19

Aleksey era felice.

Camminava avanti e indietro nel piccolo monolocale con gli occhi fissi sulla lettera ricevuta qualche giorno prima. L’aveva letta almeno cento volte e non riusciva ancora a capacitarsene.

La lettera stampata su carta spessorata color avorio aveva come intestazione il logo della 9Sense Publishing e subito sotto il logo spiccava la scritta “in collaborazione con U.A.I.”. Aleksey conosceva entrambi i nomi. La 9Sense Publishing era una delle multinazionali più affermate nel campo dell’editoria che investiva nella ricerca archeologica, sostenendo economicamente importanti siti di scavi. L’U.A.I. era l’Unione Archeologi Italiani che sovraintendeva alle attività di scavo sul territorio.

Sulla lettera c’erano scritte poche righe che Aleksey sapeva a memoria.

Egregio signor Aleksey Kozlov,

la nostra società, in collaborazione con l’Unione Archeologi Italiani, ha il piacere di convocarLa per uno stage come assistente volontario presso il sito aperto nella località di Bolsena, sull’isola Bisentina.

Sperando nel Suo interessamento, ci permettiamo di inviarLe il badge di riconoscimento per avere accesso al sito. Ogni spesa da Lei sostenuta verrà rimborsata.

Restiamo a Sua completa disposizione per eventuali chiarimenti.

Con i nostri più cordiali saluti.

Seguivano i numeri di telefono e gli indirizzi mail da contattare in caso di necessità. La lettera si chiudeva con le firme dei rappresentanti delle due istituzioni, apposte sopra i rispettivi timbri.

Per Aleksey, quel pezzo di carta valeva più di ogni altra cosa al mondo. E la tessera magnetica blu con il suo nome impresso coronava anni di sacrifici.

La vita mi sta sorridendo!

Aleksey era nato e cresciuto nella periferia di Mosca, in un appartamento di due stanze situato al secondo piano di un condominio fatiscente. Se ne era andato appena aveva compiuto i diciotto anni, dopo aver raccolto quattrini a sufficienza per pagarsi il biglietto del treno. Si era lasciato alle spalle le urla del padre ubriaco e pronto a prendere a botte chiunque gli capitasse sotto tiro, e gli occhi tristi della madre che lavorava quattordici ore al giorno come donna delle pulizie all’interno dell’Evropeysky Mall, uno dei centri commerciali più moderni della città.

La sua passione per la storia l’aveva portato a Ravenna, dove si era iscritto all’Alma Mater Studiorum, nella facoltà di Conservazione dei Beni Culturali legata al dipartimento di Archeologia. Si era laureato un anno in anticipo in Beni Culturali, studiando e frequentando le lezioni durante il giorno e lavorando come cameriere di sera e buttafuori dalle discoteche nei weekend.

Con i soldi che guadagnava si era pagato gli studi e l’affitto del locale in cui viveva, e aveva aiutato la madre a sfamare i tre fratelli minori. Adesso quella lettera cambiava le prospettive: lo aspettava un anno di lavoro duro e senza stipendio, ma se si fosse impegnato a fondo dimostrando le sue competenze, avrebbe ottenuto nuovi incarichi e sarebbe riuscito a portare in Italia tutta la sua famiglia.

Questo badge è la chiave per aprire la porta dei sogni!

Aleksey aveva gli occhi lucidi quando sentì bussare alla porta. Tirò su con il naso e si passò la manica della felpa sulla faccia per asciugarla dalle lacrime. Senza chiedere chi fosse e senza guardare dallo spioncino girò la chiave e aprì. Un piede si insinuò nella fessura tra lo stipite e il battente, e una mano diede una spinta violenta alla porta. Aleksey perse l’equilibrio e cadde a terra. Incrociò lo sguardo freddo del suo esecutore nell’istante in cui il sibilo dello sparo graffiava il silenzio. Un dolore lancinante gli scosse il petto e le tenebre gli oscurarono la vista. I suoi occhi si spensero prima di vedere un guanto nero sottrargli dalle mani il badge blu, che gli aveva appena aperto le porte dell’inferno.

K - I Guardiani Della Storia
titlepage.xhtml
text_part0000.html
text_part0001.html
text_part0002.html
text_part0003.html
text_part0004.html
text_part0005.html
text_part0006.html
text_part0007.html
text_part0008.html
text_part0009.html
text_part0010.html
text_part0011.html
text_part0012.html
text_part0013.html
text_part0014.html
text_part0015.html
text_part0016.html
text_part0017.html
text_part0018.html
text_part0019.html
text_part0020.html
text_part0021.html
text_part0022.html
text_part0023.html
text_part0024.html
text_part0025.html
text_part0026.html
text_part0027.html
text_part0028.html
text_part0029.html
text_part0030.html
text_part0031.html
text_part0032.html
text_part0033.html
text_part0034.html
text_part0035.html
text_part0036.html
text_part0037.html
text_part0038.html
text_part0039.html
text_part0040.html
text_part0041.html
text_part0042.html
text_part0043.html
text_part0044.html
text_part0045.html
text_part0046.html
text_part0047.html
text_part0048.html
text_part0049.html
text_part0050.html
text_part0051.html
text_part0052.html
text_part0053.html
text_part0054.html
text_part0055.html
text_part0056.html
text_part0057.html
text_part0058.html
text_part0059.html
text_part0060.html
text_part0061.html
text_part0062.html
text_part0063.html
text_part0064.html
text_part0065.html
text_part0066.html
text_part0067.html
text_part0068.html
text_part0069.html
text_part0070.html
text_part0071.html
text_part0072.html
text_part0073.html
text_part0074.html
text_part0075.html
text_part0076.html
text_part0077.html
text_part0078.html
text_part0079.html
text_part0080.html
text_part0081.html
text_part0082.html
text_part0083.html