Sinossi
Introduzioni di Mario Giammarco, Sebastiano Saglimbeni e Davide Monda
Tavole di Gustave Doré e incisioni di Grandville
Edizioni integrali
La tradizione favolistica avviata da Esopo, ma affinata e arricchita da Fedro e La Fontaine, ha sempre avuto come protagonisti privilegiati gli animali, simboli evidenti e cristallini di vizi e virtù squisitamente umani. Essi, infatti, data la loro psicologia univoca, si trasformano in maschere: la potenza per il leone, l’operosità per la formica, l’astuzia per la volpe. Nelle favole di Esopo, gli animali sono maestri di saggezza attraverso insegnamenti arguti che si fondono in una narrazione spontanea e originale e richiamano alla mente una vita condotta secondo ritmi ed esigenze autentiche. I suoi celebri apologhi, di cui presentiamo la raccolta completa, sono espressione dell’autenticità dei sentimenti e della semplicità di un vivere senza tempo. A Fedro gli animali consentono di dire la verità senza pericolo, coprendola con una maschera allegorica. La sua visione del mondo è cinica e rassegnata all’immobilismo sociale, priva della possibilità di oltrepassare i propri limiti, ma è arricchita da una comicità vivace, corposa e pittoresca. La Fontaine, curioso, caustico e acuto osservatore dei comportamenti dei suoi simili, si diverte a rivelare i tratti più oscuri e nascosti dell’animo umano, realizzando, dietro la finzione delle maschere degli animali, una serie di felicissimi ritratti. Amante della tradizione favolistica classica greca e latina, nella sua fortunatissima raccolta di favole se ne dimostra particolarmente debitore.
Esopo
personaggio leggendario, secondo la tradizione fu uno schiavo frigio del VI secolo a.C.; dopo molte peripezie in Egitto, a Babilonia e in altri Paesi dell’Oriente, racconta Erodoto che, per colpa di una falsa accusa, sarebbe stato processato e giustiziato a Delfi.
Fedro
nacque in Grecia intorno al 20 a.C. Liberto di Augusto, visse a Roma. Fu perseguitato sotto Tiberio e fatto processare da Seiano, che si era visto satireggiare in alcune favole. Morì a Roma intorno al 50 d.C.
Jean de La Fontaine
(1621-1695) nacque a Château-Thierry nella Champagne. Si trasferì a Parigi nel 1658 e visse a lungo agiatamente grazie ai favori del ministro delle finanze Fouquet. Quando il suo protettore cadde in disgrazia, trovò sostegno in alcuni importanti amici della nobiltà francese. Frequentò poeti e letterati, scrisse poemi e racconti in versi, ma raggiunse la celebrità grazie alle due raccolte delle sue Favole, pubblicate nel 1668 e nel 1678-79.