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La dottoressa Fugit si era presa l’alloggio migliore del motel: un’ampia mansarda con angolo cottura e una zona salotto con il camino. Una fila di abbaini si affacciava sul bosco che saliva ripido verso le montagne. Quando entrarono, fece cenno a entrambi di accomodarsi sulle poltrone ai lati del camino, mentre lei scelse per sé il divano.

«Indovinerete di certo perché sono qui» li accolse. «Sono molto preoccupata per quello che sta succedendo. E lo sono particolarmente per l’incolumità del nostro personale.» Poi rimase in silenzio per qualche istante. «E vorrei anche sapere come una semplice spedizione archeologica senza complicazioni si sia trasformata in una spirale di omicidi e scandali.»

Si sedette sul divano, le braccia incrociate e lo sguardo su Nora.

Nora si sentì avvampare di rabbia per quell’atteggiamento. Dopo aver avuto a che fare con quell’arrogante di un’agente dell’FBI, l’ultima cosa di cui aveva bisogno era l’ingerenza del presidente. Ma litigare con il suo capo sarebbe stata una pessima idea, quindi deglutì e cercò di controllare il tono di voce.

«Vorrei dire subito che lo scavo è stato un successo su tutti i fronti. Abbiamo mappato l’intero campo e scoperto una serie di informazioni e reperti che saranno studiati per gli anni a venire.»

«Ossa rubate a parte, evidentemente.»

«Dottoressa Fugit, le ossa dovevano essere tenute in situ, e non c’era modo di proteggerle o di metterle sottochiave fino a quando non fossero state rimosse per la curatela, al termine dello scavo. Nessuno poteva immaginare che Peel le avrebbe rubate. In ogni caso, tutte le ossa che abbiamo rinvenuto sono state recuperate, tranne un cranio e alcune vertebre.»

«E la morte di questo Wiggett?»

«L’FBI sta indagando, ma non ci forniranno nessuna informazione.»

«Ho intenzione di parlare con questa agente dell’FBI, appena tornerà. Ho già parlato con lei una volta, e sembrava abbastanza spaesata, lanciava accuse a destra e a manca…»

Dio l’aiuti, pensò Nora, non senza una punta di piacere.

Fugit si rivolse a Clive. «E la sua opinione sulla situazione?»

«Concordo con Nora. È stata una spedizione di successo. Non vedo come questi problemi avrebbero potuto essere previsti o evitati. Di certo, Nora non può essere responsabile di nessuno di essi. A essere sinceri, tutte le difficoltà sembrano venire dai mandriani assunti dall’Istituto… non da noi.»

«A proposito di Istituto, ha idea di quanto ci sia costata finora questa campagna di scavo? Poco meno di mezzo milione di dollari. Dovete tornare lassù, completare lo scavo e, se possibile, trovare quell’oro.»

«L’agente Swanson ha detto che potremo tornarci tra quarantotto ore.»

«Può darsi, ma questo non cancellerà la bufera in arrivo. Se sarà brutta come prevedono, potrebbero passare giorni prima che possiate tornare lassù.»

«Ce ne occuperemo una volta che Nora avrà ottenuto il via libera dall’agente Swanson» le disse Clive. «Sono certo che l’oro sia lassù. Abbiamo ristretto la ricerca a un’area precisa.»

«Spero vivamente che sia così. Ora, ho appreso che l’FBI condurrà degli interrogatori accurati. Tenete presente che è necessario che l’Istituto sia presentato in una luce favorevole.» Si sporse in avanti. «Come voi stessi avete riconosciuto, questi problemi nascono tutti dal Red Mountain Ranch e dai suoi mandriani. Niente a che fare con noi. Giusto?»

«Giusto» rispose Clive.

«La ringrazio. Ora vorrei scambiare qualche parola in privato con Nora, se non le dispiace.»

Clive si alzò e lasciò la stanza. Fugit si rivolse a Nora, l’atteggiamento addolcito. «Mi dispiace sembrare così severa. So che è stato difficile. E sospetto che il mio arrivo non sia stato una sorpresa piacevole.»

Nora non aveva previsto quel cambio di registro.

La donna continuò. «Ero davvero preoccupata quando ho saputo che c’era stata una morte accidentale, e poi un omicidio. Non volevo parlarne di fronte al dottor Benton, ma spero che lei capisca che non potevo che essere qui.»

«E io ne sono contenta» mentì Nora.

«Ora dobbiamo parlare della stampa. Finora, non è venuto fuori nulla. Ma succederà. E lei dovrà essere preparata.»

«In che senso?»

«Le rivolgeranno delle domande, domande scomode. Il mio consiglio è di dire il meno possibile, senza però neanche sembrare evasiva. Anticipi le domande e si scriva un elenco dei punti: lo scavo è stato un grande successo; ho portato a termine tutto ciò per cui sono venuta qui; l’importanza storica della scoperta è impareggiabile; sì, ci sono stati alcuni eventi sfortunati, ma che coinvolgono solo i mandriani assunti per supportare la spedizione, niente a che fare con l’Istituto.»

Nora annuì. Dopotutto, era vero, non semplicemente l’interpretazione a cui sarebbe ricorso il presidente di un’organizzazione prestigiosa.

«È d’accordo con il dottor Benton? Sul fatto che troverete l’oro, intendo.»

«A conti fatti, sì.»

Fugit sembrò rilassarsi un po’, poi sorrise. «Non volevo metterla in imbarazzo di fronte a lui, ma voglio che sappia che sta facendo un lavoro eccellente malgrado le circostanze non siano facili.» Si chinò in avanti. «Lei è un’archeologa di prim’ordine, Nora. La migliore all’Istituto. E mi assicurerò che quell’agente dell’FBI non la ostacoli nel completamento del suo lavoro. Conosco gente a Washington. Posso tirare qualche filo e, con un po’ di fortuna, tenere a freno quella zelante novellina.»

«Grazie» disse sinceramente Nora. «Lo apprezzerei molto.»

«Quando l’FBI avrà liberato il sito, la priorità sarà preparare le ossa per il trasporto e mettere in sicurezza lo scavo, nel caso in cui provino a intralciarla di nuovo. E trovi quell’oro. L’Istituto non può permettersi di investire mezzo milione di dollari a vuoto.»

«Faremo del nostro meglio.»

Fugit le poggiò una mano sulla spalla. «La supereremo. Qualunque cosa le serva, mi faccia sapere.»