Prologo
Io so di non sapere.
L’uomo appoggiò il libro sul tavolo. Fece scivolare le dita sulla sovracoperta lucida e si soffermò sulle lettere in rilievo che componevano il titolo.
Lo scriveva Platone nell’Apologia di Socrate. E non c’è niente di più vero: noi siamo ignoranza allo stato puro. Di ogni cosa che conosciamo, mille ne ignoriamo.
Esaltato dall’idea di ciò che lo attendeva, aprì il libro e lo sfogliò.
E io devo ignorare anche ciò che conosco. Perché io sono il Golem.
Girò le pagine una dopo l’altra fino alla trentanovesima. Sotto il testo scritto in Palatino, risaltavano due immagini affiancate. Quella di destra era la fotografia di un’anfora panatenaica etrusca. A sinistra spiccava un’illustrazione in bianco e nero che riprendeva le figure decorate sulla pancia dell’anfora e le riproduceva in grande, per evidenziarne i particolari.
L’uomo non si sforzò di reprimere il sorriso soddisfatto che si faceva largo sul suo volto vissuto. Sentiva l’adrenalina crescergli dentro. Alzò il volume dell’iPod e assaporò il Trio per pianoforte, violino e violoncello n. 2 in mi bemolle maggiore D 929 di Schubert.
Da una custodia di cuoio scuro estrasse un paio di occhiali e li indossò. Scandì a voce bassa il solito indirizzo internet. Sulla lente destra comparve una scritta con la richiesta della password. L’uomo pronunciò una sequenza alfanumerica e rivolse di nuovo lo sguardo alla fotografia.
Coraggio, fatti vedere!
Il sistema di visione all’interno degli occhiali lesse il codice stampato nell’immagine e proiettò una serie di cifre e lettere.
T17122102S
L’uomo ebbe un sussulto di piacere.
Con l’espressione di chi sta gustando un boccone invitante, aspettò che di fronte ai suoi occhi prendesse vita un planisfero.
Forza… forza…
La mappa si ingrandì in modo sequenziale. Il mondo scomparve per lasciare posto all’Europa, e il dettaglio successivo mostrò l’Italia. Con i comandi vocali l’uomo continuò ad aumentare lo zoom, finché ottenne il luogo preciso e l’indirizzo.
Ora so dove sei… l’ultima tessera del puzzle… il traguardo.
Annuì compiaciuto appena vide che per la prima volta il codice svelava anche una data.
Manca poco… pochissimo. L’attesa è finita.
Abbassò le palpebre e tolse gli occhiali, abbandonandosi alla musicalità morbida degli archi e alla piacevole sensazione di sentirsi vicino all’obiettivo.
Quando riaprì gli occhi, la mente era già concentrata sulla mossa successiva. Impugnò lo smartphone e prenotò on line il biglietto aereo per il giorno seguente. Poche incombenze lo separavano dalla meta.
Si sfilò gli auricolari dalle orecchie. Osservò ancora una volta la fotografia dell’anfora etrusca e sfogliò le pagine rimanenti. Sull’ultima pagina, sotto il copyright 9Sense Publishing, la casa editrice che aveva pubblicato il libro, troneggiava il nome del direttore responsabile: Katherine Sinclaire.