Un giardiniere
Nel libro di cui sopra, “La conquista della felicità”, a un certo punto dice: “Ora vorrei passare in rassegna le persone felici che mi è capitato di conoscere nel corso della mia vita”.
Tu pensi ‘chissà di chi parlerà? Ha conosciuto ogni genere di persona, gli uomini in più importanti della terra! Era amico di Einstein!’
E lui elenca fra i vertici della felicità umana… il suo giardiniere.
Il suo giardiniere?! Sì.
“Il mio giardiniere – scrive Russell – è un uomo sulla settantina. Fa ogni giorno, per andare da casa al lavoro, ventiquattro chilometri di strada. In bicicletta. In collina”.
La felicità di quest’uomo, nel parere di Russell, deriva dal fatto che lavora a contatto con la terra, e che il suo lavoro lo appassiona. “Egli è impegnato in una guerra perenne contro i conigli, dei quali parla esattamente come Scotland Yard dei bolscevichi; li considera biechi, feroci e infidi, ed è del parere che possano essere combattuti unicamente con mezzi di un’astuzia pari alla loro”.
Ogni giorno il giardiniere scova, estromette, caccia via dal giardino i conigli. E, dopo ogni notte, i conigli fanno ritorno. Per questo il giardiniere è felice (sono parole testuali di Russell) “come gli eroi del Valhalla”, i quali ogni giorno combattono nemici che gli ricompariranno davanti integri il giorno successivo.