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Se voleva che la fanciulla s’innamorasse di lui, doveva sapere con certezza cosa fosse l’amore. La vera essenza di un sentimento che da millenni manda avanti il mondo.
Ma se l’avesse chiesto a un uomo, avrebbe avuto solo il punto di vista di un uomo sulla faccenda. E se l’avesse chiesto a una donna, avrebbe ottenuto una visione esclusivamente femminile. In ogni caso, avrebbe ricavato sempre una versione parziale, che non gli serviva.
Per questo si rivolse all’unica persona al mondo che poteva possedere entrambe le risposte, in quanto né uomo né donna – o forse in quanto era tutte e due le cose insieme.
L’ermafrodito più famoso di Marsiglia.
Madame Li gestiva ancora la lavanderia e si occupava sempre di preservare il candore della biancheria – e della reputazione – dei suoi concittadini. Quando Guzman rimise piede nell’antro nebbioso, fu come se avesse di nuovo dodici anni. Non era cambiato niente. Né il vapore odoroso che rendeva enigmatico e dolce quell’inferno, né la sensazione di vertigine al bassoventre che aveva sperimentato da ragazzo maneggiando la lingerie di qualche signora della buona società.
Per i suoi sensi ormai adulti, persisteva ancora un vago presagio di scoperta.
La titolare apparve fendendo una tenda di bambù. Più che camminare, sembrava levitasse. Guzman notò che non era invecchiata di un giorno. Si serviva ancora di un trucco pesante per coprire l’ombra della barba, ma la peluria ormai imbiancata svaniva più facilmente sotto lo strato di cipria, conferendole un aspetto del tutto femminile.
Madame Li lo riconobbe subito, però decise di fingere e non lo diede a vedere. «Cosa desiderate?»
Allora Guzman prese dalla tasca del paltò un paio di mutande da donna che si era portato appresso. «Ho inseguito queste fino al vostro cortile», disse.
Madame Li non replicò.
«Alle mutande piace scappare», aggiunse Guzman. «Ma tanto tornano. Tornano sempre.»
Da Madame Li sempre silenzio.
«Le camicie sono più educate. Le ghette, troppo timide. I colletti inamidati...»
«... troppo pigri», concluse Madame Li. «Cosa cerchi, un lavoro da garzone?»
«Molto di più stavolta... Voglio sapere che cos’è l’amore.»
«A che ti serve?»
«Ad avere il cuore di una donna.»
«Tu vuoi possedere il suo cuore?»
«No, me lo ha insegnato mio padre che il possesso è il più grave torto che si possa fare al cuore di una persona amata. Io lo voglio solo in prestito.»
«Lei è bella?» domandò di getto.
«Bellissima», rispose lui senza esitare.
Madame Li lo osservò bene, per valutare la sua reazione. «Tu sai di essere brutto, vero, Guzman?»
Era la prima volta che qualcuno glielo diceva in faccia. Ma lui non si scompose. «Questo dettaglio dovrebbe ridurre le mie chance?»
«In effetti, no.»
Si sentì rincuorato. Allora Madame Li sedette sul bordo di una delle vasche di pietra. Mise le mani in grembo, con un gesto riposante. «Se vuoi conoscere la risposta alla tua domanda, devi fare un lungo viaggio. Te la senti?»
«Ho già viaggiato tanto, non è un problema. Dove devo andare?»
«In una valle del Sud della Cina, nella provincia dello Yunnan, vive un popolo molto antico. Se ci andrai, troverai ciò che cerchi.»
«Perché, cosa succede in quella valle?»
«Ogni anno, in primavera, le montagne cantano.»