Ora vivo nel palazzo di Re Giovanni II d’Aviz a Lisbona.
Purtroppo i miei genitori sono morti e mio fratello mi ha portato alla reggia come paggio al servizio della Regina Eleonora.
Qui sono coccolato da cuoche e fantesche. Mi raccontano i fatti terribili avvenuti in queste mura:
tradimenti e uccisioni tra parenti e pretendenti al regno. Io svolgo lavori umili e silenziosi ma mangio bene e ricevo una buona educazione, cosa rara nel mio tempo.
Il palazzo reale di Lisbona è modesto e un po’ ruspante rispetto alle sfarzose corti italiane e francesi, ma vi assicuro che qui si respira un’aria molto stimolante. Il re riceve sempre più spesso navigatori, commercianti e grandi esploratori. L’ho sentito discutere anche con un certo Cristoforo Colombo. Io ascolto e imparo.
A quindici anni assisto alla morte di Re Giovanni e all’incoronazione di Re Manuel. È un re povero, come tanti che lo hanno preceduto.
Non immagina assolutamente che diventerà uno dei sovrani più ricchi del mondo.
Nel 1498, quando compio diciotto anni, il comandante Vasco da Gama doppia il Capo di Buona Speranza, prosegue e raggiunge l’India. È la prima volta che una nave europea raggiunge queste regioni. Quando ritorna è accolto trionfalmente e viene nominato Ammiraglio dell’oceano Indiano.
Vasco da Gama per me è un mito vivente. Ha realizzato il sogno di tutti noi portoghesi: ci ha regalato la possibilità di raggiungere via mare l’Estremo Oriente e tornare carichi di spezie, seta e altre ricchezze.
Era il sogno di tanti e ha portato un altro navigatore a fare una scoperta inaspettata.
Ecco Cristoforo Colombo. Nel 1492 ha scoperto l’America.
Era sicuro della rotondità della Terra e che, attraversando l’oceano Atlantico, avrebbe raggiunto l’India o la Cina.
Aveva frequentato la corte di Lisbona cercando di convincere Re Giovanni a finanziare una spedizione oltre l’oceano Atlantico, senza alcun risultato.
Infine era riuscito ad avere l’appoggio della Spagna.
Ma la spedizione spagnola – che mirava all’India – trovò sulla sua rotta un intero nuovo continente.