20

Alla fine, trascorsero insieme cinque anni. Ma la morte di Eva Mòlnar portò altre sorprese.

La prima fu che l’anziana signora era quasi povera.

In cambio della propria opera, Guzman si ritrovò erede universale soltanto di qualche gioiello e di un mucchio di vestiti da donna. Ma non si sentì neanche per un istante vittima di un raggiro. Il fatto è che lei non lo sapeva.

Un tempo era stata una donna ricca. Ma in tutti quegli anni aveva vissuto grazie all’ospitalità dei suoi amici. Le offrivano da dormire e da mangiare, oltre a tutto ciò di cui poteva aver bisogno. Proprio per questo non si era resa conto che la sua fortuna andava progressivamente esaurendosi, erosa dalle spese superflue.

Guzman non si rammaricò, aveva ricevuto ben altro da lei.

Le montagne.

Così vendette i pochi averi dell’amica e con quei soldi partì per visitare nuovamente i luoghi della vita di Eva, portare la triste notizia a chi le aveva voluto bene e disperdere un po’ delle sue ceneri su ogni montagna che lei aveva amato e sfidato.

«Avevate detto che Guzman era diventato ricco grazie a ciò che sapeva fare meglio», protestò Jacob Roumann.

«L’ho detto perché è così», ribadì il prigioniero. «Fidatevi e lasciatemi finire.»

La Donna Dei Fiori Di Carta
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