27.
Jan Paulus era in piedi accanto al suo pony. La nebbia si era condensata sulla sua barba in goccioline di rugiada, che brillavano come minuscole perle incastonate nel rosso-oro. Due pesanti cartucciere s'incrociavano sul suo petto e il Mauser sembrava un giocattolo nelle sue enormi mani pelose. Mascella protesa in avanti, egli passava in rassegna gli schieramenti. Per tutta la notte Jan Paulus aveva lanciato il proprio cavallo di Iaager in laager, per tutta la notte aveva ruggito e sbraitato e spinto gli uomini su per i pendii dello Spion Kop. Ora la montagna formicolava di cinquemila burghers in attesa, e dietro di lui, in un arco di centoventi gradi, erano piazzati i cannoni. Dalla Green Hill a nord-ovest fino al pendio opposto dei Twin Peaks a est, i suoi artiglieri stavano acquattati accanto ai Nordenfelt e ai Creusot, pronti ad aprire il fuoco sulla cresta dello Spion Kop.
Tutto è pronto, e ora devo guadagnarmi il diritto di portare questo cappello. Sogghignò fra sé e si calcò piú saldamente il feltro ne-ro sulle orecchie.
« Hennie, riporta il mio cavallo al laager. »
Il ragazzo condusse via l'animale e Jan Paulus attaccò l'ultima salita verso la cima. La luce stava aumentando e i burghers appostati tra le rocce riconobbero l'insegna fiammeggiante della sua barba.
« Goeie Jag, Oom Paul », dicevano, e « Kom saam om die Rooi Nekke le skiet. »
Due uomini scesero di corsa verso di lui. «Oom Paul, siamo appena andati all'Aloe Knoli. Non ci sono inglesi sulla montagnola! »
« Siete sicuri?» Sembrava un dono troppo generoso della fortuna.
«Ja, Oom Paul. Sono tutti sul retro della montagna. Li abbiamo sentiti scavare e parlare. »
« Di che commando siete?» chiese Oom Paul agli uomini ammassati intorno a lui nella nebbia.
«Carolina», risposero piú voci.
«Avanti», ordinò Jan Paulus. «Venite tutti con me. Andiamo all'Aloe Knoll. »
Gli uomini lo seguirono. Costeggiando la vetta, centinaia di piedi frusciavano tra l'erba, i fiati si condensavano nell'aria, finché davanti a loro si erse la sagoma scura dell'Aloe Knoll. I burghers sciamarono sulla montagnola, scomparendo tra le rocce e i crepacci co-me una colonna di formiche che rientra nel nido.
Steso sul ventre, Jan Paulus accese la pipa, pigiò il tabacco con un pollice così calloso da essere insensibile al fuoco, tirò una lunga boccata e scrutò la bianca cortina di nebbia. Nel silenzio incantato che era caduto sulla montagna il suo stomaco gorgogliò forte, ricor-dandogli che non mangiava dal mezzodì dei giorno precedente. Nella tasca del cappotto aveva una striscia di carne secca. Il leone caccia meglio a stomaco vuoto, pensò, e si riempì la bocca di fumo.
« Ecco che si alza il vento», bisbigliò una voce accanto a lui, e Pagina 72
Wilbur Smith - La Voce Del Tuono (Ita Libro) Jan Paulus ne udì il sibilo tra la vegetazione sopra la sua testa: aloe alti quanto un uomo, simili a candelabri dalle molte braccia, verdi con le punte color oro e cremisi che ondeggiavano lievemente nella brezza mattutina.
« Ja. » Jan Paulus sentì che nel proprio petto si agitava quel misto di paura ed esaltazione che spazzava via ogni stanchezza. « Sta arrivando. » Vuotò la pipa, se la ficcò, ancora bruciante, in tasca e sollevò il fucile dalla roccia davanti a lui.
Teatralmente, così come si scopre un monumento, il vento spazzò via la nebbia. Di un morbido marrone dorato, nella prima luce del sole, sotto un cielo blu-cobalto, apparve il picco tondeggiante dello Spion Kop. Era attraversato da una ferita rossa, lunga circa mezzo chilometro.
«Almagtig! » boccheggiò Jan Paulus. « Li abbiamo in pugno! »
Sopra il rozzo parapetto della trincea, simili a uccelli sulla traversa di uno steccato, così vicini che egli poteva distinguere ogni singolo bottone e sottogola, i caschi chiari contrastavano nettamente con i toni piú scuri della terra e dell'erba. Piú indietro, completamente esposti dalla testa ai piedi, fermi allo scoperto o impegnati a trasportare acqua e munizioni, c'erano centinaia di soldati inglesi.
Per alcuni interminabili secondi il silenzio si protrasse, come se i burghers, che fissavano al di sopra dei fucili quell'incredibile bersaglio, non riuscissero a premere i grilletti. Gli inglesi erano troppo vicini, troppo vulnerabili. Un'universale riluttanza mantenne i Mauser silenziosi.
« Fuoco! » ruggì Jan Paulus. « Skiet, Kerels, Skiet », e la sua vo-ce arrivò fino agli inglesi dietro la trincea. Jan Paulus vide che ogni movimento cessava di colpo, facce bianche che si voltavano a guardare nella sua direzione... Ed egli mirò con cura sotto una di esse. Il fucile sobbalzò contro la sua spalla e l'inglese cadde nell'erba.
Quell'unico sparo ruppe l'incanto. I fucili crepitarono isterica-mente all'unisono e il fregio di sagome cachi lungo la trincea si contrasse in movimenti convulsi, mentre le pallottole piovevano su di esso. Da quella distanza qualunque burgher di Jan Paulus poteva abbattere quattro antilopi in corsa con cinque colpi. Nei pochi secondi che occorsero agli inglesi per tuffarsi nella trincea, almeno cinquanta uomini rimasero sul terreno, morti o feriti.
Ora c'erano soltanto caschi e teste al di sopra del parapetto, e questi bersagli non stavano mai fermi. Si abbassavano, si piegavano di lato e sobbalzavano, mentre gli uomini di Woodgate sparavano e ricaricavano, e settecento Lee-Metford univano le loro voci al pandemonio.
Poi la prima bomba, sparata da un cannone dei pendio opposto della Conical Hill, sibilò sopra le teste dei burghers ed esplose in una nuvola di fumo e polvere a una quindicina di metri davanti alla trincea inglese. Una pausa, mentre, sotto la cresta, i segnalatori di Jan Paulus, muniti di eliografo, indicavano alla batteria come doveva correggere il tiro, poi un secondo proiettile scoppiò al di là della trincea; un'altra pausa e la terza bomba colpì il bersaglio. Un corpo umano fu sbalzato in aria, braccia e gambe roteavano come i raggi della ruota d'un carro. Quando la polvere si dissipò, c'era uno squarcio nel parapetto e una mezza dozzina di uomini cercavano freneticamente di colmarlo.
Tutti i cannoni boeri aprirono il fuoco. Al rombo costante dei grossi proiettili faceva da contrappunto il crepitio delle mitragliatrici. E di nuovo la nebbia avvolse il picco: questa volta era una sottile e stagnante cortina di polvere e fumo di liddite, che offuscava il sole e irritava i nasi, le gole e gli occhi degli uomini per i quali era cominciato un lungo, lunghissimo giorno.