10.

All'alba, mentre Sean si ripuliva la faccia con un panno bagna-o in una ciotola d'acqua calda, guardandosi nello specchiet-to di metallo, la sola cosa che gli desse un pò di soddisfazione erano le duecento e piú sovrane che aveva salvato dalla bi-sboccia della sera prima.

« Stai male, Pa? » Il grande interesse di Dirk per le sue condizioni di salute accrebbe notevolmente il suo malumore.

«Mangia la tua colazione», ringhiò. Il tono malevolo di Sean era calcolato, al fine di scoraggiare ulteriori domande.

«Non c'è cibo», ribatté Mbejane, investendosi del consueto ruolo di protettore.

Sean mise a fuoco sullo zulu gli occhi iniettati di sangue. «Come mai? »

«Qualcuno fra noi considera l'acquisto di liquori e altra roba del genere piú importante dei cibo per suo figlio. »

Sean prese una manciata di sovrane da una tasca della giacca.

« Va'! » ordinò. «Compra cibo e cavalli freschi. Fila alla svelta, affinché, oltre al mio male, io non debba sopportare anche la saggezza dei tuoi consigli. Porta Dirk con te. »

Mbejane esaminò il denaro e sogghignò. «La notte non è andata sprecata.»

Quando si furono avviati verso Frere, Dirk che trotterellava accanto all'enorme zulu seminudo, cianciando con una voce che svanì soltanto a cento metri di distanza, Sean si versò un'altra tazza di caffè e, stringendola con entrambe le mani, fissò le braci che ardevano fra la cenere. Era certo che Mbejane avrebbe usato bene il de-Pagina 24

Wilbur Smith - La Voce Del Tuono (Ita Libro) naro, lo zulu aveva, nel contrattare, la pazienza tipica della sua razza: poteva dedicare due giorni all'acquisto di un bue. Non era questo che lo preoccupava adesso, erano piuttosto gli eventi della sera prima. Ancora angosciato per quell'esplosione di rabbia omicida, tentò di giustificarla. Considerando la perdita di quasi tutto ciò che possedeva, il frutto di anni di duro lavoro che gli era stato strappato in un sol giorno, la fuga e l'incertezza che erano seguite, l'alcool, infine, e la tensione nervosa del poker... Non c'era da stupirsi se aveva perso il controllo.

Ma non era tutto qui, Sean sapeva d'aver evitato la causa principale. Ruth. Pensando a lei, un'ondata di desiderio lo travolse, una tenera disperazione che non aveva mai sperimentato prima. Si lamentò ad alta voce e alzò gli occhi alla stella dei mattino che il-languidiva sopra l'orizzonte rosato, via via che il sole ne emergeva.

Per qualche minuto si abbandonò alla dolcezza del suo amore, rammentando il modo in cui Ruth camminava, la scura serenità dei suoi occhi, la sua bocca che sorrideva e la sua voce che cantava...

finché i ricordi minacciarono di soffocarlo con la loro tenerezza.

Allora balzò in piedi e prese a camminare avanti e indietro sull'erba, accanto al fuoco. Dobbiamo andarcene di qui, pensò, dobbiamo togliere il campo e via... Al più presto. Devo trovare qualcosa da fare, qualcosa che m'impedisca di pensare a lei e riempia queste mie mani che ora dolgono dal desiderio di stringere il suo corpo.

Sulla strada apparve una lunga colonna di fanteria, diretta a nord, verso Colenso. Sean smise di andare su e giú e la guardò passare. Ogni uomo marciava chinato in avanti sotto il peso dello zaino e del fucile.

Sì, pensò, andrò con loro. Forse nel luogo verso il quale mar-ciano troverò quello che ho cercato invano ieri sera. Andremo a ca-sa, a Ladyburg, con cavalli freschi faremo presto. Lascerò Dirk con mia madre, poi tornerò indietro a combattere questa guerra.

Riprese a camminare su e giú con impazienza. Dove diavolo era Mbejane?

Dalle alture che lo sovrastavano, Sean guardò Ladyburg. Il villaggio si allargava a cerchio perfetto intorno alla guglia della chiesa.

Un tempo questa guglia brillava come fuoco nel suo rivestimento di rame nuovo, ma dopo diciannove anni di clima africano era diventata di un caldo color marrone.

Diciannove anni. Non sembrava che fosse passato tanto tempo.

C'erano depositi di merci, adesso, intorno alla stazione, un nuovo ponte di calcestruzzo sovrastava il Baboon Stroom, gli eucalipti della piantagione dietro la scuola erano piú alti e le poinciane lungo la strada principale erano scomparse.

Con strana riluttanza Sean girò il capo e guardò a destra, oltre il Baboon Stroom, quasi a ridosso di una scarpata, dove aveva lasciato la grande fattoria di Theunis Kraal con la sua casa dall'alto fron-tone all'olandese, il tetto spiovente di paglia intrecciata e le persiane di legno giallo.

C'era ancora, ma diversa da come la ricordava. Anche da quella distanza poteva vedere che i muri erano scrostati e macchiati d'umidità; il tetto era ispido come il pelo di un terrier, una, delle persiane pendeva un poco da un cardine rotto, i prati erano secchi, con chiazze di terra nuda. La latteria dietro la casa era in rovina, il tetto mancava e quanto restava dei muri arrivava appena alle spalle di un uomo.

« Dannato piccolo bastardo! » s'infuriò Sean, vedendo come suo fratello gemello aveva trascurato la vecchia casa. « E' così pigro che non uscirebbe da un letto neanche dopo averci pisciato. »

Per Sean non era soltanto una casa. Era il posto che suo padre aveva costruito, il posto in cui Sean era nato e aveva trascorso tutta la sua fanciullezza. Quando il padre era stato ucciso dalle lance zulu a Isandlawana, metà della fattoria e della casa era passata a Sean; quante serate aveva trascorso nello studio, coi ceppi che bruciavano nel caminetto di pietra e la testa di bufalo appesa sulla cappa che gettava strane ombre guizzanti sugli stucchi dei soffitto. Anche se aveva ceduto al fratello la sua parte, Theunis Kraal era sempre casa sua. Garry non aveva il diritto di lasciarla andare in rovina a quel Pagina 25

Wilbur Smith - La Voce Del Tuono (Ita Libro) modo.

« Maledetto! » ringhiò Sean, dando voce ai propri pensieri... Ma quasi subito provò una fitta di rimorso. Garrick era mutilato, una carabina lasciata cadere da lui, Sean, gli aveva maciullato un ginocchio, rendendo necessaria l'amputazione. Mi libererò mai da questa colpa? Quanto deve durare ancora la mia punizione? protestò Sean.

Ma quella non è stata l'unica cattiva azione che hai commesso contro tuo fratello, gli rammentò la sua coscienza. Chi ha generato il ragazzo che Garry chiama figlio? Quali lombi hanno prodotto il se-me che ha fecondato il ventre di Anna, la moglie di tuo fratello?

« E' passato tanto tempo, Nkosi. » Mbejane aveva notato l'espressione sul volto di Sean, mentre guardava verso Theunis Kraal e ricordava cose che sarebbe stato meglio dimenticare.

« Sì. » Sean si riscosse e raddrizzò le spalle. « Tanto tempo e tanta strada. Ma adesso siamo tornati a casa. »

Si voltò di nuovo verso il villaggio e perlustrò con gli occhi il quartiere oltre la via principale e l'albergo, cercando il tetto di quel piccolo cottage in Protea Street. Quando lo scorse, tra le alte e arruffate chiome degli eucalipti, si sentì di colpo lieto ed eccitato.

Chissà se Ada viveva ancora là? Chissà com'era diventata? Un pò grigia, senza dubbio... Ma i suoi cinquanta anni l'avevano segnata profondamente, oppure erano stati gentili con lei, come Ada lo era con tutti coloro con cui veniva a contatto? L'aveva perdonato d'esser partito senza dirle addio? Non gliene voleva per tutti quegli anni di silenzio? Capiva perché non le aveva mai fatto sapere nulla... Né una lettera, né un messaggio, salvo quel dono anonimo di diecimila sterline, che Sean aveva fatto versare sul suo conto in banca? Diecimila miserabili sterline, una festuca in confronto a tutti i milioni che Sean aveva guadagnato e perduto in quei giorni lontani, quando era uno dei piú grossi proprietari di giacimenti auriferi di Witwater-srand.

Di nuovo il senso di colpa s'impossessò di lui... Proprio perchè sapeva con assoluta certezza che lei aveva capito, che lei aveva perdonato. Così era Ada, la donna che suo padre aveva sposato in se-conde nozze... E che Sean amava al di là dell'amore naturale dovuto a chi ci ha generato.

« Scendiamo », disse, spingendo il cavallo al piccolo galoppo con un colpo di ginocchia.

« Laggiú, papà? » gridò Dirk, raggiungendolo.

« Sì, ragazzo. Siamo arrivati a casa. »

« Ci sarà la nonna? »

« Lo spero », rispose Sean, e aggiunse a bassa voce: « Lo spero con tutte le mie forze ».

Sean e Dirk, seguiti da Mbejane e dal mulo col carico, cavalcaro-no oltre il ponte sul Baboon Stroom, oltre i recinti del bestiame lungo i binari, oltre il vecchio bosco e l'edificio di ferro della stazione con il cartello bianco e nero scolorito - LADYBURG, ALTITUDINE 745

METRI SOPRA IL LIVELLO DEL MARE - a sinistra nella polverosa strada principale, abbastanza larga per potervi girare con un carro trainato da una pariglia di buoi, e giú lungo Protea Street.

All'angolo Sean mise il cavallo al passo, prolungando il piacere dell'attesa, finché si fermarono davanti a uno steccato bianco. Il giardino era verde, ben curato, con allegre aiuole di margherite Bar-beton e rododendri. Il cottage era stato ingrandito, sul lato piú lontano avevano aggiunto una nuova stanza ed era intonacato di fresco. Un'insegna sul cancelletto diceva in lettere d'oro su fondo verde: MAISON ADA - COSTUMIERE.

Sean ridacchiò. « La vecchia ragazza si è data al francese. » Poi, a Dirk: « Aspetta qui ».

Scese da cavallo, porse le redini al figlio e varcò il cancello. Davanti alla porta sostò, imbarazzato, aggiustandosi nervosamente il fazzoletto da collo. Abbassò lo sguardo sul severo abito di panno scuro e i nuovi stivali che aveva comprato a Pietermaritzburg, si spolverò i calzoni, diede una sistematina alla barba pareggiata da poco, si arricciò i baffi e infine bussò.

Venne ad aprirgli una giovane donna, che Sean non riconobbe.

Lei invece reagì all'istante, arrossendo un poco, tentando di siste-marsi i capelli senza attirare l'attenzione sul loro disordine, nascon-Pagina 26

Wilbur Smith - La Voce Del Tuono (Ita Libro) dendo dietro la gonna il lavoro di cucito che aveva in mano e mostrando tutti i segni di confusione tipici di una donna nubile che si trovi, a un tratto e senza aspettarselo, alla presenza di un uomo attraente e ben vestito. Ma Sean non provò che un moto di pena alla vista del suo volto deturpato dalle cicatrici rosse dell'acne.

Si tolse il cappello. « La signora Courteney è in casa? »

« E' nel laboratorio, signore. Chi devo annunciare? »

« Non le dica nulla... è una sorpresa», fece Sean, sorridendole, e la ragazza alzò timidamente una mano per nascondere la rovina della faccia.

«Entri, prego », mormorò, spostando il viso di lato, come per esporne la minor superficie possibile.

« Chi è, Mary? » chiese una voce dalle profondità del cottage.

Sean sussultò. Non era cambiata... E fu come se tutti quegli anni non fossero trascorsi.

« Un signore, zia Ada. Vuole vederti. »

« Vengo subito. Fallo accomodare e porta del caffè, Mary, per piacere. »

La ragazza fuggì, sollevata, e Sean rimase solo nel piccolo salot-to, rigirando il cappello nelle grandi mani brune, gli occhi fissi sul dagherrotipo di Waite Courteney appeso sopra il caminetto. Benché non se ne rendesse conto, il volto del ritratto era quasi il suo stesso volto... Gli stessi occhi sotto le folte sopracciglia brune, la stessa arroganza nella piega della bocca, perfino la stessa ostinazione nel protendersi della mascella dissimulato dalla barba a punta... E il grande naso aquilino dei Courteney.

La porta del laboratorio si aprì e Sean si voltò di scatto. Ada Courteney entrò sorridendo, ma, appena i suoi occhi si posarono sul volto di Sean, la donna s'immobilizzò e il sorriso le morì sulle labbra, mentre diventava bianca come un cencio. Portando una mano alla gola, emise un piccolo suono soffocato. «Mio Dio», bisbigliò.

«Ma'», fece Sean, agitando goffamente i piedi. «Ciao, Ma'. E'

bello vederti. »

« Sean! » Il colore riflui sulle sue guance. « Per un momento ho pensato... Sei identico a tuo padre. Oh, Sean! » E corse verso di lui.

Sean buttò il cappello sul sofà e l'accolse tra le braccia.

« Ti aspettavo. Sapevo che saresti venuto. »

Sean la sollevò dal pavimento, la baciò ridendo di gioia, ruotò su se stesso.

« Mettimi giú », ansimò Ada. Sean obbedì e lei gli buttò le braccia al collo. «Sapevo che saresti tornato. In principio leggevo ogni tanto di te sui giornali e la gente mi raccontava cose... Ma in questi ultimi anni non c'è stato nulla, assolutamente nulla. »

« Mi spiace », disse Sean.

«Sei un ragazzaccio». Ada era eccitatissima, dalla crocchia allentata una ciocca le era caduta su una guancia. « Ma è così bello averti di nuovo qui... » e improvvisamente scoppiò in lacrime.

« No, Ma'. Per piacere, no. » Non l'aveva mai vista piangere.

« E' perché... Una sorpresa simile! » Si asciugò le lacrime con un gesto brusco. « Non è niente. »

Sean cercò disperatamente qualcosa per distrarla. « Ehi! » esclamò poi, sollevato. « Ho un'altra sorpresa per te. »

« Piú tardi », protestò la donna. « Una alla volta. »

« Questa non può aspettare », rise Sean. La condusse alla porta e poi fuori, sui gradini, tenendole un braccio intorno alle spalle.

« Dirk », gridò. « Vieni qui. »

La sentì irrigidirsi, mentre guardava Dirk risalire il sentiero.

« Questa è tua nonna», disse.

« Perché piange? » chiese Dirk, guardandola con visibile curiosità.

Poco dopo, padre e figlio sedevano al tavolo di cucina, mentre Ada e Mary li rimpinzavano di cibo. Ada Courteney credeva che la prima cosa da fare, con un uomo, fosse nutrirlo.

Mary era eccitata quasi quanto Ada. Aveva approfittato dei pochi minuti in cui era rimasta sola: ora i suoi capelli erano ben pettinati e portava una nuova camicetta, ma la cipria con cui aveva tentato di coprire i brutti segni della pelle non faceva che attirare l'attenzione su di essi. Impietosito, Sean evitava di guardarla e Mary se Pagina 27

Wilbur Smith - La Voce Del Tuono (Ita Libro) ne accorse. Timidamente si dedicò a Dirk... Il quale accolse le sue gentilezze come se fossero nell'ordine naturale delle cose.

Mentre mangiavano, Sean raccontò quello che aveva fatto negli anni di cui Ada non sapeva nulla, sorvolando sulla morte della madre di Dirk e altre cose di cui non poteva essere orgoglioso. Infine concluse:

« E così eccoci qui:

A casa torna il marinaio dall'alto mare, A casa torna il cacciatore dalla collina...

Dirk, non riempire troppo la bocca e tienila chiusa quando ma-stichi ».

« Quanto tempo ti fermerai? Mary, guarda se sono rimaste delle paste nella credenza... Dirk ha ancora fame», disse Ada.

« Gli farai prendere un'indigestione. Non so quanto resterò; non molto comunque... C'è una guerra in corso. »

« Vuoi arruolarti? »

« Sì. »

« Oh, Sean. Devi proprio? » Ma conosceva già la risposta.

Mentre sceglieva un sigaro, Sean esaminò attentamente Ada per la prima volta. C'era dei grigio nei suoi capelli, come s'era aspettato, anzi c'era piú grigio che nero, soprattutto alle tempie; la pelle, perduta la freschezza giovanile, si era raggrinzita intorno agli occhi e tesa sul dorso delle mani, rivelando le vene e rendendo piú promi-nenti le nocche. Era anche piú grassa, il petto era pieno e tondeggiante, le mammelle avevano perso la loro identità separata e formavano un tutto unico.

Invece le altre qualità, il cui ricordo Sean aveva tenuto caro per tanto tempo, non solo permanevano, ma sembravano accentuate; il controllo di sé rivelato dalla compostezza delle mani e del corpo, ma mitigato dal senso dell'humour che aleggiava intorno alle labbra; lo sguardo che esprimeva umana pietà e sicura comprensione per tutto ciò su cui si posava. Ma soprattutto quell'indefinibile aura di bontà che la circondava... Guardandola, Sean sentì di nuovo che, dietro quegli occhi, nessun pensiero distruttivo poteva vivere a lungo.

Accese il sigaro e parlò, mentre il fumo gli avvolgeva il viso. « Sì, Ma'. Devo andare. »

E gli occhi di Ada, il cui marito era morto in guerra, si colmaro-no per un istante d'infinita tristezza. « Già. Suppongo che tu debba.

Garry è già partito... E Michael sta facendo il diavolo a quattro per seguirlo. »

« Michael? » chiese Sean.

« Il figlio di Garrick... Nacque poco dopo... La tua partenza da Ladyburg. Quest'inverno compirà diciott'anni. »

« Com'è? » La voce di Sean era colma di ansia. Michael... Pensò, dunque è così che si chiama mio figlio. Il mio primogenito. Perdio, il mio primogenito, e non ne ho saputo nemmeno il nome finché non è stato quasi un uomo fatto.

Ada lo stava guardando con una grande domanda inespressa negli occhi. « Mary, accompagna Dirk in bagno, per piacere, e ripuli-scigli un pò la bocca da tutto quel cibo. » Quando se ne furono andati, rispose alla domanda di Sean. « E' uno spilungone, molto alto e magro. Bruno come la madre, ma serio. Sempre il primo della classe. Io lo adoro. Viene spesso qui. » Tacque per un momento, poi mormorò: « Sean... ».

Subito il figliastro la interruppe. « E come sta Garry? » Sapeva cosa stava per chiedergli.

« Non è cambiato molto. Ha avuto un periodo sfortunato... Povero Garrick, le cose sono andate male alla fattoria. La peste bovina gli ha sterminato le mandrie; ha dovuto chiedere un prestito alla banca. » Esitò un istante. « E credo che abbia cominciato a bere forte. Bada, non posso esserne sicura... Anche prima di partire veniva di rado in città e io non l'ho mai visto toccare alcool. Ma credo che sia così. »

« Quando sarò a Colenso, cercherò di sapere dove si trova. »

« Non ti sarà difficile. Garry è tenente colonnello e presta servizio nello stato maggiore dei generale Buller. Ha avuto la promozio-Pagina 28

Wilbur Smith - La Voce Del Tuono (Ita Libro) ne la settimana scorsa, assieme al Distinguished Service Order, per fare il paio con la Victoria Cross. E' incaricato dei collegamenti fra le truppe imperiali e coloniali. »

« Buon Dio! » Sean era sbalordito. « Garrick colonnello! »

«Il generale Buller lo stima molto. Anche lui ha la Victoria Cross. »

« Ma tu sai come Garry ha ottenuto quella decorazione », protestò Sean. « Si è trattato di uno sbaglio. Se Garrick è nello stato maggiore del generale... Allora il Signore abbia pietà dell'esercito britannico! »

« Sean, non devi parlare così di tuo fratello. »

« Colonnello Garrick Courteney», fece Sean, e rise a gola spiegata.

« Non so cosa ci sia fra te e Garry, ma lo trovo orribile... E non voglio nulla di simile in casa mia. » Il tono di Ada era molto duro.

Sean smise immediatamente di ridere.

« Scusa. »

« Prima di chiudere la questione, voglio metterti in guardia. Ti prego, sta' molto attento a come ti comporti con Garry. Qualunque cosa sia accaduta fra voi... E io non voglio saperne nulla... Garry ti odia ancora. Un paio di volte aveva cominciato a parlarne e io l'ho fermato. Ma conosco il suo odio da Michael... Che ne ha subito il contagio. E' quasi un'ossessione per lui. Quindi sta' attento. » Ada si alzò. «E adesso parliamo di Dirk. Che bel bambino, Sean! Ma ho paura che tu l'abbia viziato. »

« E' una tigre», ammise il padre.

« Che istruzione ha avuto? »

« Be', sa leggere un poco... »

« Resterà qui con me. Tra non molto inizia l'anno scolastico e lo iscriverò. »

« Stavo per chiedertelo. Ti lascerò del denaro. »

« Dieci anni fa qualcuno ha fatto un grossissimo e misterioso versamento sul mio conto in banca. Non erano soldi miei... Così li ho depositati a interesse. » Sorrise a Sean, che assunse un'aria colpevole. « Possiamo usare quelli. »

« No », fece Sean.

«Sì», lo contraddisse Ada. «E adesso dimmi quando pensi di partire. »

« Presto. »

« Quanto presto? »

« Domani. »

La voce del tuono
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