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«Non ne ho parlato con l’ispettore Norris… e non ho nessuna intenzione di farlo» affermò Jethro.
«È un file di lavoro.»
Jethro notò apprensione nello sguardo di Katherine. «Lo sospettavo. E comunque non sono affari miei.»
Katherine sistemò la borsetta sulla spalla e gli tese la mano. «Ci sentiamo… ok?»
«Katherine…»
Katherine aspettò che continuasse.
«Ti ho chiesto cosa c’era nella chiavetta non per conoscerne il contenuto. In realtà non mi interessa e nessuno più di te ha il diritto di custodire i documenti di Bruce. È stato un modo un po’ goffo per dirti che capisco quanto sia dura per te far fronte a questo momento da sola. Anche se suona assurdo detto da un perfetto sconosciuto quale sono io ai tuoi occhi, voglio che tu sappia che puoi contare su di me. Oggi, domani… se e quando vorrai.»
«Grazie, lo apprezzo molto.»
No. Non è vero. Non sai chi sono e non hai ancora deciso se puoi fidarti di me oppure no. «Hai il mio numero di telefono, non esitare a usarlo.»
«Lo farò. A presto.»
Jethro la guardò allontanarsi. I capelli biondissimi si appoggiavano sulle spalle come una cascata di raggi di sole. I tacchi a spillo facevano ondeggiare i fianchi tonici e la cintura del soprabito metteva in evidenza la vita sottile. È bella come una dea, si muove con l’eleganza di una regina e affronta la vita con l’agilità di una tigre. Ma è delicata come una donna… Jethro la seguì con lo sguardo finché non scomparve oltre la porta. Fatti aiutare, Katherine. Non puoi reggere tutto il peso del mondo sulle tue spalle.