Appunti Per Una Definizione Di Parentela
Prima dei voli spaziali era stato predetto infinite volte che il fascino degli altri pianeti sarebbe stato strettamente intellettuale. Anche sui pianeti più simili alla Terra, il corso dell'evoluzione biochimica, determinato dalla scelta del caso fra varie direzioni possibili, si sarebbe rivelato talmente diverso da quello terrestre che l'uomo non avrebbe potuto viverci senza uno speciale equipaggiamento. E, per quanto riguardava gli esseri raziocinanti, non era forse arroganza, da parte nostra, il supporre che sarebbero stati vicini a noi psicologicamente e culturalmente, al punto che avremmo trovato subito un terreno comune? Le scoperte delle prime spedizioni extrasolari sembrarono confermare pienamente questa abiura dell'antropomorfismo.
Oggi, invece, la nostra convinzione si è comunemente spostata al polo opposto. Sappiamo che la galassia rigurgita di pianeti i quali, pur esotici nei particolari, non sono meno ospitali per noi di quanto lo sia mai stata la Terra. Abbiamo tutti incontrato degli esseri i quali, per quanto inumano possa apparirci il loro aspetto, parlano e agiscono come un tipico terrestre. Conosciamo il guerriero, il filosofo, il mercante, il vecchio ranger spaziale, in cento incarnazioni diverse. Facciamo affari, litighiamo, esploriamo e ci divertiamo con loro, come lo faremmo con chiunque altro della nostra razza. Perciò, chi potrà mai negare che vi sia qualcosa di universale negli schemi della biologia terrestre e nella stessa civiltà tecnica?
No. Come al solito, la verità si trova in qualche punto intermedio fra i due estremi. La grande maggioranza dei pianeti costituisce, effettivamente, un ambiente letale per l'uomo. Ma, appunto per questo, noi di solito ce li lasciamo alle spalle, e finiamo in pratica per dimenticarcene. Anche tra i pianeti che hanno ossigeno libero nell'atmosfera e acqua allo stato liquido, una buona metà è inutile — mortale o quasi — per noi, per una ragione o per l'altra. Eppure, l'evoluzione non è un processo casuale. La selezione naturale, operando entro i limiti delle leggi fisiche, le dà una certa direzione. Inoltre, la galassia è talmente gigantesca che le variazioni casuali, all'interno di essa, finiscono per creare, su milioni di pianeti, esseri e ambienti assai simili. Così, non manchiamo affatto di Nuove Terre.
Lo stesso vale per la psicologia delle specie intelligenti. La maggior parte delle creature senzienti possiedono in realtà degli istinti fondamentali che divergono in modo più o meno pronunciato da quelli dell'uomo. Con le razze che hanno motivazioni radicalmente aliene, noi abbiamo ben pochi contatti. Quelli con cui c'incontriamo regolarmente sono, per forza di cose, gli esseri le cui inclinazioni sono le più simili alle nostre; anche in questo caso, data l'esistenza di miliardi di pianeti, è certo che tali inclinazioni si trovano fra milioni di razze.
Naturalmente, non dobbiamo lasciarci fuorviare da somiglianze superficiali. Il non umano rimane sempre non umano. E noi riconosciamo in lui soltanto quelle sfaccettature della sua personalità che possiamo capire. Così ridotta, la sua mentalità può addirittura apparirci bidimensionale, con effetti tragicomici. Ma ricordate che noi, a nostra volta, facciamo su di lui lo stesso effetto. È bene che la maggior parte degli uomini non sappiano su quanti pianeti sono i protagonisti tipici di barzellette ribalde.
Anche così, nella maggior parte delle razze esistono tra i singoli individui — per non parlare delle culture — altrettante differenze che nell'Homo Sapiens. Dunque, esiste un certo grado di sovrapposizione. Spesso un uomo va più d'accordo con qualche essere non umano che con la maggior parte dei suoi simili. «Certo», diceva un prospettore minerario su Quetzalcoatl, parlando del suo socio, «sembra un incrocio tra un cavolo e una gru. Certo, rutta idrogeno solforato e dorme sprofondato nella melma, e il suo massimo divertimento consiste nel passare sei ore filate a romperti le scatole con discorsi sul che e sul come. Ma mi posso fidare di lui... Diavolo! Lo lascerei perfino solo con mia moglie!»
Noah Arkwright: Introduzione allo studio degli esseri raziocinanti