75.
Tre mesi piú tardi, dopo essere passati da mamma Goldberg.
per prendere la piccola Storm, Sean e Ruth tornarono a Lion Kop. Sean era ingrassato ed entrambi avevano quell'espressione beata che si vede soltanto sui visi delle coppie di ritorno da una luna di miele perfettamente riuscita.
Sulla veranda e nelle dipendenze della fattoria c'erano un'infinità di casse di ogni dimensione, contenenti i regali di nozze, il mobilio e i tappeti di Ruth, nonché i pezzi d'arredamento e i tendaggi che la nuova signora Courteney aveva acquistato a Durban. Abilmente assistita da Ada, Ruth cominciò con entusiasmo a togliere gli imballaggi e portar dentro ogni cosa. Sean iniziò un giro d'ispezione nella tenuta, per determinare quanto avesse sofferto durante la sua assenza, e si sentì vagamente deluso quando scoprì che Michael se l'era cavata benissimo anche senza di lui. Le piantagioni erano in perfetto ordine e ripuli-te dal sottobosco, la grande cicatrice nera lasciata dall'incendio era quasi scomparsa sotto i nitidi filari di virgulti, la mano d'opera aveva aumentato la produttività grazie al nuovo sistema di pagamento (una forma molto semplificata di cottimo) introdotto da Michael d'accordo con il contabile. Sean impartì al giovane una lezioncina sul come
« non diventare troppo intelligente » e sul come « imparare a camminare prima di correre », che si concluse con poche parole di lode.
Così incoraggiato, una sera Micliael raggiunse Sean nel suo studio. Sean si trovava nello stato di piacevole benessere prodotto dall'enorme lombata che stava digerendo; dal fatto che Ruth aveva finalmente acconsentito a fargli adottare Storm, la quale, in tal mo-do, si sarebbe chiamata Courteney e non piú Friedman; e dalla prospettiva di raggiungere la moglie nel gigantesco letto matrimoniale, Pagina 189
Wilbur Smith - La Voce Del Tuono (Ita Libro) non appena avesse finito il brandy e il grosso sigaro avana confezionato a mano.
« Entra, Michael. Siedi. Versati un bicchierino », lo salutò Sean.
Quasi con aria di sfida, Michael attraversò il tappeto persiano e posò un voluminoso incartamento sulla scrivania, davanti a lui.
« Cos'è questo malloppo? » chiese Sean, sorridendogli.
« Leggilo e vedrai. »
Michael andò a sedersi all'altro capo della stanza. Senza smettere di sorridere, Sean guardò l'intestazione sul primo foglio. « Lion Kop Estates. Progetti e preventivi per un impianto di estrazione del tannino. »
Il sorriso svanì. Sean voltò pagina e, via via che leggeva, il suo viso diventava sempre piú accigliato. Quando ebbe finito, riaccese il sigaro e rimase in silenzio per cinque minuti, cercando di superare lo shock. « Chi ti ha messo in testa quest'idea? »
« Nessuno. »
« Dove venderesti il tannino? »
« Pagina cinque. Gli sbocchi sono elencati lì... Insieme con i prezzi degli ultimi dieci anni. »
« Per questo impianto occorrono ventimila tonnellate di corteccia l'anno... Anche se piantassimo ad acacie ogni metro quadrato di Lion Kop e di Mahoba Kloof, noi potremmo fornirne soltanto la metà. »
« Compreremmo il resto dalle nuove piantagioni lungo la valle...
noi potremmo fare un prezzo migliore di Jackson, perché risparmie-remmo il trasporto fino a Pietermaritzburg. »
« E chi dirigerebbe lo stabilimento? »
« Io sono ingegnere. »
« Sulla carta », mormorò Sean. « Come ti procureresti l'acqua? »
« Con una diga sul, Baboon Stroom, sopra la cascata. »
Per un'ora Sean tentò di attaccare qua e là il progetto, cercando un punto debole. E, man mano che Michael rispondeva con calma a tutte le sue domande, l'agitazione di Sean cresceva. «Okay», borbottò alla fine. « Hai fatto un bel compitino. Adesso rispondi soltanto a questo: come pensi di procurarti le settantamila sterline necessarie per finanziare il tuo piccolo progetto? »
Michael chiuse gli occhi, come se pregasse, le mascelle contratte e un'espressione dura e vigorosa. E a un tratto Sean si chiese come mai non avesse notato prima la forza di quel volto, la sua ostinata, quasi fanatica determinazione. Michael riaprì gli occhi e disse a bassa voce: « Con un prestito di venticinquemila sterline su Lion Kop e Mahoba Kloof, un'ipoteca sullo stabilimento per altrettanto... E
un'emissione di azioni per il resto ».
Sean balzò in piedi e ruggì: « No! ».
« Perché no? » chiese Michael, ancora calmo e ragionevole.
« Perché per metà della mia vita sono stato nei debiti fin qui! »
esclamò Sean, portandosi una mano alla gola. « Perché adesso finalmente me ne sono liberato e non voglio impantanarmici di nuovo. Perché so che cosa significa avere piú denaro di quanto me ne occorra, e non mi piace. Perché sono contento di come stanno andando le cose e non voglio afferrare un altro leone per la coda, col rischio di vedermelo rivoltare contro. » S'interruppe, ansimando, poi riprese: « Perché, fino a una certa quantità, il denaro ti appartiene; ma, oltre quella, sei tu che appartieni al denaro. E io non voglio piú essere così ricco! ».
Con l'agilità di un giovane leopardo, Michael raggiunse la scrivania e vi picchiò sopra coi pugno. Vibrante come una freccia e rosso di collera sotto l'abbronzatura, il giovane fissò Sean. « Ma io sì!
Io voglio diventarlo! E la tua sola obiezione al mio progetto è che può renderci un mucchio di quattrini! » esplose.
Sean sbatté le palpebre per la sorpresa, poi sostenne il suo sguardo con altrettanta durezza. «Se lo diventerai, non ti piacerà!»
gridò.
E il giovane, con la stessa intensità di voce: « Questo sarò io a giudicarlo! ».
In quel momento la porta dello studio si aprì e Ruth li guardò dalla soglia. Sembravano due galli da combattimento con le penne del collo arruffate. « Cosa succede qui? » domandò. Sia Michael sia Pagina 190
Wilbur Smith - La Voce Del Tuono (Ita Libro) Sean la sbirciarono con aria colpevole, poi, lentamente, si rilassarono. Michael si sedette e Sean tossì, imbarazzato.
« Solo una piccola discussione, mia cara. »
«Be', avete svegliato la piccola e c'è mancato poco che faceste crollare il tetto. » Sorrise e attraversò la stanza per infilare il braccio sotto quello di Sean. « Che ne direste di lasciar perdere fino a domani? Poi potrete riprendere la vostra 'piccola discussione' a venti passi di distanza con un paio di pistole. »
I pigmei delle foreste dell'Ituri cacciano l'elefante con minuscoli dardi. Quando la punta è affondata nella carne, seguono pazientemente l'animale, accampandosi notte dopo notte sulla sua pista, finché il veleno arriva al cuore e lo uccide. La freccia di Michael si era piantata a fondo nella carne di Sean.