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Quella sera, dopo cena, si sedettero tutti attorno al fuoco. Maggie divise in ciocchi un altro tronco, facendo sprigionare in aria un vortice di scintille. C’era stato un breve, violento temporale, ma ora il cielo si stava schiarendo ed era di nuovo possibile vedere le stelle. L’atmosfera al campo era cupa e inquieta, ma Nora non pensava che avesse molto a che fare con la visita dell’agente Swanson. Immaginava che Peel avesse detto qualcosa ai suoi colleghi su Samantha Carville.
Maggie rimase in silenzio, senza le sue solite chiacchiere e storie di fantasmi, e la chitarra rimase nella custodia. Peel aveva saltato la cena e non si vedeva da nessuna parte. Anche questo metteva Nora in apprensione.
Come evocato dai suoi pensieri, però, apparve di colpo dall’oscurità, in una mano un bastoncino spuntato e nell’altra il suo coltello Bowie. L’uomo si sedette su un tronco a fissare il fuoco. Dopo un momento, iniziò a intagliarlo. Non faceva altro che staccare trucioli di legno. La conversazione, già fiacca, scemò del tutto.
Nel silenzio, Peel parlò a bassa voce. «Ho una domanda. Per gli archeologi.»
Eccoci, pensò Nora.
«Quei resti umani lassù… che cosa gli succederà?»
«Be’» rispose Nora, «una volta che saranno tutti documentati sul posto, li rimuoveremo, faremo ulteriori esami in laboratorio, e poi saranno nuovamente sepolti.»
«Che significa “ulteriori esami”?»
«Estrarremo il DNA, li identificheremo, cercheremo malattie, segni che abbiano patito stenti, o che siano stati vittime di cannibalismo, e una serie di altre prove. Quindi proveremo a rintracciare i discendenti per esaudire le loro volontà relativamente alla sepoltura.»
La lama del Bowie ritagliò lentamente un lungo truciolo. «E la piccola che hai scoperto lassù… Samantha… che cosa le succederà?»
«Innanzitutto, dovremo essere sicuri al cento per cento che sia davvero lei. E poi, come ho detto, le verrà data una sepoltura adeguata.»
Un altro truciolo si staccò. «E perché non le hanno dato una sepoltura cristiana adeguata all’epoca? Perché le ossa sono state lasciate a quel modo?»
Scese il silenzio. Nora lanciò un’occhiata a Clive.
«Posso rispondere io a questa domanda» intervenne Clive. «Quando un membro della squadra di soccorso raggiunse il Campo perduto, nella primavera del 1847, la neve era ancora alta sei metri. Non potevano seppellire nessuno, in quelle condizioni. E non c’era modo di portare via i resti. Tutto ciò che il soccorritore poté fare fu salvare l’unico sopravvissuto, Chears.»
«Perché non sono tornati dopo a seppellirla?»
«A quel tempo, questa era un’area remota. Una delle ragioni potrebbe essere stata la superstizione, la paura che vi persistesse quell’orrore, forse, o la repulsione per quello che era successo. Nei campi, i soccorritori si trovarono davanti agli occhi scene spaventose, i giornali ne sensazionalizzarono i racconti all’inverosimile. E questo scoraggiò altri dal venire qui dopo che la neve si fu sciolta.»
«E così le ossa sono rimaste senza sepoltura per più di centosettant’anni.»
«Purtroppo è così.»
Un altro lungo truciolo si staccò e atterrò ai piedi di Peel. «Quindi questo soccorritore… cosa ha trovato quando è arrivato quassù?»
«Il suo nome era Josiah Best. Non ha lasciato nessuna traccia scritta su quello che ha trovato. Tuttavia, ne fece un brevissimo resoconto a un paio di persone dopo aver riportato Chears al campo principale di Truckee Lake. Dopodiché, a quanto pare, non ne ha mai più parlato, né prese nota della posizione, ed è per questo che il campo non è mai stato localizzato in tutti questi anni.»
«Che cosa ha visto esattamente, questo Best?»
«Jack, queste domande sono davvero necessarie? È stata una giornata lunga» intervenne Burleson.
«Siamo qui per il Campo perduto, e vorrei sapere cosa sta succedendo. Non c’è ragione di nasconderci niente. Quando mi sono svegliato, invece, erano lì che mi nascondevano il corpo di Samantha Carville.»
«Un momento» protestò Nora. «Nessuno nascondeva niente. Ricoprire un ritrovamento è una procedura standard.»
«Non ci sono segreti» aggiunse Clive. «Il problema con il resoconto di Best, come ho detto, è che non ne ha scritto uno. Tutto quello che abbiamo sono rapporti di seconda mano, raccolti successivamente da un giornalista e redatti come se fossero stati scritti in prima persona. Non esistono tracce scritte della testimonianza originale di Best, il che rende l’articolo del giornalista una collazione di terza mano. Non c’è modo di sapere quanto sia fedele o romanzato.»
Peel lo fissò. «Allora, cosa dice?»
«L’articolo del giornale? Vuoi che te lo legga?»
«Sì» fu la risposta di Peel.
Clive si alzò e andò nella sua tenda. Tornò un momento dopo con un portatile. Accese la torcia frontale, aprì il portatile, si schiarì la gola e cominciò a leggere.
Quello del Campo perduto è stato lo spettacolo più spaventoso che si sia mai presentato ai miei occhi. Con le assi di un carro avevano costruito un rozzo rifugio, quasi sommerso dalla neve, l’ingresso simile a una breccia. Per terra c’erano delle impronte imbrattate di sangue umano. Le ossa giacevano sparse come fossero spazzatura. All’interno c’era una pentola di metallo su un focolare spento che conteneva un piede e una testa spaccata in due. Il volto era irriconoscibile. In un angolo era stato gettato uno scalpo, una massa di capelli neri raccolti in una crocchia, che ho portato con me per provare che i resti della poverina nella pentola erano quelli di una donna. In un altro angolo c’erano due cadaveri. Il signor Chears aveva perso il senno: incurante di tutto quanto lo circondava, cantava tra sé. Stava modellando qualcosa con delle parti di osso, ma non ha opposto nessuna resistenza quando l’ho tirato su e gli ho legato le racchette da neve ai piedi per andarcene. Che io sappia, non ha mai pronunciato una sola parola sensata fino a quando sono stato lì, e neanche dopo. Sembrava che il diavolo stesso avesse scatenato l’inferno su quel terreno intriso di sangue. In vita mia, non ho mai visto una cosa così terribile, e prego di non rivederla mai più.
Un silenzio inorridito cadde sul gruppo. Nora avrebbe preferito che Peel non li avesse costretti a leggere quel passo raccapricciante, ma forse, date le circostanze, Clive aveva fatto la cosa migliore.
Alla fine, Peel ricominciò con le sue domande, la voce calma. «Perché non c’è un sacerdote, quassù, a sorvegliare come vengono trattati questi resti?»
«Una volta confermate le identità in laboratorio» disse Nora, «li coinvolgeremo. Come ho detto, i resti saranno sepolti con il rito religioso adeguato, secondo i desideri dei loro discendenti. O, nel caso in cui non ve ne fossero, sarà lo Stato della California a occuparsi delle sepolture.»
«Dopo l’11 settembre» continuò Peel, «c’erano dei sacerdoti sempre reperibili per tutte le volte che venivano trovati dei resti umani. Mi sembra che qui, invece, voi scienziati stiate disseppellendo questa gente senza rispetto o considerazione per le loro anime.»
«Jack» intervenne bruscamente Burleson, «sono stato molto chiaro con tutti su cosa avremmo fatto qui. È un po’ tardi per sollevare obiezioni.»
«Non avevo capito che riguardava questo.»
«Avrebbe dovuto essere ovvio» ribatté Burleson in tono adirato.
«Condivido i sentimenti di Jack» intervenne di nuovo Nora. «E, come ho detto, prevediamo di coinvolgere dei sacerdoti, ma solo dopo che avremo finito. Questa è un’area troppo problematica, logisticamente, per coinvolgere chiunque. Non sappiamo nemmeno che fede professasse la maggior parte di queste vittime, se fossero protestanti o cattolici, o magari ebrei.»
«State scherzando con il fuoco» disse Peel. «E potete indorare la pillola quanto volete, ma a me suona tutto terribilmente dissacrante. Consumo di carne umana, parlare di inferno in terra, gente che impazzisce, corpi senza sepoltura… questo è il terreno di gioco del diavolo. È da quando sono arrivato che ho brutti presentimenti su questo posto abbandonato da Dio. E niente di tutto quello che avete detto o fatto è riuscito a cancellarli.»
L’inquietudine di Nora aumentò. Non aveva mai considerato che si potessero opporre obiezioni così gravi. «Mi rendo conto che i dettagli possano turbare» disse, cercando di tenere un tono di voce calmo. «Come archeologi, stiamo solo cercando di capire cosa è successo. Non stiamo dissacrando nulla.»
Jack Peel si alzò in piedi. «Questo non va bene.»
Clive intervenne di nuovo, all’improvviso. «Come discendente di una delle famiglie della spedizione Donner» disse in preda all’ira, «sono indignato dal tuo atteggiamento. Voglio sapere la verità, tutta, anche la peggiore delle verità. Voltaire una volta disse: “Ai vivi dobbiamo rispetto, ma ai morti dobbiamo solo la verità”. Ed è così che possiamo onorare al meglio la memoria di queste persone, conoscendo le loro storie. Non lascerò che nessun fanatico allevatore di cavalli mi dica, Bibbia alla mano, cosa è giusto e cosa non lo è.»
Peel lo fissò per un lungo momento. Quindi rimise lentamente il suo Bowie nella fondina, gettò il pezzo di legno nel fuoco e si voltò per sparire nell’oscurità.
Burleson si rivolse a Clive. «Mi dispiace. Non ne avevo idea. Non posso tollerare questo genere di spaccature nella mia squadra. Sostituirò Peel.»
«Non prendiamo decisioni affrettate» obiettò Nora. «Vediamo come staranno le cose domattina.»
Mentre si separavano per tornare alle loro tende, Nora apostrofò Clive a bassa voce: «Che diavolo ti è preso? Provocare Peel a quel modo… Pensi che questo ti gioverà?».
«Non sopporto i fanatici religiosi che dicono a uomini di scienza quello che possono e non possono fare.»
«Fanatico!?» ripeté Nora, infiammandosi. «Questa è bella da parte tua… e di Voltaire. Bene, puoi darti una pacca sulla spalla per aver difeso la scienza. E aver rovinato tutto alla grande.»