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Allora ora immaginate Giona. Entra finalmente a Ninive. È stanco, lacero, stravolto, spiritato… coperto di vomito di pesce. Urla: “’Od arebba’ìm iom ve Ninvè neheppahhet!”, “ancora quaranta giorni e Ninive sarà distrutta”.
E credono, gli abitanti di Ninive. Credono a quest’uomo lacero. Cominciano a fare penitenza, a digiunare, a vestirsi di sacco, a cospargersi il capo di cenere. Persino il re. Persino il re si toglie il mantello, scende dal trono. Si cosparge il capo di cenere, digiuna. Anzi, manda banditori in tutta la città: che tutti gli abitanti di Ninive digiunino, facciano penitenza. E Dio vede la conversione dei loro cuori e allora, dice la Bibbia “si pentì del male che aveva detto di fare e non lo fece”.
E così Ninive è salva. E così finisce il terzo capitolo del libro di Giona.