Appendice

I. La guarnigione di Cipro

I.1. La fanteria italiana

A Nicosia:

1000 di cui 200 malati secondo Podacataro 202v

1300 in 17 compagnie secondo Sozomeno 9 e Calepio 96v, dato ripreso da Contarini 10v

1500 secondo i prigionieri di Nicosia giunti a Costantinopoli: Vargas Hidalgo 703, dato ripreso da Foglietta 31 e 84, e Sereno 32

1570 secondo una relazione anonima (Quarti 269).

A Famagosta:

2730 secondo il rapporto del Bragadin del 25 maggio 1570, AV 1566-1570, 152v, e Quarti 218

ridotti a 2200 dopo l’estate secondo il vescovo Ragazzoni, AV 1566-1570, 321v, e Nunziature IX, 313, e a «duo millia in circa» a fine anno secondo Gatto 45.

Fanti portati a Famagosta da Marco Quirini nel gennaio 1571: 1319 secondo i registri ufficiali (Capponi 2008, 145), 1270 secondo Valderio 1006.

Totale a Famagosta dopo la partenza del Quirini: 4000 secondo Bragadin (Quarti 503-4) e Calepio 113r; 3200 ad aprile secondo Bragadin (Quarti 508-9).

I.2. La milizia cipriota

A Nicosia:

3500 fanti delle cernide, 2500 «del popolo»: lettera da Nicosia del 26 giugno 1570, Nunziature IX, 366

3000 delle cernide, 2600 «compagnie del popolo», 1600 «villani ridotti in pressa ultimamente per difensione della città, vedendosi non vi esser gente a sufficienza per le difese» (di cui 750 a spese di privati, e 850 della Camera Reale): Sozomeno 9

3300 delle cernide, 2600 fanti della città, altri 750 villani: Calepio 95v-96v e 107r

3300 delle cernide in 11 compagnie, 3250 del popolo in 13 compagnie, 600 a spese di privati in 3 compagnie: Podacataro 202v

3000 delle cernide, 7600 – ma leggi certamente 2600 – della città, 2100 soldati fatti nell’isola: relazione anonima (Quarti 269)

3000 delle cernide, 2500 «della Città», 2000 «di nuovo descritti alla milizia, tolti dalli casali, e pagati parte a spese della Camera Reale, e parte da diversi particolari»: Paruta 104.

A Famagosta:

1500 fanti delle cernide, 3000 fanti «dell’isola» e 1500 «della città»: lettera da Nicosia del 26 giugno 1570: Nunziature IX, 366

1500 fanti delle cernide e altri 6500 in grado di portare armi, «parte della città, parte del contado» secondo il vescovo Ragazzoni: AV 1566-1570, 322r

ridotti a 800 delle cernide vecchie, 3000 della città e dell’isola: rapporto del Bragadin, febbraio 1571 (Quarti 503-4) e Calepio 113r; ovvero a 4000 o 4100 in tutto secondo altre fonti (Martinengo 3; Gatto 54; Monello 2006, Appendice, 23; Quarti 508-9).

I.3. Gli stradiotti

In totale:

800 secondo Nunziature IX, 152

600 secondo Podacataro 202v

500 secondo Paruta 93 e Sereno 54

500 a cavallo e 200 a piedi secondo una lettera coeva (Quarti 269).

A Nicosia:

«600 cavalli leggeri albanesi et altri»: lettera da Nicosia del 26 giugno 1570, Nunziature IX, 366

«circa 500 Stradioti»: Sozomeno 7 e 9v, Falchetti 80 e Contarini 10v.

A Famagosta:

200 secondo Calepio 97v; rapporto del Bragadin in Quarti 503-4; rapporto del vescovo Ragazzoni, AV 1566-1570, 321v; Martinengo 3; Gatto 54; Monello 2006, Appendice, 23

300 secondo Falchetti 80.

I.4. Gentiluomini e provvisionati (a Nicosia)

«Mille tra feudatari, provisionati, gentilhuomini con loro servitori»: lettera da Nicosia del 26 giugno 1570, Nunziature IX, 366

1500 «nobili e loro servitori»: Sozomeno 9; Calepio 96r e 107r

1000 «gentiluomini Nicossiotti»: Paruta 104

1000 gentiluomini, relazione anonima citata da Quarti 269

250 gentiluomini, Podacataro 202v.

Di questi, a cavallo «mille o più» secondo Sozomeno 7 e 9 (e cfr. Vargas Hidalgo 703); 500 secondo Nunziature IX, 152, Calepio 107r, Contarini 10v e Sereno 54; solo «poco più di cento» secondo Paruta 93.

II. La flotta cristiana

«Ho con me 208 galere, 26.000 fanti, 6 galeazze e 24 navi» (don Juan a don Garcia de Toledo, 16 settembre 1571, in Codoin III, 26. La cifra è confermata dall’intendente Francisco de Ibarra, Codoin III, 203, e da monsignor Odescalchi, partito da Messina il 16 dopo aver visto salpare la flotta, Nicolini 412, e ripetuta da don Juan il 28 settembre, Codoin III, 27; cfr. anche Scetti 111). Il Venier, alla vigilia della partenza, ne calcolava 209: 109 di Venezia, 81 del re, 12 del papa, 3 di Savoia, 4 di Malta (AV 1571, 190r).

Il totale di 208 galere corrisponde esattamente alla somma delle diverse squadre riunite a Messina:

12 galere del papa giunte il 20 luglio (cfr. cap. 23, n. 2)

3 galere di Malta giunte il 20 luglio (cfr. cap. 23, n. 2)

48 galere veneziane, superstiti di quelle arrivate il 22 luglio. Su questa cifra concordano Venier 299, don Juan a don Garcia de Toledo, da Messina, il 25 agosto (Codoin III, 16) e il principe di Urbino al padre, 27 agosto 1571 (Capponi 2008, 196)

14 galere spagnole giunte il 23 agosto, di cui 4 del Requesens, 4 di Juan Vasques de Coronado, 4 di Gil de Andrade, 2 di Luis de Acosta (cfr. cap. 25, n. 1)

3 galere di Savoia giunte il 23 agosto (cfr. cap. 25, n. 1)

8 galere di Genova giunte il 23 agosto, di cui 3 della signoria di Genova al comando di Ettore Spinola, 4 dei Lomellini e una di Bendinello Sauli (cfr. cap. 25, n. 1)

11 galere di Gian Andrea Doria e 1 di Malta giunte il 1º settembre (cfr. cap. 25, n. 10)

60 galere di Candia giunte il 2 settembre (cfr. cap. 25, n. 9)

30 galere di Napoli giunte il 5 settembre (cfr. cap. 25, n. 11)

10 galere di Sicilia e 8 genovesi, di cui 4 di Gio. Ambrogio Negroni, anche dette “dei Centurioni” (Codoin III, 36), 2 di Stefano de Mari, 2 di Giorgio Grimaldi, giunte il 6 settembre (cfr. cap. 25, n. 11).

Una galera in più o in meno, partita per/tornata da una missione, poteva sempre esserci, il che spiega perché il Venier dia le veneziane a 109, e il totale a 209.

Non tutte le 208 galere combatterono a Lepanto: 4 o 5 rimasero indietro o si allontanarono in missione (cfr. cap. 29, n. 6), fra cui certamente la S. Giacomo di Malta, che non è menzionata in nessun resoconto della battaglia, e secondo Arroyo 333-4 la Soberana di Spagna e la Furia dei Lomellini; la prima in effetti non è neppur essa menzionata negli ordini di battaglia. In tutto c’erano quindi 203 o 204 galere (Relación, 246, e cfr. anche Diedo 197-8).

L’11 novembre, don Juan da Messina dava queste disposizioni: «Si è deciso che restino in questo porto le quattordici di quei regni, le dodici di Gian Andrea con una che ha armata di nuovo, quattro dei Lomellini, quattro dei Mari e due di Giorgio Grimaldi, e una di Bendinello Sauli; che a Palermo vadano a invernare le dieci di questo regno [...], le trenta di Napoli vadano al porto di quella città, e le quattro dei Centurioni vadano a Genova» (Codoin III, 36).

La tabella che segue presenta i nomi di 12 galere del papa, 10 di Sicilia, 30 di Napoli, 14 di Spagna, 3 di Savoia, 4 di Malta, 27 di Genova e 109 di Venezia, ricavati da una comparazione degli ordini di battaglia contenuti in AV 1571, 211-2; Rosell doc. VIII; Contarini 37r-40r; Venier; L’ordine delle galere; Catena. I dati sono da intendersi come approssimativi, in particolare quello relativo allo schieramento.

Appartenenza

Nome

Capitano

Schieramento

Toscana/papa

Capitana

Orazio Orsini/Gaspare Bruni

centro

Toscana/papa

Patrona

Alfonso d’Appiano

retroguardia

Toscana/papa

Fiorenza

Tommaso de Medici

centro

Toscana/papa

S. Maria

Pandolfo Strozzi

ala destra

Toscana/papa

Toscana

Metello Caracciolo

centro

Toscana/papa

Vittoria

Baccio da Pisa

centro

Toscana/papa

Pisana

Ercole Balotta

centro

Toscana/papa

Pace

Giacomo Antonio Perpignano

centro

Toscana/papa

S. Giovanni

Angelo Biffoli

ala destra

Toscana/papa

Elbigina

Fabio Gallerati

ala sinistra

Toscana/papa

Grifona

Alessandro Negroni/Negrini

centro

Toscana/papa

Siena/Sirena/Sovrana

Antonio d’Ascoli

retroguardia

Sicilia

Capitana

avanguardia

Sicilia

Patrona

avanguardia

Sicilia

Vigilanza

Giorgio da Este

centro

Sicilia

Cardona

don Carlo de Argaglia

avanguardia

Sicilia

S. Giovanni

Scipione Vassallo

avanguardia

Sicilia

Sicilia/Siciliana

Francesco Amadei

ala destra

Sicilia/Genova

Capitana di Niccolò Doria

Pandolfo Polidoro

ala destra

Sicilia/Genova

Patrona di Niccolò Doria

Giulio Centurione

ala destra

Sicilia/Genova

Capitana di Davide Imperiale

Davide Imperiale

avanguardia

Sicilia/Genova

Patrona di Davide Imperiale

Nicolò da Loano

centro

Napoli

Capitana = Lupa

retroguardia

Napoli

Patrona

don Francisco de Benavides

centro

Napoli

S. José

Eugenio de Vargas

centro

Napoli

Victoria

Ochoa de Recalde

ala sinistra

Napoli

Tiranna

Juan de Ribadeneyra

retroguardia

Napoli

S. Angelo

don Alonso de Bazan

retroguardia

Napoli

S. Bartolomé

don Pedro de Velasco

retroguardia

Napoli

S. Catalina

Juan Ruiz de Velasco

retroguardia

Napoli

S. Andrea

don Bernardino de Velasco

retroguardia

Napoli

S. Barbara

Giovanni de Pascale/Domingo de Padilla

retroguardia

Napoli

Marquesa

Juan de Machado/Maqueda

retroguardia

Napoli

Constancia

Juan Perez de Loaisa

retroguardia

Napoli

Leona

Rodrigo de Zugasti

retroguardia

Napoli

Bazana

Juan Perez Murillo

retroguardia

Napoli

S. Giorgio

Juan de Vergara

centro/ala destra

Napoli

Ventura

Vincenzo Pascale

centro

Napoli

Sagittaria

Martino Pirola

ala sinistra

Napoli

Determinata

Juan de Carasa

ala destra

Napoli

Guzmana

Francisco de Ojeda/de Osedo

ala destra

Napoli

Speranza

Pietro di Busto/Pedro de Busto

ala destra

Napoli

Fortuna

Diego de Medrano

ala destra

Napoli

Luna

Julio/Juan Rubio

ala destra

Napoli

Zingara/Gitana

Gabriel de Medina

ala destra

Napoli

S. Nicola

Cristobal de Montju

ala sinistra

Napoli

S. Giacomo/Santiago

Montserrat Guardiola

ala sinistra

Napoli

Brava

Miguel Quesada/Quevedo

ala sinistra

Napoli

Invidia

Toribio de Acevedo

ala sinistra

Napoli

S. Juan

Garcia de Vergara

ala sinistra

Napoli

Fiamma/Fama

Juan de la Cueva

ala sinistra

Napoli

S. Felipe

Tomaso de Aldana

retroguardia

Spagna

La Real

centro

Spagna

Patrona Real

Luis de Acosta

centro

Spagna

Capitana del Comendador Mayor

Juan Baptista Cortez

centro

Spagna

Granada (Patrona del Comendador Mayor)

Paulo Batín/Paolo Bottino

centro

Spagna

Capitana de Gil de Andrade

Bernardo de Cinoguera

centro

Spagna

La Ocasión

Pedro de Los Rios

retroguardia

Spagna

Capitana de Juan Vasques

Juan Vasques de Coronado

retroguardia

Spagna

La Gru/La Griega

don Luis de Heredia

retroguardia

Spagna

La Luna

Manuel de Aguilar

centro

Spagna

La Figuera

Diego Lopez de Llanos

centro

Spagna

S. Francisco

Cristobal Vasques

centro

Spagna

La Rocaful

Rocaful/Ortuno

centro

Spagna

Mendoza

Martin de Echaide

centro

Spagna

Soberana

ASSENTE A LEPANTO

Savoia

Capitana

monsignor di Leinì

centro

Savoia

Piemontesa

Ottaviano Moretto

ala destra

Savoia

Margarita

Battaglino

ala destra

Malta

Capitana

il priore di Messina

centro

Malta

S. Giovanni

Alonso de Tejada

centro

Malta

S. Pietro

Roquelaure St. Aubin

centro

Malta

S. Giacomo

ASSENTE A LEPANTO

Genova

Capitana

Ettore Spinola

centro

Genova

Patrona/Il Delfino

Pelleran

centro

Genova

Diana

Gian Giorgio Lasagna

ala destra

Gio. Andrea Doria

Capitana

Gio. Andrea Doria

ala destra

Gio. Andrea Doria

Patrona

centro

Gio. Andrea Doria

Monarca

Nicola Garibaldi/Grimaldi

ala destra

Gio. Andrea Doria

Donzella

Niccolò Imperiale

ala destra

Gio. Andrea Doria

Fortuna

G. Luigi Belvi/Alvise Belin

ala sinistra

Gio. Andrea Doria

Doria

Giacomo da Casale †

centro

Gio. Andrea Doria

Vittoria

Filippo Doria

centro

Gio. Andrea Doria

Temperanza

Cipriano da Mari

centro

Gio. Andrea Doria

Perla

Gio. Battista Spinola

centro

Gio. Andrea Doria

Marchesa

Santo Pietra/Francesco Santa Fedra †

ala sinistra

Gio. Andrea Doria

Aquila

Grimaldi

Capitana

Giorgio Grimaldi

centro

Grimaldi

Patrona

Lorenzo Trecca

ala destra

Centurioni

Capitana

Gio. Ambrogio Negroni

ala destra

Centurioni

Patrona

Luigi Gamba

ala destra

Centurioni

Bastardina

Lorenzo della Torre

ala destra

Centurioni

Negrona/Nuova

Nicolò da Costa

ala destra

Lomellini

Capitana

Pietro Bartolomeo Lomellini

centro

Lomellini

Patrona

Giorgio Greco

ala destra

Lomellini

Lomellina

Agostino Canevari

ala sinistra

Lomellini

Furia

Giacomo Chiappe

ala destra

Mari

Capitana

Giorgio/Gregorio d’Asti/da Este

centro

Mari

Patrona

Antonio Corniglia

ala destra

Sauli

Capitana

Bendinello Sauli

centro

Venezia

Capitana

Sebastiano Venier

centro

Venezia

S. Pietro

Piero Badoer de sier Francesco

retroguardia

Venezia

S. Giovanni

Piero Badoer de sier Anzolo

centro

Venezia

La Maddalena

Alvise Balbi

retroguardia

Venezia

S. Todaro

Teodoro Balbi

centro

Venezia

La Fortuna

Andrea Barbarigo †

ala sinistra

Venezia

Capitana

Agostino Barbarigo †

ala sinistra

Venezia

La Verità

Giovanni Bembo

retroguardia

Venezia

La Piramide

Francesco Bon

centro

Venezia

Capitana

Antonio da Canal

ala sinistra

Venezia

La Ruota col Serpente

Gabriele da Canal

centro

Venezia

Il Tronco

Girolamo da Canal

centro

Venezia

Il Cavallo Marino

Gio. Antonio di Cavalli

ala sinistra

Venezia

Il Cavallo Marino

Antonio di Cavalli

ala sinistra

Venezia

S. Catarina

Marco Cicogna

avanguardia

Venezia

S. Michele col Leone

Giorgio Cochin

retroguardia

Venezia

Cristo sopra il Mondo

Girolamo Contarini †

centro

Venezia

S. Cristoforo

Alessandro Contarini

centro

Venezia

Mongibello

Bertuzzi Contarini

centro

Venezia

La Trinità

Giovanni Contarini

ala sinistra

Venezia

La Fede

Gio. Battista Contarini

retroguardia

Venezia

La Maddalena

Marino Contarini †

ala destra

Venezia

Il Cristo

Francesco Corner

ala destra

Venezia

San Giuseppe

Niccolò Donà

ala destra

Venezia

Il Cristo

Bartolomeo Donà

ala sinistra

Venezia

L’Angelo

Onfré Giustinian

ala sinistra

Venezia

Il Cristo Risuscitato

Simone Guoro

ala sinistra

Venezia

Il Cristo

Marcantonio Lando †

ala destra

Venezia

Il Mondo

Filippo Lion

retroguardia

Venezia

Le Due Mani (che rompono una spada)

Giovanni Loredan †

retroguardia

Venezia

San Girolamo

Gasparo Malipiero

centro

Venezia

Nostra Donna

Pier Francesco Malipiero

avanguardia

Venezia

La Colonna

Catarino Malipiero †

retroguardia

Venezia

S. Giovanni Battista

Giovanni Mocenigo

centro

Venezia

Il Cristo

Marco da Molin

retroguardia

Venezia

La Ruota

Francesco da Molin vecchio

ala destra

Venezia

S. Giovanni

Daniele Moro

centro

Venezia

S. Dorotea

Polo Nani

ala sinistra

Venezia

La Nave

Antonio Pasqualigo †

ala destra

Venezia

Il Passero

Alvise Pasqualigo

centro

Venezia

Il Cristo

Giorgio Pisani

centro

Venezia

Nostra Donna

Marcantonio Pisani

ala sinistra

Venezia

Il Leone

Pietro Pisani

centro

Venezia

Cristo Risorto

Giovan Battista Quirini

ala sinistra

Venezia

Capitana

Marco Quirini

ala sinistra

Venezia

Il Sole

Vincenzo Quirini †

avanguardia

Venezia

Cristo Risorto

Federigo Renier

ala sinistra

Venezia

La Piramide col Cane

Marc’Antonio Santa Uliana

centro

Venezia

Cristo Risorto

Benedetto Soranzo †

ala destra

Venezia

Giovanni Strassoldo

centro

Venezia

La Sibilla

Daniele Tron

retroguardia

Venezia

S. Cristoforo

Andrea Tron

ala destra

Venezia

La Mezzaluna

Valerio Vallaresso †

centro

Venezia

La Palma

Girolamo Venier †

centro

Venezia

Nostra Donna

Giovanni Zen

centro

Venezia

La Forza di Ercole

Ranieri Zen

ala destra

Venezia/Candia

L’Angelo

Giovanni Angelo

ala sinistra

Venezia/Candia

Nicolò Avonal

ala sinistra

Venezia/Candia

La Regina

Giovanni Barbarigo

ala destra

Venezia/Candia

Le Tre Mani

Giorgio Barbarigo †

ala sinistra

Venezia/Candia

Il Fuoco/La Fiamma

Antonio Bon

ala destra

Venezia/Candia

La Piramide

Francesco Bon †

ala sinistra

Venezia/Candia

Il Leone

Francesco Bon vecchio

ala sinistra

Venezia/Candia

Il Cristo

Daniele Calefati

ala sinistra

Venezia/Candia

L’Uomo armato

Andrea Calergi I

ala destra

Venezia/Candia

L’Aquila

Andrea Calergi II

ala destra

Venezia/Candia

Cristo Risorto

Giorgio Calergi

ala sinistra

Venezia/Candia

La Speranza

Girolamo Corner

ala destra

Venezia/Candia

Il Cristo

Andrea Corner

ala sinistra

Venezia/Candia

Il Cristo

Francesco Corner

ala destra

Venezia/Candia

Il Cristo

Giovanni Corner †

ala sinistra

Venezia/Candia

La Donzella

Francesco Dandolo

centro

Venezia/Candia

Nostra Donna

Marcantonio Foscarini

ala destra

Venezia/Candia

Due Leoni

Nicolò Fradello

ala sinistra

Venezia/Candia

L’Ermellino

Pietro Gradenigo

centro

Venezia/Candia

Il Braccio

Nicolò Lippomano

ala sinistra

Venezia/Candia

Il Leone e la Fenice

Francesco Mengano

ala sinistra

Venezia/Candia

La Palma

Giacomo de Mezzo †

ala destra

Venezia/Candia

La Ruota

Francesco da Molin

ala sinistra

Venezia/Candia

La Donna col Cavallo armato

Antonio Eudaimonogiannis

ala sinistra

Venezia/Candia

Nostra Donna

Filippo Polani

ala sinistra

Venezia/Candia

Il Fanciullo in Catene

Paolo Polani

ala destra

Venezia/Candia

La Montagna

Alessandro Vizzamano

centro

Venezia/Candia

Il Braccio

Gio. Michele Vizzamano

ala sinistra

Venezia/Candia

Cristo Risorto

Francesco Zancaruol

ala sinistra

Venezia/Candia

Due Delfini

Francesco Zen

ala sinistra

Venezia/Candia

L’Aquila

Girolamo Zorzi

ala destra

Venezia/Cipro

La Speranza

Gio. Battista Benedetti †

retroguardia

Venezia/Lesina

S. Girolamo

Giovanni Balzi

centro

Venezia/Arbe

S. Giovanni

Giovanni de Dominis

ala destra

Venezia/ Capodistria

Il Leone

Domenico Del Tacco

ala sinistra

Venezia/Cattaro

S. Trifone

Girolamo Bisanti †

ala destra

Venezia/Sebenico

S. Giorgio/La Sebenzana

Cristoforo Lucich

retroguardia

Venezia/Traù

Nostra Donna

Alvise Cippico

ala destra

Venezia/Veglia

Cristo Risorto

Luigi Cicuta

ala sinistra

Venezia/Cherso

S. Nicola/La Chersana

Collane Drasio

ala sinistra

Venezia/Corfù

L’Aquila

Piero Bua †

ala destra

Venezia/Corfù

L’Angelo

Stelio Carchiopulo

ala destra

Venezia/Corfù

Il Cristo

Cristoforo Condokali

ala sinistra

Venezia/Cefalonia

La Croce

Marco Cimera

ala sinistra

Venezia/Cefalonia

S. Virginia

Cristoforo Crissa

ala sinistra

Venezia/Zante

Nostra Donna

Nicolò Mondin

ala sinistra

Venezia/Zante

Giuditta

Marin Seguro

centro

Vicenza

La Torre

Ludovico da Porto

ala destra

Vicenza

L’Uomo marino

Giacomo Trissino †

centro

Padova

Il Re Attila

Pataro Buzzacarino

ala destra

Bergamo

S. Alessandro

Gio. Antonio Colleoni

centro

Brescia

S. Eufemia

Orazio Fisogna

ala sinistra

Crema

S. Vittoriano

Evangelista Zurla

ala destra

III. Le ciurme

III.1. I numeri

Galere cristiane:

1568: l’asiento di Gian Andrea Doria prevede 164 rematori per ogni galera, ma 192 per la Capitana e la Patrona (Sirago 2001, 686-7).

1570: rematori sulle galere toscane: Capitana 269, Patrona 216, Elbigina 218, Sirena 212, Pisana e Grifona 210, Vittoria 205, Fiorenza 203, Pace 147, S. Giovanni 134, S. Maria 114, media 194 (Lo Basso 2003, 346; Capponi 2008, 174).

1571, 12 aprile: il re comunica ai suoi commissari di aver ordinato che nelle sue galere ci siano 164 rematori ciascuna (Serrano IV, 106).

1571, 23 agosto: le 30 galere napoletane sono all’ordine, con 165 rematori ciascuna (Nicolini 408-9).

1571: la Capitana di Sicilia ha 260 tra forzati e schiavi, la Cardona 180 (Favarò 2007, 301-2; Favarò 2009, 134-5).

1571: la Real ha 290 rematori (Bicheno 2005, 37).

1572, 16 luglio: su 16 delle galere di Napoli la Capitana ha 314 rematori e le altre da 195 a 225 (Tercios, doc. 30: è lo stesso documento citato da Aymard 1974, 75, che erroneamente lo data 16 luglio 1571, e attribuisce le cifre alle galere di Sicilia).

1573: la Capitana del Doria ha 280 rematori (Borghese 1970, 143 e 192).

1576: la Capitana del Sauli ha 211 rematori (Lo Basso 2007, 412).

1584: sulle galere del regno di Sicilia la Capitana ha 290 rematori più 10 di riserva; la Patrona, 240 + 10; le galere «de fanales», 208 + 8; le ordinarie, 156 + 8 (Aymard 1974, 76).

Galere turche:

Relazioni, Navagero 1553, 68: per ogni galera 150 rematori;

Cavalli 1560, 293: «centoquarantotto uomini da remo»;

Moro 1590, 352 e 355: la mancanza di rematori è il principale limite della flotta turca, «benché non ne assegnino più di 150 per galea in ragione di 3 per banco»;

Bernardo 1592, 343: 141 rematori.

III.2. Numeri per banco

Galere cristiane:

1568: commissione di don Juan de Cardona comandante delle galere di Sicilia: deve tenere la Capitana e la Patrona a 4 rematori per banco (Favarò 2007, 306; Favarò 2009, 258).

1570: il Doria dice al Donà «che il re con levar un homo per banco delle galee che tiene, le quali vogano a quattro per banco, havendo li arsili sì come ha, potria accrescer la sua armata facilmente di venti galere», ma in verità «non tutte le galee né tutti i banchi, per quello che io ho in alcune veduto et inteso, hanno li quattro homini per banco che egli dice, et le galee ponentine, per la qualità della lor forma, con tre soli homini per tutti i banchi, non riusciriano così bone come riescono hora» (Donà 62).

1570, relazione Morosini: delle tre galere sabaude due hanno 4 uomini per remo, e la Capitana, «la quale è di venticinque banchi, è più grande assai delle altre e va con cinque uomini per remo, usando loro armar tutte le galere con un remo solo per banco» (Relazioni, Morosini 1570, 133; e cfr. Segre 1899, 27, l’asiento del Provana prevede 3 galeotti a remo, e 4 se si rema “a scaloccio”). Ma si noti che il Provana dovette lasciare a Messina 150 galeotti malati, e ne ebbe da don Juan e dal Venier solo 70 (Segre 1899, 134-5).

1570, 11 febbraio: Gio. Andrea Doria al re: «mi considero fortunato di aver fatto una capitana nuova di 26 banchi che vogherà di cinque in cinque» (Vargas Hidalgo 623).

1570, 4 settembre: lo Zane al Senato: le galere del re giunte a Creta «hanno tre homini per banco, eccetti li fanò che ne hanno 4 fin 6, come esso signor Gioan Andrea, il general di Napoli, quello di Sicilia et le sue patrone» (AV 1566-1570, 241v).

1571: capitolazione fra il granduca di Toscana e il papa: «che la Capitana habbi cinque huomini di remo per banco da poppa all’arbore, et quattro dall’arbore alla prua, con tutti quelli huomini et offitiali di più che a una Capitana si ricercano [...]. Che le altre undici galere siano almeno di ventiquattro banchi a tre huomini per banco» (Guglielmotti 155; Quarti 433-5).

1584: sulle galere del regno di Sicilia la Capitana ha 29 banchi a 5 rematori; la Patrona, 26 banchi, a 5 da poppa all’albero, poi a 4; le galere «de fanales», 26 banchi a 4; le ordinarie, 26 banchi a 3 (Aymard 1974, 76).

Galere turche:

Relazioni, Renier 1550, 79: «quella del Signor de cinque remi»;

Michiel 1558, 119: «Fanno hora una galea da 4 remi per banco, la quale serà assai bella, et questa ha da essere del capitano del mare. Tutte le altre sono da 3 remi, et sono di 25 banchi et 23, trahendone doi per il coppano et per il fogone»;

Moro 1590, 352 e 355: 3 per banco, ma 4 e anche 5 i rais e i corsari, e 7 il kapudan pascià;

CB, 258v-259r, galera in costruzione per il sultano, 1570: «la qual è grande di 29 o 30 banchi, et vogherà ad un remo per banco, et 4 homini per remo».

III.3. Composizione percentuale delle ciurme

Inizio anni 1560: le 11 galere del Doria hanno a bordo 832 forzati (48,2%), 787 schiavi (45,6%), 104 buonavoglia (6%) (Capponi 2008, 173).

1568: 13 galere di Napoli hanno 1920 forzati e 210 schiavi, di cui 9 rinnegati, 8 moriscos, 57 moros nordafricani, 4 negri, 17 greci, 9 balcanici, 106 turchi; nel 1575 su 174 schiavi 2 rinnegati, 23 moriscos, 46 mori, 2 negri, 101 turchi (Aymard 1974, 83 e 85-6).

1570: su 11 delle galere toscane ci sono in tutto 2000 rematori senza contare i malati: 1134 forzati (56,7%), 500 schiavi (25%), 366 buonavoglia (18,2%) (Lo Basso 2003, 346; Capponi 2008, 174).

1571: su 30 galere di Napoli ci sono 2469 forzati (47,1%), 552 schiavi (10,5%), 2220 buonavoglia (42,3%) (Mafrici 1995, 197).

1571: le 6 galere di Sicilia hanno a bordo 695 forzati e 440 schiavi (Favarò 2009, 141).

Fine 1571: Gian Andrea Doria sulle sue 12 galere ha a bordo 1228 forzati e 557 schiavi (Aymard 1974, 81 e 83-4).

1572, fine luglio: su 16 delle galere di Napoli i forzati sono 1838 (54,7%), gli schiavi 395 (11,7%), i buonavoglia 1140 (33,9%) (Tercios, doc. 30: è lo stesso documento citato da Aymard 1974, 75, che erroneamente lo data 16 luglio 1571, e attribuisce le cifre alle 16 galere di Sicilia).

1573: la Piemontesa ha 140 forzati e 59 schiavi (70% e 30%), la Margarita 144 forzati e 58 schiavi (71% e 29%) (Lo Basso 2003, 379; cfr. Segre 1899, 36 n.: sulla Capitana sono invece quasi tutti schiavi).

1575: le 4 galere dei Lomellini hanno 371 schiavi e 252 forzati (Lo Basso 2007, 409).

1576: le 3 galere maltesi hanno 200 forzati (29%), 293 buonavoglia (42%), 200 schiavi (29%) (Lo Basso 2003, 371, ma nel 1569 sulle 4 galere gli schiavi erano il 44%, Brogini 2002).

1576: le 22 galere di Sicilia hanno 1102 forzati (28,8%), 1517 schiavi (39,6%), 1205 buonavoglia (31,5%) (Braudel 1986, 893 n.).

1587-88: su 7 galere di Napoli, 1218 rematori di cui 771 forzati (63,3%), 153 schiavi (12,5%), 294 buonavoglia (24,2%) (Lo Basso 2003, 328-9).

III.4. Ipotesi per Lepanto

Sulle galere del re effettivamente presenti (13 di Spagna, 27 di Genova, 10 di Sicilia, 30 di Napoli) si possono calcolare come minimo i 165 rematori ciascuna previsti dagli asientos e dagli ordini del re, e rispetto ai quali alcuni documenti danno cifre anche superiori. Sulle Capitane e le Patrone, che sono in tutto 26, si va dal minimo di 192 previsto dall’asiento del Doria ai massimi di 290 della Real, 260 della Capitana di Sicilia e della Capitana del Doria: si può ipotizzare tranquillamente una media di almeno 200. In tutto, quindi, come minimo 14.000 rematori, di cui circa il 10% schiavi.

Sulle 3 galere di Savoia, circa 600 rematori, di cui forse il 30% schiavi.

Sulle 3 galere di Malta, circa 650 rematori, di cui forse il 40% schiavi.

Sulle 12 galere del papa, circa 2400 rematori, di cui forse il 20% schiavi.

Su 105 galere veneziane, a 150 rematori l’una, circa 16.000 rematori.

In tutto, quindi, circa 34.000 rematori, di cui oltre 30.000 possono essere stati sferrati per il combattimento.

IV. Gli equipaggi

IV.1. Galere del re

1568, gennaio: Filippo II ordina che le sue galere debbano avere ciascuna 42 «hombres de cabo» (García Hernán 1999, 117).

1568: l’asiento di Gian Andrea Doria prevede per ogni galera «50 tra officiali, marinari et scapoli», ma 75 per la Capitana e la Patrona (Sirago 2001, 686-7; Lo Basso 2003, 279 e 321; Lo Basso 2007, 402 e 417).

1571, 12 aprile: Filippo II ordina che siano 50 in ognuna delle sue galere (Serrano IV, 106).

1571, luglio: la Capitana di Sicilia ha 6 gentiluomini, 17 ufficiali, 6 provieri, 16 marinai, 16 compagni, tot. 61; la Cardona ha capitano, 14 ufficiali, 15 marinai, 13 compagni, 6 provieri, tot. 49 (Favarò 2009, 149-50).

1571, 29 agosto: sulle 30 galere di Napoli ci sono 1613 uomini “di cavo”, in media 54 per galera (Mafrici 1995, 197; García Hernán 1999, 118).

1572, 16 luglio: la Capitana di Napoli ha 20 ufficiali, 16 gentiluomini, 32 marinai, 8 provieri, tot. 76; altre 15 galere hanno ciascuna da 10 a 18 ufficiali, da 12 a 28 marinai, da 1 a 6 gentiluomini (tranne la Patrona che ne ha 15), da 3 a 9 provieri; media esclusa la Capitana: 16 ufficiali, 18 marinai, 6 provieri, 4 gentiluomini, tot. 44 (Tercios, docc. 30-1).

1573: la Capitana del Doria ha 20 ufficiali, 22 servitori nobili, 44 marinai, 8 prodieri, 16 soldati, tot. 110 (Borghese 1970, 143 e 192).

1584: la Capitana di Sicilia ha 100 uomini di cavo; nelle galere normali il numero va da 38 a 45 (Favarò 2009, 149-50).

IV.2. Altre galere ponentine

1563: galera toscana Lupa: capitano, piloto, comito, sottocomito, aguzzino, due maestri d’ascia, un calafato, un remolaro, un barbiere, uno scrivano, due consiglieri, un clarino, tre bombardieri, un cappellano, un trombettiere, 7 nobili, 36 nocchieri, 8 compagni, 9 prueri, tot. 79 (Scetti 25).

1570: equipaggi previsti per le galere del Colonna: capitano, comito, sottocomito, scrivano, peota, calafato, mastro d’ascia e remolaro ognuno con un garzone, sei bombardieri, un cappellano, un barbiere, 8 compagni d’albero, 30 marinai, 2 gentiluomini di poppa, tot. 59 (Guglielmotti 15-6).

1570: relazione dal ducato di Savoia: «li marinari che mette sua eccellenza per ogni galera, che sono sessanta» (Relazioni, Morosini 1570, 134; e cfr. l’asiento del Provana che prevede 40 marinai da aumentare a 60 in campagna, Segre 1899, 27).

1571: capitolazione fra il granduca di Toscana e il papa: «Che Sua Altezza sia obbligata a tenere su dette 12 galere 60 uomini fra marinai et offitiali in tutto per ciascuna galera» (Quarti 433-5).

1614: equipaggio ideale secondo Pantera 113: «il capitano, un giovane almeno che sia ben nato, che si chiama il nobile di poppa, un capellano, un patrone, un comito, un sottocomito, un piloto, un consigliero, otto timonieri, quattro chiamati nelle galee ‘parte et meza’, quattro proeri, un aguzino, sedici marinari di guardia, un barbiero, doi bombardieri, doi aiutanti di bombardieri, un mastro d’ascia, un calafato, un barilaro, un remolaro», tot. 50.

IV.3. Galere veneziane

Lo Basso 2004, 92: mentre le galere ponentine hanno almeno 20 o 30 marinai, quelle veneziane ne prevedono solo 12 («compagni»), perché la manovra delle vele è fatta dai galeotti di libertà.

Cristoforo da Canal, 117-8: critica l’uso veneziano di imbarcare solo 8 «compagni»; cfr. Lane 1934, 10. Aggiungendo sopracomito, comito, parone, pilota, 2 nobili di poppa, almeno 4 bombardieri, 6 maestranze, barbiere, si arriva a circa 25 marinai.

Lane 1982: il registro stabilito in occasione della creazione della riserva di 100 galere prevede 20 marinai ciascuna.

La relazione pubblicata in Panciera 2005, 222, dà un totale di 3000 marinai imbarcati sulle galere e galeazze veneziane, in media 26 per una.

IV.4. Galere turche

Relazioni, Navagero 1553, 68: per ogni galera 30-40 marinai;

Trevisan 1554, 136-7: ogni rais ha 8 marinai fra cui un comito e un peoto, più gli scapoli;

Michiel 1558, 120-1: «Sono per ciascuna galea 30, da noi chiamati scapoli, i quali sono gente tutta disarmata, né guardano i capi accettare ogni sorte di persone»;

Cavalli 1560, 293: «Gli uomini delle galere sono il sopracomito, detto reis, il comito, sottocomito, parone, e quattro altri uomini da aspri quaranta al dì, ma tutti senza biscotto; poi venticinque inferiori per la navigazione e il veleggiare, che toccano aspri quattro il dì, pane, ed aspri settecento per una fiata»;

Garzoni 1573, 425: nell’Arsenale ci sono 300 rais pagati da 8 a 40 aspri, «e tutti sono obligati ad eleggersi comiti, paroni, ed altri due homini pagati dal Gran Signore [...]. Si dispensano anche sopra ogni galera venti azap, quali attendono al servizio delle galere secondo li bisogni. Sono questi azap al numero di tre mila, pagati con aspri quattro al giorno per uno, e servono nell’arsenale, ed in ogni altro luogo per servizio dell’armata»;

Antelmi 1576, 197: «homini 20 per galea, che chiamano asapi, a paga de 5 asperi il giorno, et servono per marinari»;

Moro 1590, 354: su ogni galera il rais, altri 9 ufficiali, 20 marinai;

Bernardo 1590, 329: «nell’armata si servono d’asappi per ufficiali e marinari a nove per galera»;

Bernardo 1592, 343: il rais e 9 ufficiali di cui però alcuni sono paghe morte, 20 marinai sulle galere sottili e 25 sulle bastarde.

Nel 1571 un ordine prevede che ci siano «12 asapi in ognuno dei 200 vascelli»; la manovra delle vele è affidata a marinai reclutati tramite coscrizione annua nei distretti marittimi, e all’occasione anche reclutati a pagamento: ne occorrono una ventina per galera secondo Kâtib Çelebi (Imber 2002, 303).

V. La fanteria imbarcata

V.1. Fanteria al soldo del re di Spagna, generale Ascanio della Cornia

La fonte principale per la fanteria al servizio del re è la relazione dell’intendente Francisco de Ibarra del 16 settembre 1571 (Codoin III, 203-15); le cifre provengono da questa fonte quando non vi siano altre indicazioni.

a) Fanteria spagnola del re, 8160 uomini

I tercios imbarcati erano in tutto quattro: il tercio di Napoli agli ordini di don Pedro de Padilla, il tercio di Sicilia agli ordini di don Diego Enríquez, e due tercios reclutati in Spagna, normalmente indicati nei documenti amministrativi spagnoli semplicemente come il tercio di don Lope de Figueroa e il tercio di don Miguel de Moncada. Cfr. Servià 363: «iban en esta armada cuatro tercios de españoles, los dos de soldados viejos, y los dos de bisoños», sotto i colonnelli «don Pedro de Padilla, maestre de campo del tercio de Nàpoles; don Diego Enríquez del tercio de Sicilia; don Miguel de Moncada del un tercio de bisoños; don Lope de Figueroa del otro de bisoños». Cfr. anche il poema di Pedro Manrique, La victoria (1573), cit. in A. Cioranesco, Un poème inconnu de don Pedro Manrique, in Mélanges Mario Roques, Paris 1982, 37-49, 46: «el tercio qu’es de Napoles famosa – le tray don Pedro illustre de Padilla [...]. El de Siçilia [...] le tray don Diego Enriquez [...]. Va don Miguel antiguo de Moncada – con gente catalana y de Valençia, don Lope con la gente de Granada». E cfr. Sereno 158: «degli Spagnuoli v’aveva quattro Maestri di campo al modo loro, che al nostro sono pur Colonnelli. Del terzo di Napoli Don Pietro di Padiglia; del terzo di Sicilia, Don Pietro Enriques; del terzo di Sardegna Don Michel de Moncada; e d’altri due mila fanti Don Lopez di Figueroa».

La relazione di Francisco de Ibarra elenca 14 compagnie del tercio di don Lope de Figueroa, 7 del tercio di don Miguel de Moncada, 12 del tercio di Napoli, 10 del tercio di Sicilia, oltre a 2 del tercio di Lombardia, imbarcate sulle galere del re; e altre 10 compagnie dei suddetti tercios, senza indicazione dell’appartenenza, imbarcate sulle galere veneziane. Per conoscere il numero totale di compagnie di ciascun tercio, si confronti la distribuzione degli alloggiamenti in Sicilia stabilita da Filippo II in vista dello svernamento nel dicembre 1571 (Favarò 2009, 118-9 e García Hernán 1999, 95-7): sono calcolate per il tercio di don Lope de Figueroa 16 compagnie; tercio di don Miguel de Moncada, 11 compagnie; tercio di Sicilia, 17 compagnie. Se ne deduce che delle 10 compagnie imbarcate sulle galere veneziane, 2 appartenevano certamente al tercio di don Lope de Figueroa e 4 al tercio di don Miguel de Moncada. Le 4 restanti potevano appartenere sia al tercio di Napoli, sia al tercio di Sicilia; considerando che quando la flotta tornò ad armarsi, nell’aprile 1572, il tercio di Sicilia lasciò a terra in tutto 3 compagnie e ne imbarcò 14 (Favarò 1009, 151), si può ipotizzare che nel settembre 1571 si fosse fatto lo stesso, e che le 4 compagnie che rimangono fossero tutte del tercio di Sicilia.

Si noti che in tutta la documentazione amministrativa non esiste alcuna traccia di un’eventuale presenza di quei «quattrocento archibugieri scelti del terzo di Sardegna» che secondo alcuni cronisti si trovavano sulla Real (Contarini 52v; Costiol cit. in Quarti 688; e cfr. Sereno 158, che arbitrariamente dà il nome di Sardegna al tercio di don Miguel de Moncada) e che la storiografia soprattutto italiana continua a citare; mentre appare indubbio che la fanteria imbarcata sulla galera di don Juan, appartenente al tercio di don Lope de Figueroa, era stata reclutata in Spagna. Non si può escludere che in uno dei tercios spagnoli fosse presente un nucleo di veterani appartenuti in passato al tercio di Sardegna, che era stato sbandato nel 1568 (G.P. Tore, Il Tercio de Cerdeña. 1565-1568, Pisa 2006).

Tercio di Napoli (don Pedro de Padilla).

A maggio 1571 (Tercios 413 e Fenicia 2003, 34) il tercio è costituito da 3 compagnie vecchie, con 451 soldati, e 17 appena arrivate dalla Spagna con 2826, tot. 3277.

Sulla flotta si imbarcano in tutto 12 compagnie:

4 compagnie, 636 soldati, sulle galere di Napoli

8 compagnie, 1120 soldati, imbarcate a Taranto sulle galere di Napoli

totale: 1756.

Tercio di Sicilia (don Diego Enríquez).

Il tercio conta circa 2000 uomini, Donà 93; secondo una relazione della primavera 1571 (Tercios 413), circa 1000 uomini in Sicilia, e 1152 «embarcados en Cartagena para Sicilia».

Sulla flotta si imbarcano in tutto 14 compagnie:

10 compagnie, 1298 soldati, sulle galere di Sicilia

4 compagnie sulle galere veneziane, stima 646 soldati (media calcolata sul totale delle 10 compagnie spagnole prestate ai veneziani, che hanno in tutto 1614 soldati)

totale stimato: 1944.

Tercio di don Lope de Figueroa.

S’imbarca in Spagna con don Juan, il quale sulla carta porta in tutto 3000 soldati: cfr. cap. 20, n. 12; Caetani 99 («li spagnuoli vecchi che avevano servito alla guerra di Granata»); Sereno 131 («tremila fanti che soli erano avanzati da quella guerra»). Secondo una relazione della primavera 1571 (Tercios 413), il tercio di don Lope imbarca a Malaga e Cartagena 2375 soldati, più una compagnia di moschettieri di 160 uomini.

Il nome «tercio di Granada» non è ufficiale ma circola già all’epoca (cfr. Relatione fatta in Roma a Sua santità dal signor maestro di campo del terzo di Granata Don Lopes de Figheroa, Firenze 1571):

8 compagnie, 1132 soldati, sulle galere di Spagna

6 compagnie, 753 soldati, sulle galere di Napoli

2 compagnie sulle galere veneziane, stima 323 soldati

totale stimato: 2208.

Tercio di don Miguel de Moncada.

Imbarcato con don Juan, il Moncada «ha carico di 2000 spagnuoli, di quelli che sono sopra l’armata» (Nunziature X, 34); la relazione della primavera 1571 (Tercios 413) dà 2000 uomini partiti con don Juan «que se levantaron en Aragon, Valencia y Cataluña», più «la compania de Rafael Aspucha que estaba en Almeria», 110 uomini:

1 compagnia, 100 soldati, sulle galere di Spagna

4 compagnie, 662 soldati, sulle galere di Napoli

2 compagnie, 398 soldati, sulle galere del Doria

4 compagnie sulle galere veneziane, stima 646 soldati

totale stimato: 1806.

Tercio di Lombardia.

«Las mismas que suelen andar de ordinario en ellas por cuenta de Lombardia», Codoin III, 206. Nota che la relazione della primavera 1571 (Tercios 412) parla di 3 compagnie con 740 soldati; dal bilancio delle paghe arretrate stilato dopo Lepanto (Tercios 184), risultano «dos compañias viejas».

2 compagnie, 445 soldati, sulle galere del Doria

totale: 445.

b) Fanteria italiana del re, generale il conte Sforza di Santafiora, 5208 uomini secondo Ibarra, aggiungendo la milizia del regno di Napoli il totale corrisponde alla Relación che prevede come fanteria «seis mil italianos».

Paolo Sforza.

Sulla carta 2000 fanti, reclutati nel ducato d’Urbino (cfr. cap. 20, n. 10):

5 compagnie, 810 soldati, sulle galere di Genova, Savoia, Doria e Lomellini

5 compagnie sulle galere veneziane, stima 730 soldati (il totale di fanteria italiana del re imbarcata sulle galere veneziane è di 2489 fanti in 17 compagnie)

Al momento di calcolare le paghe arretrate restano solo 8 compagnie, Tercios 267

totale stimato: 1540.

Vincenzo Tuttavilla conte di Sarno.

Sulla carta 2000 fanti, reclutati nel regno di Napoli (cfr. cap. 20, n. 10).

4 compagnie, 547 soldati, sulla galera di Sauli e quelle di Napoli

6 compagnie sulle galere veneziane, stima 876 soldati

totale stimato: 1423.

Sigismondo Gonzaga.

Sulla carta 2000 fanti, reclutati nello Stato di Milano (cfr. cap. 20, n. 10, e Codoin III, 189; in effetti 1300, Vargas Hidalgo 764):

4 compagnie, 545 soldati, sulle galere Lomellini e Grimaldi

6 compagnie sulle galere veneziane, stima 876 soldati

totale stimato: 1421.

Italiani «que andaban en las galeras de Sicilia».

Dette anche «compañias particulares», García Hernán 1999, 96.

5 compagnie, 500 soldati, di cui 3 sulle galere di Napoli, 1 sulle galere di Sicilia, e 1 sulla nave dell’Avalos coi tedeschi

totale: 500.

Tiberio Brancaccio.

Aveva una condotta per 800 fanti da arruolare nel regno di Napoli, ma gran parte disertarono (cfr. cap. 20, n. 10). Secondo Caracciolo 17, il Brancaccio riuscì a imbarcare solo 2 compagnie; inoltre ebbe il comando della milizia pugliese.

Dal calcolo delle paghe arretrate risultano in tutto ai suoi ordini 5 compagnie (Tercios 184).

L’Ibarra dà 4 compagnie con 300 soldati su 2 galere di Napoli

totale: 300.

Milizia del regno di Napoli.

Nel calcolo dell’Ibarra, fatto alla partenza da Messina, mancano le compagnie della milizia del regno di Napoli che secondo diverse fonti vennero imbarcate dalla flotta durante il viaggio: 5 o 600 fanti della milizia calabrese a Crotone secondo Sereno 158; 2 compagnie di milizia pugliese a Otranto, agli ordini del Brancaccio, secondo Caracciolo 20 (e cfr. Nicolini 412).

totale stimato: 800.

c) Fanteria tedesca del re, 4987 uomini, presenti alla battaglia 1000

Oltre alla relazione dell’intendente Francisco de Ibarra al re, cfr. le fonti citate sopra (cap. 20, n. 13).

Due reggimenti, al comando del conte Vinciguerra d’Arco e del conte Alberico di Lodrone.

Il totale previsto è 8000 sulla carta, in pratica ne arrivano a Genova e alla Spezia 7131, ovvero 3431 del conte d’Arco e 3700 del conte di Lodrone.

Il conte di Lodrone imbarca a Messina 2371 «soldados sanos», lasciando in ospedale 736 malati (ha quindi avuto, nel frattempo, 593 morti).

Il conte d’Arco imbarca a Messina 2616 soldati, lasciando in ospedale 232 malati (ha quindi avuto, nel frattempo, 583 morti).

Di costoro, 1000 soldati del conte di Lodrone sono imbarcati su galere di armatori genovesi, e sono gli unici che partecipano alla battaglia; tutti gli altri sono imbarcati sulle navi al comando di don Cesare d’Avalos, che non giungono in tempo.

V.2. Fanteria veneziana

Generale Paolo Orsini. Totale 4300 uomini (Panciera 2005, 222). Cfr. la nomina di Paolo Orsini a «capitano della milizia che si attrova sopra l’armata nostra», 22 maggio 1571 (Hale 1990, 133).

Pompeo Giustini da Castello. 6 compagnie, sulla carta 1200 uomini, sulla flotta del Venier (cfr. cap. 23, p. 419); imbarcati sulle galeazze, ASV, Senato Secreta, reg. 77, f. 129v, Caracciolo 36, Panciera 2005, 222.

Prospero Colonna. Permesso del Granvelle di reclutare 1000 uomini in Calabria (cfr. cap. 23, n. 9); sono 2000 secondo Marcantonio Colonna (Molmenti (b), doc. I), ma cfr. lettera del Venier del 13 settembre, AV 1571, 196v: «non essendo giunti tutti li fanti ch’io espettavo di Calavria».

Don Gaspare Toraldo. Nobile di Tropea, ha promesso 1200 uomini: Venier 298-300, Caracciolo 17, Sereno 58. Ne imbarca 800, «non havendo havuto tempo di fare gli altri 400», AV 1571, 197r, 210v. Cfr. T. Costo, Giunta, overo Terza parte del Compendio dell’istoria del regno di Napoli, Venezia 1613, 24.

Duca d’Atri. Permesso del Granvelle di reclutare 500 fanti in Terra d’Otranto (cfr. cap. 23, n. 9); i 500 fanti sono pronti a fine agosto, Nicolini 409 e sono imbarcati a Brindisi, Nicolini 413.

Don Antonio Tuttavilla. Parente del conte di Sarno, recluta 600 uomini in Terra d’Otranto (cfr. cap. 23, n. 9).

Camillo da Correggio e Filippo Ronconi. Fanteria imbarcata a Corfù, 500 uomini (cfr. cap. 28, n. 2).

V.3. Fanteria pontificia

Generale Onorato Caetani, totale 1500 uomini. 8 compagnie, 1171 fanti imbarcati (cfr. cap. 20, n. 16); più quelli reclutati a Napoli (cfr. cap. 23, n. 2), che portano il totale a 1600 (Nicolini 403), o meglio 1500 (Caetani 108).

Restano fuori dal conto i fanti imbarcati sulle galere del duca di Savoia. La relazione dell’Ibarra (Codoin III, 207) menziona solo 180 soldati del reggimento di Paolo Sforza, cui corrisponde la notizia data dalla documentazione sabauda, per cui le galere del duca di Savoia avevano imbarcato 181 soldati soprannumerari, costati 2605 scudi (Segre 1899, 146). Sulla Capitana di Savoia era inoltre imbarcato il principe di Urbino con 12 servitori e 115 «caballeros y particolares muy bien armados». Non è chiaro se le tre galere avessero, già prima di imbarcare tutta questa gente, il loro complemento di fanti, che ordinariamente arrivava «sino a ottanta ovvero cento soldati» (Relazioni, Morosini 1570, 134); ma si tenga anche conto che a bordo si era sviluppata un’epidemia, e il Provana aveva dovuto lasciare negli ospedali di Messina 150 galeotti e 100 fra marinai e soldati (Promis 48).

VI. L’artiglieria imbarcata

Si forniscono qui alcuni esempi di armamento, e si propone una media per calcolare il totale approssimativo dell’artiglieria imbarcata sulle galere cristiane.

VI.1. Galere veneziane

1563: 1 cannone da 50, 3 falconi da 6, 8 petriere da 6, 3 falconetti da 3, 8 moschetti «da zuogo» e «da braga», 24 «arcobusoni da posta moderni» (Morin 1985, 210; Morin 2006, 24).

1563: 1 colubrina da 40, 2 aspidi da 12, 1 falcone e 2 petriere da 6, 4 falconetti e 12 petriere da 3, 12 moschetti fissi (ivi).

1565: 1 colubrina da 60, 2 cannoni da 16, 1 falcone e 4 petriere da 6, 3 falconetti e 24 petriere da 3 (Panciera 2005, 172 n.).

1566: 1 pezzo da 50, tre da 6, due da 3, 14 pezzi piccoli, 24 archibugioni fissi (Capponi 2008, 165).

1568: 1 colubrina da 60, 2 cannoni da 16, 3 falconi e 2 petriere da 6, 2 falconetti e 14 petriere da 3, 8 moschetti e 60 archibugioni (Panciera 2005, 172 n.).

1571: 1 cannone da 50, 2 aspidi da 12, 3 falconi da 6, 3 petriere da 6, 3 falconetti e 12 petriere da 3, 64 archibugioni (Panciera 2005, 24).

1573: 1 colubrina da 50, tre 6 libbre, un 3 libbre, 20 pezzi piccoli, 68 archibugioni fissi (Capponi 2008, 165).

1575: 1 colubrina da 30, 3 falconi e 4 petriere da 6, 3 falconetti e 12 petriere da 3, 18 moschetti (Panciera 2005, 172 n.).

1578: 1 colubrina da 30, 1 falcone e 4 petriere da 6, 3 falconetti e 10 petriere da 3, 20 archibugioni (Panciera 2005, 172 n.).

Per 108 galere, calcolando che la coppia di pezzi da 12 o da 16 è presente nel 50% dei casi documentati, si possono ipotizzare 108 cannoni e colubrine grosse, circa 50 cannoni da 16, circa 50 pezzi da 12, 2150 pezzi da 6 e da 3, senza contare moschetti e archibugioni.

VI.2. Galere genovesi

1552: 1 cannone con 40 palle di metallo, 2 petriere con 20 palle di pietra, 2 sagri con 20 palle di metallo, 4 smerigli piccoli con 30 palle «col dado di ferri» (Borghese 1970, 159).

1552: 1 cannone da 50 libbre con 50 palle, 2 mezze colubrine da 10 libbre con 100 palle in tutto, 2 cannonetti per palle di pietra da 12 libbre con 40 palle, 6 smerigli con 400 palle (Borghese 1970, 191).

1575: galere dei Lomellini: 1 cannone da 21 a 46 libbre, 2 sacri, 2 o 4 mortaretti (Capponi 2008, 165-71).

1582: media delle galere del Doria: 1 cannone da una tonnellata e mezza, 2 moiane fino a 4 quintali, 4 mortaretti fino a 120 kg (Capponi 2008, 165-71).

Per 27 galere, si possono ipotizzare 27 cannoni, 135 fra sacri, moiane, petriere e mortaretti.

VI.3. Galere toscane

La Fiorenza nel 1555 portava 1 cannone di corsia del peso di due tonnellate, con 38 palle di ferro; 2 petriere da sei quintali e 2 da oltre due quintali; 2 sacri da sei quintali, con 86 palle di ferro; 2 smerigli grossi da un quintale e mezzo, 3 smerigli piccoli, con 36 palle di pietra coperte di piombo, 8 «mascoli» (Lo Basso 2004, 61).

Per 12 galere si possono ipotizzare 12 cannoni, e 72 sacri e petriere.

VI.4. Galere di Sicilia

All’arsenale di Messina nel 1572 si preventivano per una galera 1 cannone di corsia da due tonnellate e mezza, 4 sacri da una tonnellata e 2 moiane da un quintale e mezzo (Favarò 2007, 293-5).

Per 10 galere si possono ipotizzare 10 cannoni e 60 sacri e moiane.

VI.5. Galere di Napoli

1570: per una bastarda sono previsti 2 mezzocannoni da 12 cantari, 2 sacri da 8 cantari e 4 smerigli (Fenicia 2003, 130).

1570-71: per equipaggiare le nuove galere della squadra di Napoli si acquistano a Genova, per ciascuna, 1 cannone di crociera da 18 quintali, 2 petriere da 6 quintali, 2 sacri da 4 quintali, 4 smerigli da oltre un quintale e 4 buzacos appena più piccoli (Fenicia 2003, 136).

1584: le 28 galere di Napoli hanno 25 cannoni, 62 sacri, 30 petriere, 105 smerigli, 14 buzacos, 187 masculos (Fenicia 2003, 135).

Per 30 galere si possono calcolare 30 cannoni, 120 fra sacri e petriere.

VI.6. Galere spagnole

1588: 1 cannone del peso di 5400 libbre, 2 moiane di 1465 libbre, 4 mortaretti di 300 libbre, 5 archibugi grandi.

1588: 1 cannone del peso di 5200 libbre, 2 moiane di 750 libbre, 4 mortaretes di 300 libbre (Capponi 2008, 165-71).

Per 13 galere si possono calcolare 13 cannoni e 78 moiane e mortaretti.

Per il calcolo del totale bisogna aggiungere 3 galere di Savoia e 3 di Malta, per cui possiamo ipotizzare 6 cannoni e 24 sacri, moiane e petriere (cfr. Pantera 85-92, che dà come armamento standard un cannone da 50, con un sacro o moiana da ogni lato, una petriera e uno smeriglio; Crescenzio 509-10 propone come armamento ideale, da ogni lato del cannone di corsia, un sacro, una moiana, una petriera e uno smeriglio).

Totale ipotizzato: 250 cannoni e colubrine da 50 a 14 libbre, circa 2700 aspidi, sacri, moiane, petriere, falconi, falconetti e mortaretti da 12 a 3 libbre di palla.

Si aggiungano le galeazze con 12 fra colubrine e cannoni da 50 o da 60 libbre, 89 altri pezzi da 14 a 30 libbre, e 58 pezzi minori (cfr. cap. 29, n. 32).

Sulla base della distinzione coeva tra calibri piccoli («dal 12 in zoso») e medio-grandi («dal 14 fino al 120») (Panciera 2005, 169) la flotta poteva portare approssimativamente 350 pezzi di calibro medio-grande e 2750 di piccolo calibro.