10
Tornammo in Inghilterra per scoprire che Esmond Romilly era di nuovo sulle prime pagine dei giornali. Usando come quartier generale una libreria di sinistra di Bloomsbury, aveva fondato una specie di centro informale per ragazzi scappati di casa o espulsi dalle scuole pubbliche. Con il loro aiuto pubblicava, produceva e distribuiva «Out of Bounds». La rivista stava andando benissimo, era diventata di moda. Il suo «direttore di sinistra in fasce» come i giornali soprannominavano sarcasticamente Esmond, era riuscito a raccogliere sostegno e contributi finanziari da parte di numerose e improbabili fonti. Bernard Shaw aveva mandato un assegno e le sue congratulazioni; il «New Statesman» aveva lodato alcuni articoli; anche alcuni quotidiani londinesi avevano trattato quell’avventura con una sorta di ironica simpatia.
In effetti «Out of Bounds» era una produzione davvero notevole. Sottotitolata «Rivista delle Scuole Pubbliche contro il Fascismo, il Militarismo e la Reazione» era composta da circa cinquanta pagine stampate di editoriali, articoli, corrispondenze e recensioni letterarie.
«Non soltanto attacchiamo l’enorme ingranaggio della propaganda che sta alla base delle Scuole pubbliche, e le rende così utili alla conservazione di una società maligna e obsoleta; non soltanto ci opponiamo alla natura semi-obbligatoria degli Officers Training Corps e a tutte quelle storie ipocrite sul fatto che forgino il carattere – siamo contrari a tutte le assurde restrizioni, alle stupide regole e regolette...» Questi gli obiettivi rivoluzionari di «Out of Bounds» esposti in un editoriale di apertura.
Gran parte del materiale era fornito in maniera anonima da ragazzi che frequentavano ancora le scuole pubbliche di tutta l’Inghilterra. Gli articoli di politica andavano dal generale e storico (Gangster o patrioti: come la Gran Bretagna ha costruito il suo impero di Esmond Romilly) a un reportage di prima mano su un raduno dell’Unione dei fascisti inglesi all’Olympia firmato «T.P., Rugby». Lo studente di Rugby riferiva di essere intervenuto a quel raduno con «un considerevole interesse per il fascismo e il comunismo, ma senza nessuna precisa preferenza per l’uno o per l’altro», di come fosse stato scambiato per un comunista, spinto a calci giù per le scale e picchiato da alcune camicie nere armate. Chiudeva con una nota malinconica: «Allora non stupitevi se mi firmo “il vostro affezionato Antifascista”».
Nella sezione dedicata alle recensioni letterarie il libro di Sir Oswald Mosley, The Greater Britain (Una Bretagna più Grande), ebbe vita difficile. Fu liquidato in quattro righe, senza dubbio meritatamente, come «un ammasso di espressioni gergali fasulle e sciocchezze complete, insincero oltre che inconsistente».
Al contrario, The Menace of Fascism (La minaccia del fascismo) di John Strachey ricevette lodi esuberanti e incondizionate: «Dall’inizio alla fine è zeppo di affermazioni straordinariamente importanti... un capolavoro di scrittura... chiedetene, prendetene a prestito o rubatene una copia, o, se non ci riuscite, compratela...».
Le lettere al direttore, di cui molte scritte con uno stile un po’ troppo simile a quello del direttore stesso, traboccavano di polemiche briose ed esprimevano una interessantissima varietà di opinioni sul valore di «Out of Bounds»:
In vita mia non ho mai letto un mucchio di robaccia del genere [...]. È, senza eccezioni, la rivista più futile mai prodotta e la cosa migliore che lei possa fare è finire sotto un tram [...]. Si dice che sia stato espulso da Wellington (decisione sacrosanta).
Prima non è mai esistito nulla di paragonabile a «Out of Bounds». Finalmente abbiamo un giornale che esprime senza esitazioni le opinioni oneste di un ragazzo di intelligenza media.
Con un occhio di riguardo per la tiratura, lo scaltro direttore aveva incluso un articolo del fratello Giles Romilly, intitolato Lezioni ed erezioni; il sesso nelle scuole pubbliche. L’articolo trattava dei diversi tipi di relazioni omosessuali che caratterizzavano la vita dello studente delle scuole pubbliche, raccontate da chi aveva visto concretizzarsi in prima persona gli avvertimenti «vaghi e reticenti» dispensati agli stupefatti neofiti dodicenni al loro arrivo a Wellington. Secondo Giles, dopo avere riunito i piccoli innocenti per una Chiacchierata Sincera che avrebbe chiarito una volta per tutte qualsiasi loro interrogativo sui Fatti della Vita praticati a Wellington, un direttore impartiva le istruzioni ufficiali: «Uomini! Qui ci sono uomini che cercheranno di approfittarsi di altri uomini perché quegli uomini sono appena arrivati. Questo è tutto ciò che ho da dirvi». Per un numero futuro fu anticipato un articolo sullo scottante argomento delle scuole miste, parola considerata oscena nei circoli delle scuole pubbliche.
Una rubrica intitolata Note dalle scuole pubbliche, composta dai contributi forniti segretamente da ragazzi che stavano «dentro», offriva una panoramica sugli sviluppi politici che si verificavano nei diversi istituti. Questa rubrica, più che ogni altra sezione di «Out of Bounds», dimostrava fino a che punto le nuove idee di pacifismo e di generale ribellione all’antico ordine fossero filtrati tra gli allievi segregati di quelle scuole. Lo spirito di guerriglia contro la Consorteria degli Ex Alunni si espresse con grande forza:
ALDENHAM: Le attività dell’Unione cristiana sono state considerevolmente limitate [...]. ASHFORD HIGH SCHOOL: Il 24 maggio a scuola sono circolati dei volantini che criticavano le celebrazioni scioviniste del Giorno dell’Impero [...]. CHARTERHOUSE: Notevoli proteste sono scoppiate riguardo a una iscrizione sulla vetrata a est della cappella: «Chi muore per l’Inghilterra, vive». CLIFTON: «Out of Bounds» rischia di non essere distribuita all’interno del college [...]. ETON: Qui all’inizio del semestre sono state vendute centoventi copie di «Out of Bounds» [...]. FRIENDS SCHOOL, SAFFRON WALDON: In questa scuola quacchera «progressista» parecchi studenti sono stati minacciati d’espulsione per un’infrazione denominata «atteggiamento mentale». HIGHGATE: Durante un recente dibattito, una mozione che affermava che «i pacifisti dovrebbero essere messi al rogo» è stata pesantemente sconfitta. HAILEYBURY: Questo semestre, durante una discussione, il sì al fascismo è stato sconfitto per 103 a 13. STOWE: Questo semestre si terrà un dibattito sul tema «Combattere per l’Impero». C’è appena giunta notizia che l’incontro è stato vietato dal preside.
La distribuzione della rivista presentava enormi difficoltà. Come proclamava con orgoglio e semplicità la prima pagina, era stata «BANDITA A ALDENHAM, CHELTENHAM, IMPERIAL SERVICE COLLEGE, UPPINGHAM E WELLINGTON». Negli istituti in cui non c’era un divieto ufficiale, gruppi ufficiosi di studenti difensori delle scuole pubbliche facevano in modo che le copie venissero distrutte e che i sostenitori di «Out of Bounds» ricevessero una punizione adeguata. Esmond e i suoi compagni facevano spesso incursioni a Eton, Wellington e in altre roccaforti del nemico e riferivano in tono sardonico: «Il semestre scorso “Out of Bounds” è stata vietata a Wellington. Ma ne abbiamo vendute 142 copie». Nonostante le immersioni nei laghetti e altre forme di protesta contro i suoi venditori, la tiratura della rivista balzò dalle mille alle tremila copie.
Ogni tanto a Londra ci arrivavano notizie di questi avvenimenti affascinanti. Invidiavo tremendamente Esmond e desideravo moltissimo seguirlo, o almeno trovare un modo appropriato e dignitoso di comunicargli la mia esistenza. Ma intanto i preparativi per la mia stagione londinese proseguivano inesorabili. Dal momento che ero la quinta in famiglia a fare il suo debutto, quei preparativi assunsero l’aspetto di una routine. A mia madre furono portati elenchi pieni di orecchie di gente da invitare al mio primo ballo, con l’aiuto delle sorelle più grandi:
«Vediamo; ormai il piccolo Johnny Forrester dovrebbe essere abbastanza grande da partecipare».
«Oh, per favore, Muv, sei davvero svanita, a quest’ora avrà almeno quarantacinque anni. E poi credo che sia in India da almeno dieci.»
Poco tempo prima, mentre io ero a Parigi, Nancy si era sposata con Peter Rodd e adeguandosi agli usi dell’epoca accompagnò mia madre e me alla mia presentazione a Buckingham Palace, lei come sposa e io come debuttante. A casa venne una parrucchiera a sistemarci nei capelli le piume di struzzo d’ordinanza e ci avviammo, su una Daimler a noleggio, pronte ad affrontare ore di viaggio, un centimetro alla volta, lungo il Mall, in una processione infinita di fanciulle con le loro madri. Di solito i londinesi si fermavano a commentare le nuove debuttanti; potevi sentire le loro osservazioni mentre sbirciavano dal finestrino dell’auto.
«Capperi che schianto!»
«Quella là mica poi tanto. Ehi, guarda questa che sventola!»
«La madre è una vecchia ciabatta!»
Finalmente scendemmo dall’auto e arrancammo nella pioggia e nel buio fino a un corridoio affollato e illuminato pieno di spalle nude e dell’odore muffoso delle piume di struzzo a nolo. Altre ore di progressione, centimetro per centimetro, stavolta tra chilometri di carne umana leggermente ipernutrita. Ogni tanto qualcuno sbottava:
«Mi sa che sto per svenire!».
«Non puoi, non c’è spazio».
La ragazza di fronte a me si immobilizza.
«Aiuto!» sussurra, agonizzante. «Sto perdendo le mutande» ma riesce a uscirne con grazia e a infilarle nella borsetta da sera.
Finalmente, ci siamo; uno stupendo valletto raddrizza gli strascichi e un altro urla: «Lady Redesdale. Sua Signoria la signora Peter Rodd. Sua Signoria Jessica Mitford». Siamo in presenza di qualcosa di simile a due grosse sagome imbottite, che annuiscono e sorridono dall’alto dei loro troni come giocattoli a molla. Un altro fiume da attraversare; gli inchini, ciascuno rivolto a una delle figure imbottite, e poi andarsene senza inciampare fino a che non si è lontani dalle Loro Presenze.
Questa peculiare versione aristocratica inglese del rito della pubertà è finita. Adesso sono un’Adulta. O no? Agguanto di nascosto parecchi cioccolatini dal buffet e li ficco nel mio minuscolo bouquet vittoriano. Dopo la presentazione abbiamo un appuntamento con una fotografa per farci scattare un ritratto con i vestiti della presentazione a corte. Con mio grande sconforto, i cioccolatini rotolano su tutto il pavimento proprio mentre lei sta preparando la macchina...