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Il legale della polizia Marie Sagen si strinse nel sottile cappotto alla moda con il collo di pelliccia e fece scorrere il tesserino attraverso il lettore. Passò rapidamente nella sala di controllo. I tacchi degli stivaletti neri battevano sul pavimento. Fece un cenno con il capo a un paio di agenti, e si passò una mano tra i capelli biondi. Sollevò la ventiquattrore e la strinse a sé, poi premette il tasto dell’ascensore corrispondente al quarto piano.
Cato Isaksen era lì ad accoglierla. «Roger sta parlando con Hjertnes, in questo momento», disse.
«E Marian Dahle?»
«Siamo stati al pronto soccorso. Sta bene. Abbiamo fatto un breve punto della situazione. Dopo faremo un’altra riunione».
«Adesso dov’è?». Marie Sagen poggiò per terra la ventiquattrore e si tolse il cappotto con il collo di pelliccia.
«È con Roger», fece lui. «È lei che ha insistito. Tomas Carlsson avrebbe potuto ucciderla, ma poi si è sparato. Naturalmente ci sarà un’indagine».
«Perfetto», disse Marie Sagen. «Se si scopre che la Dahle sta interrogando un tizio che ha cercato di spararle, sarà licenziata in tronco. Immagino che con Hjertnes ci sia il suo avvocato, giusto?». Gettò il cappello con la pelliccia sulla spalliera di una sedia.
«Veramente Marian si è precipitata nella sua cella», disse Cato Isaksen. «Vai pure a prenderla, se ne hai il coraggio. Ufficialmente non è lì dentro».
La Sagen prese la sua cartella, la poggiò sul tavolo e la aprì. «È appena arrivato un rapporto interno: gli agenti donna non sono valorizzati a sufficienza. Il dipartimento di polizia è conservatore. È una cosa che ho notato anch’io. Sono stata criticata perché porto i tacchi e mi metto lo smalto. Ma non hai risposto alla mia domanda: c’è un avvocato ad assistere il carcerato?»
«No, non è ancora arrivato», spiegò Isaksen. «L’ho letto anch’io quel rapporto sulle donne in polizia. Il dipartimento è stato pensato da uomini per altri uomini, c’è scritto. Ma Marian riequilibra quella statistica. Ho fatto di tutto per sottometterla, ma lei scatta sempre su come un pupazzo a molla».