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Bosch viaggiò sul sedile posteriore dell'auto di pattuglia insieme a Stoddard sulla strada per la Divisione Devonshire. Rider era rimasta a casa dei Verloren per calmare Muriel e per farsi visitare dai paramedici. Quando le avrebbero dato l'okay, avrebbe guidato l'auto di Bosch fino alla stazione.
Il tragitto fino alla Divisione sarebbe durato al massimo dieci minuti. Bosch sapeva che aveva davvero poco tempo per indurre Stoddard a parlare. Per prima cosa, lesse al preside i suoi diritti. Stoddard aveva fatto alcune ammissioni mentre era rintanato nella camera da letto di Rebecca Verloren, ma Bosch non era sicuro che potessero essere usate davanti alla corte, perché non erano state registrate e l'uomo non era stato informato dei suoi diritti, tra cui c'era quello di rimanere in silenzio.
Dopo aver letto i diritti da un biglietto da visita che si era fatto prestare poco prima da Rider, Bosch domandò con semplicità: «Ora vuoi parlare con me?».
Stoddard era piegato in avanti perché aveva ancora le mani ammanettate dietro la schiena. Il mento era abbassato quasi fino al petto.
«Cosa c'è da dire?» domandò.
«Non lo so. Non mi serve che parli. Ti abbiamo in pugno. Azioni e prove, abbiamo tutto quello che ci serve. Pensavo solo che volessi spiegare le cose, tutto qui. A questo punto molta gente sente il bisogno di aprirsi.»
Stoddard dapprima non rispose. L'auto si dirigeva a est sul Devonshire Boulevard. La stazione di polizia si trovava a un paio di chilometri. Poco prima, quando aveva parlato con i due agenti fuori dalla macchina, Bosch aveva detto all'autista di prendersela comoda.
«È buffo» disse alla fine Stoddard.
«Cosa?»
«Sono un insegnante di scienze, lo sa? Voglio dire, prima di diventare preside insegnavo scienze. Ero a capo del dipartimento.»
«Ah sì?»
«E spiegavo ai miei studenti il DNA. Dicevo sempre che è il segreto della vita. Decodifichiamo il DNA e abbiamo decodificato la vita stessa.»
«Già.»
«E ora... ora, be', viene usato per decodificare la morte. Dalla vostra gente. È il segreto della vita. È il segreto della morte. Non lo so. Immagino che non sia davvero divertente. È più un'ironia della sorte.»
«Se lo dici tu.»
«Un professore insegna cos'è il DNA e viene catturato per colpa del DNA.»
Stoddard cominciò a ridere.
«Ehi, è un bel titolo» disse. «Lo proponga ai giornali.»
Bosch allungò la mano e usò la chiave per aprire le manette di Stoddard. Poi gli richiuse i polsi davanti al petto, così poteva sedersi dritto.
«Quando eravamo nella casa hai detto che l'amavi» disse Bosch.
Stoddard annuì.
«L'amavo. E l'amo ancora.»
«È un modo buffo di dimostrarlo, non trovi?»
«Non era programmato. Niente di quello che successe quella sera era programmato. La stavo sorvegliando, tutto qui. Ogni volta che potevo la guardavo. Passavo di continuo in macchina davanti a casa sua. La seguivo quando prendeva l'auto. La spiavo a scuola.»
«E avevi sempre con te una pistola.»
«No, la pistola era per me, non per lei. Ma...»
«Scopristi che sarebbe stato più facile uccidere lei che te stesso.»
«Quella sera... vidi la porta del garage aperta. Entrai. Non sapevo perché. Pensavo che avrei usato la pistola contro me stesso. Sul suo letto. Sarebbe stato un modo per mostrarle la mia devozione.»
«Ma ti infilasti sotto il letto invece che sdraiarti sopra.»
«Dovevo pensare.»
«Mackey dov'era?»
«Mackey? Non so dove fosse.»
«Non era con te? Non ti aiutò?»
«Mi diede la pistola. Facemmo un patto. La pistola in cambio del diploma. Ero il suo insegnante. E il suo tutor. Era il mio lavoro estivo.»
«Ma non era con te quella sera? La portasti in cima alla collina da solo?»
Gli occhi di Stoddard erano spalancati e guardavano lontano, nonostante fossero concentrati sul retro del sedile davanti.
«Ero forte a quel tempo» disse in un sussurro.
L'auto oltrepassò il varco nel muro di cemento che circondava il retro della Divisione Devonshire. Stoddard guardò fuori dal finestrino. Vedere tutte le auto della polizia e il retro della stazione dovette ridestarlo. Realizzò la situazione.
«Non voglio più parlare.»
«Va bene» disse Bosch. «Ti mettiamo in una cella e ti procuriamo un avvocato, se vuoi.»
L'auto si fermò di fronte a una porta doppia e Bosch scese. Girò attorno alla macchina, tirò fuori Stoddard e gli fece oltrepassare le porte. L'ufficio dei detective era al secondo piano. Presero l'ascensore, gli venne incontro il tenente in comando della Devonshire. Una stanza per gli interrogatori attendeva Stoddard. Bosch lo spinse su una sedia e gli ammanettò uno dei polsi a un anello di metallo al centro del tavolo.
«Stai seduto» disse Bosch. «Torno subito.»
Sulla porta, si voltò a guardare Stoddard. Decise di tentare un'ultima carta.
«E per quanto può valere, penso che la tua storia sia una stronzata» disse.
Stoddard lo guardò, la sorpresa sul viso.
«Cosa intende? Io l'amavo. Non volevo...»
«L'hai seguita con un preciso intento. Per ucciderla. Lei ti ha respinto e tu non potevi sopportarlo, perciò volevi la sua morte. E ora, diciassette anni dopo, cerchi di raccontarlo in modo diverso, come fosse la storia di Romeo e Giulietta o qualcosa del genere. Sei un codardo, Stoddard. Le hai dato la caccia e l'hai uccisa, e dovresti almeno ammetterlo.»
«No, si sbaglia. La pistola era per me.»
Bosch rientrò nella stanza e si chinò sul tavolo.
«Sì? E che mi dici dell'arma stordente, Stoddard? Anche quella era per te? L'hai lasciata fuori dal tuo racconto, vero? Perché avresti avuto bisogno di un'arma stordente se fossi andato là dentro per ucciderti?»
Stoddard rimase in silenzio. Era quasi come se, dopo diciassette anni, fosse riuscito a cancellare la Professional 100 dalla sua memoria.
«Abbiamo l'omicidio di primo grado con l'aggravante della premeditazione» disse Bosch. «Ti farai il viaggio fino in fondo, Stoddard. Non avevi nessuna intenzione di ucciderti. Né allora, né oggi.»
«Ora penso di volere un avvocato.»
«Già, certo che lo vuoi.»
Bosch lasciò la stanza e camminò lungo il corridoio verso una porta aperta. Era la stanza dei monitor. Nel piccolo locale c'erano il tenente e uno degli agenti della mobile. Due dei video erano accesi. Su uno Bosch vide Stoddard seduto nella stanza degli interrogatori. Fissava il muro sul quale, in un angolo, era montata la telecamera che lo inquadrava.
L'immagine sull'altro schermo era immobile. Mostrava Bosch e Stoddard sul sedile posteriore dell'auto di pattuglia.
«Com'è l'audio?» domandò Bosch.
«Magnifico» disse il tenente. «Ce l'abbiamo. Togliergli le manette è stato un tocco perfetto. Ha fatto in modo che il volto finisse davanti all'obiettivo.»
Il tenente premette un interruttore e l'immagine cominciò a muoversi. Bosch sentiva chiaramente la voce di Stoddard. Annuì. L'auto di pattuglia era stata equipaggiata con una telecamera sul cruscotto utilizzata per filmare i posti di blocco e il trasporto di prigionieri. Per la corsa in auto con Stoddard era stato acceso il microfono interno e l'esterno era stato spento.
Aveva funzionato alla perfezione. Le ammissioni di Stoddard sul sedile posteriore avrebbero aiutato a blindare il caso. Da quel punto di vista, Bosch era tranquillo. Ringraziò il tenente e l'agente e chiese se poteva prendere in prestito la scrivania per fare qualche telefonata.
Chiamò Abel Pratt, lo aggiornò e lo rassicurò. Rider era scossa, ma per il resto stava bene. Bosch spiegò a Pratt che aveva dovuto mandare gli uomini della Scientifica a casa sia di Stoddard sia di Muriel Verloren per esaminare le scene del crimine. Disse che era stato richiesto e accordato un mandato di perquisizione prima che gli uomini della Scientifica entrassero nell'abitazione di Stoddard. Confermò che stavano per schedare Stoddard e per prendergli le impronte digitali, che sarebbero poi state comparate con quelle trovate sull'asse sotto il letto di Rebecca Verloren. Per finire, raccontò a Pratt del video girato durante il viaggio alla stazione di servizio e delle ammissioni che Stoddard aveva fatto.
«È tutto inequivocabile ed è su nastro» disse Bosch. «E ha parlato solo dopo che gli avevo letto i diritti.»
«Ben fatto, Harry» disse Pratt. «Non penso che avremo niente di cui preoccuparci.»
«Non per quanto riguarda il caso, almeno.»
Nel senso che Stoddard avrebbe ceduto senza problemi, ma Bosch non era sicuro di come avrebbe fatto a cavarsela con l'analisi del suo operato nella gestione delle indagini.
«È dura contestare, quando ci sono i risultati.»
«Vedremo.»
Bosch ricevette un avviso di chiamata sul telefono. Disse a Pratt che doveva andare e premette il tasto per prendere la nuova telefonata. Era McKenzie Ward del Daily News.
«Mia sorella stava ascoltando la radio al laboratorio fotografico» disse con urgenza. «Ha detto che una pattuglia e un'ambulanza sono state inviate a casa dei Verloren. Ha riconosciuto l'indirizzo.»
«È vero.»
«Cosa succede, detective? Avevamo un accordo, ricorda?»
«Sì, me lo ricordo e stavo per chiamarla.»