – Carandini, Bruno, Fraioli 2010, pp. 311-322.