39.
Il Pantheon di Augusto ricostruito da Adriano
(Fig. 40)
Il Pantheon di Agrippa (25 a.C.) era una rotonda con colonnato interno, sormontato da cariatidi (Plinio il Vecchio, Storia naturale, 36.38), le quali reggevano un tetto nascosto nell’anello esterno da cassettoni e nella parte interna da una volta, anch’essa a cassettoni, dotata di oculus, forse perché s’immaginava che proprio in questo luogo – siamo presso la palus Caprae – Romolo fosse asceso in cielo in una apoteosi che aveva comportato l’assimilazione a Quirino, dio locale dei rioni di Roma (si veda l’Angolo 28, fig. 29). Il pronao, articolato al suo interno in tre parti da otto colonne disposte a coppie, presentava una facciata a dieci colonne o decastila, sormontata da un frontone, di cui abbiamo forse la riproduzione in un rilievo che mostra un tempio decastilo con Marte e Rhea Silvia, la lupa, i gemelli Remo e Romolo e due pastori. Ciò confermerebbe il carattere romuleo del primo edificio di Agrippa.
Il Pantheon ricostruito da Adriano mantiene l’impianto originario, ma è ottastilo e coperto a cupola. Interessante è il fatto che il frontone realizzato sia più basso di quello che appare impostato al di sopra. Probabilmente una delle colonne più alte si era spezzata e così si era dovuti ricorrere a un set di colonne di misura inferiore. È utile mettere le due facciate a confronto, per intendere quanto più grandioso fosse il progetto originario, modificato per forza di cose in corso d’opera. Dietro il Pantheon adrianeo era la basilica Neptuni, collegata al frigidarium delle terme di Agrippa, seguendo il tutto un medesimo asse. L’oculus del pantheon e il Volcanal nel Foro (Atlas, tav. 19B; qui, fig. 40) erano luoghi equidistanti dal tempio di Quirino sul Quirinale, nei cui frontoni venivano celebrati gli auspicia di Remo e Romolo per la fondazione di Roma e forse anche l’apoteosi di Romolo assimilato a Quirino e venerato con lui nel suo luogo tradizionale di culto sul Quirinale.
Atlas, tavv. 242, 276, ill. 31. – Carafa 2014b. – Virgili 1999.