CLXXII
La Vec[c]hia
“E quando tu udirai la sua
domanda,
Già troppo tosto non sie d’acordanza,
Né non fare di lui gran rifusanza:
Nostr’arte sì no’l vuol né no’l comanda.
Cortesemente da·tte sì ‘l ne manda,
E stea il su’ fatto tuttora in bilanza,
Sì ch’egli ab[b]ia paura ed isperanza
Insin ch’e’ sia del tutto a tua comanda.
E quand’e’ ti farà più pregheria,
Tu gli dirai tuttor che·ttu sie presta
A fargli tutta quanta cortesia,
E dì che ‘l su’amor forte ti molesta;
E così caccia la paura via.
Po’ dimora con lui e fagli festa.