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Kiz Rider era già nel luogo dell'incontro quando arrivò Bosch. Uscì dall'auto e portò il fascicolo del delitto e gli altri documenti alla macchina di lei, una Taurus bianca poco appariscente.

«C'è posto nel bagagliaio?» domandò prima di salire.

«È vuoto. Perché?»

«Aprilo. Mi sono dimenticato di lasciare a casa la ruota di scorta.»

Tornò alla sua auto, un SUV Mercedes-Benz, tirò fuori la ruota di scorta e la trasferì nel bagagliaio della Rider. Si servì di un cacciavite che prese dalla cassetta degli attrezzi per rimuovere le targhe e le infilò a loro volta nel bagagliaio. A quel punto salì e percorsero la Tampa verso il centro commerciale di fronte alla stazione di servizio dove lavorava Mackey. La squadra diurna, Marcia e Jackson, li attendeva nel parcheggio.

Lo spazio accanto alla loro auto era libero e Rider vi si infilò. Abbassarono i finestrini per poter parlare e trasferire le ricetrasmittenti senza dover scendere dall'auto. Bosch prese le radio, ma sapeva che lui e Rider non le avrebbero usate.

«Allora?» domandò Bosch.

«Allora niente» disse Jackson. «A quanto pare stiamo trivellando un pozzo asciutto, Harry.»

«Proprio niente?» domandò Rider.

«Non è successo assolutamente nulla che possa far pensare che Mackey o qualcuno che conosce abbia visto il giornale. Abbiamo verificato una ventina di minuti fa, questo tizio non ha ricevuto neppure una telefonata, altro che conversazioni sull'argomento. Da quando è in servizio non ci sono state neanche chiamate per il carro attrezzi.»

Bosch annuì. Non era ancora preoccupato. A volte le cose avevano bisogno di una spintarella. Ed era quello che era pronto a fare.

«Spero che tu abbia un buon piano, Harry» intervenne Marcia ad alta voce. Era al posto di guida, distante da Bosch che si trovava dal lato del passeggero dell'auto di Rider.

«Potete trattenervi ancora un po'?» replicò Bosch. «Non serve aspettare ancora se non è successo niente. Sono pronto a mettermi in movimento.»

Jackson annuì.

«Per me è lo stesso» disse. «Hai bisogno che ti copriamo le spalle?»

«Ne dubito. Ho solo intenzione di andare a piantare un seme. Ma non si sa mai. Male non farebbe.»

«Va bene. Ti daremo un'occhiata. Per ogni evenienza, che segnale userai per avvisarci?»

Bosch non ci aveva pensato.

«Immagino che suonerò il clacson» disse. «Oppure sentirete gli spari.»

Sorrise, tutti annuirono. Rider mise in moto e tornò sulla Tampa verso la macchina di Bosch.

«Sei sicuro di quello che fai?» domandò Rider mentre si fermava accanto alla Mercedes.

«Sono sicuro.»

Lungo la strada Bosch aveva notato che la partner aveva portato con sé una voluminosa cartelletta a soffietto, che aveva depositato in mezzo ai due sedili.

«Cos'è quella?»

«Visto che mi hai svegliata presto, ho deciso di mettermi all'opera. Ho rintracciato gli altri cinque membri degli Otto di Chatsworth.»

«Ottimo lavoro. Qualcuno di loro è ancora da queste parti?»

«Due sono ancora in giro. Ma pare che siano cresciuti e abbiano perso la loro cosiddetta impulsività giovanile. Niente precedenti. Hanno dei lavori decenti.»

«E gli altri?»

«L'unico che sembra credere ancora nella causa è un tizio di nome Frank Simmons. Si trasferì qui dall'Oregon quando andava alle superiori. Un paio di anni dopo si unì agli Otto. Ora vive a Fresno. Ma si è fatto due anni a Obispo per aver venduto delle mitragliatrici.»

«Potrebbe tornarmi utile. Quando c'è stato?»

«Aspetta un secondo.»

Aprì il file e scavò finché non tirò fuori una busta commerciale con sopra il nome di Frank Simmons. La aprì e mostrò a Bosch una foto segnaletica di Simmons.

«Sei anni fa» disse.

Bosch esaminò la foto, sforzandosi di memorizzare i dettagli della figura di Simmons. Aveva i capelli neri tagliati corti e gli occhi scuri. La pelle era molto chiara e il volto segnato dalle cicatrici dell'acne. Cercava di mascherarle con un pizzetto che aveva anche lo scopo di farlo apparire più duro.

«Dov'è stato arrestato, qui?»

«No a Fresno. A quanto pare si è trasferito dopo i problemi che c'erano stati da queste parti.»

«A chi vendeva le mitragliatrici?»

«Ho chiamato l'ufficio dell'FBI di laggiù, ho parlato con un agente. Non ha voluto collaborare con me prima di aver controllato le mie credenziali. Sto ancora aspettando che mi richiami.»

«Grandioso.»

«Ho la sensazione che l'interesse del bureau per il signor Simmons sia ancora vivo, e che l'agente non fosse in vena di condividere le informazioni.»

Bosch annuì.

«Dove viveva Simmons all'epoca del delitto Verloren?»

«Non lo so. Era uno dei più giovani, perciò con tutta probabilità viveva con i genitori. L'AutoTrack non lo ha rintracciato prima del '90. Ma allora era già a Fresno.»

«Perciò, a meno che i suoi genitori non si siano trasferiti dopo quella storia, è molto probabile che si trovasse ancora nella Valley.»

«È possibile.»

«Okay, è una buona cosa, Kiz. Potrebbe tornarmi utile. Seguimi fino al Balboa Park accanto alla Woodley. Penso che sia un buon punto. C'è un campo da golf con il parcheggio. Ci saranno un mucchio di auto. Potrete parcheggiare lassù, e da lì coprirmi le spalle. Okay?»

«Okay.»

«Dillo agli altri.»

Tirò fuori il distintivo, le manette e la pistola d'ordinanza e posò tutto sul pavimento dell'auto.

«Harry, hai un'arma di riserva?»

«Ho te, no?»

«Dico sul serio.»

«Sì, Kiz, ho una piccola automatica alla caviglia. Andrà tutto bene.»

Scese dall'auto di Rider e salì sulla sua. Sulla strada verso il parcheggio, ripassò la messinscena. Era pronto, si sentiva euforico.

Dieci minuti più tardi si fermò sulla strada sotto il parcheggio, spense il motore e scese dall'auto. Andò al lato anteriore destro, aprì la valvola e fece uscire l'aria dalla ruota. Siccome sapeva che alcuni carri attrezzi erano equipaggiati con un dispositivo per l'aria compressa, aprì il coltello a serramanico e tagliò il cannello della valvola. La gomma avrebbe dovuto essere riparata, non gonfiata.

Pronto a mettersi in azione, aprì il cellulare e chiamò la stazione di servizio dove lavorava Mackey. Disse che aveva bisogno di un carro attrezzi e venne messo in attesa. Passò un minuto buono prima che un'altra voce arrivasse in linea. Roland Mackey.

«Posso esserle utile?»

«Mi serve un carro attrezzi. Ho una gomma a terra e la valvola mi sembra sputtanata.»

«Che tipo di macchina è?»

«Un SUV Mercedes nero.»

«E la ruota di scorta?»

«Me l'ha rubata qualche negro, me l'hanno fregata la settimana scorsa quando ero a South-Central.»

«Che peccato. Non doveva andarci.»

«Non avevo scelta. Mi può trainare o no?»

«Okay, okay. Dove si trova?»

Bosch glielo disse. Era abbastanza vicino e questa volta Mackey non cercò di convincerlo a chiamare qualcun altro.

«Va bene, dieci minuti» disse Mackey. «Si faccia trovare accanto alla macchina quando arrivo.»

«Non saprei dove altro andare.»

Bosch chiuse il telefono e aprì il portellone posteriore del SUV. Si sfilò la camicia dai pantaloni e poi se la tolse. Ora i nuovi tatuaggi erano parzialmente in mostra. Si sedette sul paraurti posteriore e attese. Due minuti più tardi gli squillò il cellulare.

Era Kiz Rider.

«Harry, sono riusciti a trasferirmi la chiamata dalla ListenTech. Mi sei sembrato credibile.»

«Bene.»

«Ho appena parlato con i ragazzi. Mackey si sta muovendo. Loro lo seguono.»

«Okay, sono pronto.»

«Rimpiango di non averti messo addosso un microfono. Non si sa mai cosa ti dirà quel tizio.»

«Sarebbe stato troppo rischioso, sono in maglietta. Comunque, le chance che il tizio dica a un estraneo che è stato lui a uccidere la ragazza non sono di più di quelle che avrei di vincere la lotteria comprando un solo biglietto.»

«Immagino.»

«Devo andare, Kiz.»

«Buona fortuna, Harry. Sii prudente.»

«Come al solito.»

Chiuse il telefono.