Congedo
Convoco per congedo un’ultima figura. Un uomo che ne sapeva molto più di me su Dante, e sul Valhalla, e, probabilmente, su molte delle cose che mi sono azzardato a toccare in questa narrazione.
Jorge Luis Borges.
Fra le molte poesie che ha scritto, ce n’è una abbastanza anomala, abbastanza diversa dal resto della sua produzione. Si intitola “Familiarità”. Parla di tutte le piccole cose di cui è fatta una relazione duratura e intima fra persone. Sembra un elenco di cose minime e crepuscolari, con un procedere timido, a mezzetinte. Poi, all’improvviso, il tono si innalza, si fa quasi epico. Gli ultimi versi sono uno strano inno:
Questo è raggiungere ciò che è più alto,
ciò che forse ci darà il Cielo:
non ammirazione né vittorie
ma semplicemente l’essere ammessi
come parte di una Realtà innegabile,
come le pietre e gli alberi.