15. L’Oceano che non c’era

Da quando abbiamo lasciato alle spalle il passaggio tanto desiderato sono passati giorni e giorni.

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E non abbiamo mai incontrato terra.

Per fortuna il tempo è buono.

Le navi e gli uomini non resisterebbero a una tempesta.

Ma il cibo ormai scarseggia. La mancanza di vino, frutta e verdura fresca ci sta facendo ammalare.

I due giganti patagoni muoiono, uno dopo l’altro. Beviamo acqua putrida. I topi di bordo vengono cacciati per essere venduti a peso d’oro e poi arrostiti.

I biscotti sono pieni di vermi che vengono usati per pescare.

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Per tre mesi e venti giorni le tre navi proseguono in linea retta verso nord-ovest, dove penso di incontrare la Malacca e le Isole delle Spezie. Ma devo ammettere che tutte le distanze previste erano sbagliate. Il mondo è molto più grande di quanto avessi mai immaginato.

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La fame e gli stenti ci fanno vedere isole che non esistono. Anch’io comincio a dubitare. Forse avevano ragione gli antichi, oltre questo oceano non c’è nulla e noi cadremo nel vuoto sottostante.

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Finalmente, il 6 marzo 1521, dopo più di cento giorni di deserto d’acqua, le nostre tre navicelle approdano in un’isola dall’aspetto piacevole, verde e abitata.

Con nostro grande stupore siamo subito circondati da agilissime canoe, guidate da indigeni piccoli e scattanti. Salgono a bordo nudi e senza armi. Ma, con aria allegra e approfittando della nostra debolezza, portano via tutto quello che possono, persino una scialuppa di salvataggio.

Chiamerò questo arcipelago Islas de los Ladrones.

Mai un furto ha coinciso con un momento di felicità come quello che provo. Ho raggiunto le Indie.

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Le “Isole dei Ladroni” prenderanno il nome di Marianne. Magellano non immagina che queste isole si trovino sul ciglio della fossa oceanica più profonda del nostro pianeta: la Fossa delle Marianne.

Quando gli indigeni delle Marianne salgono a bordo delle navi di Magellano, non sanno che cosa è il denaro, non hanno tasche e soprattutto non hanno lo stesso concetto di proprietà degli Europei, che invece mettono le loro bandiere e proclamano la sovranità dei loro re su tutti gli scogli che incontrano. Così sarà per le Marianne, prima spagnole, poi tedesche e giapponesi.

Dal 1978 le Marianne fanno parte del Commonwealth USA.

I suoi abitanti sono cittadini statunitensi e si arrabbiano moltissimo a essere chiamati “ladrones”.