Detto tra noi, non tutti nel mio tempo si rendono conto dell’importanza della scoperta di Cristoforo Colombo. Comunque è nata subito una disputa tra Portogallo e Spagna.
Il problema viene risolto con il celebre Trattato di Tordesillas, benedetto da Papa Alessandro VI nel 1494.
In pratica il pianeta viene diviso a metà come un frutto.
Secondo il Trattato di Tordesillas al Portogallo spettano tutte le terre a est di un meridiano che passa tra Capo Verde e le terre scoperte da Colombo. Alla Spagna spettano invece tutti i territori a ovest di questo meridiano. Subito partono agguerrite spedizioni per prendere possesso dei territori contesi.
Nel 1505, quando ho 25 anni, da Lisbona parte una grande spedizione portoghese. Io sono a bordo di una delle 22 navi comandate dall’ammiraglio Francisco de Almeida.
Faccio parte di un esercito di millecinquecento uomini che con armi e corazze è destinato a occupare con la forza i porti dell’oceano Indiano.
Ho poco più di vent’anni e sono un soldato come tanti. Dovrò combattere, ma anche lavorare sodo, sulla nave e a terra.
Ma è una esperienza straordinaria.
Per la prima volta sbarco su meravigliose spiagge africane, assaggio frutti mai visti, ed esploro le incredibili città d’Oriente.
La missione dell’ammiraglio Francisco de Almeida è tutt’altro che pacifica e incontra crescenti resistenze. Durante una storica battaglia navale tra la flotta portoghese e quella dello Zamorin, il ragià di Calicut, ottanta portoghesi perdono la vita. Magellano rimane ferito. Viene rimpatriato a bordo di una nave carica di spezie, ovvero di cannella, chiodi di garofano, pepe e zenzero. Profumerà di spezie per molti mesi a venire.