18
Trovare un posto sicuro da cui osservare la Tampa Towing era difficile. I negozi ai due angoli opposti della piazza erano chiusi e i parcheggi vuoti. Bosch non sarebbe passato inosservato se si fosse fermato in uno dei due. La stazione di servizio concorrente, dall'altra parte, era ancora aperta, e pertanto inutilizzabile per la sorveglianza. Dopo aver considerato la situazione, Bosch parcheggiò sulla Roscoe, a un isolato di distanza, e tornò all'incrocio a piedi. Prese in prestito l'idea dagli aspiranti rapinatori di poco più di un'ora prima e trovò una rientranza buia, lungo la facciata di uno dei due grandi magazzini, da cui poteva vedere la stazione di servizio. Sapeva che il problema, con questa tattica, sarebbe poi stato quello di riuscire a raggiungere l'auto in fretta in modo da non perdersi Mackey alla fine del turno.
La pubblicità che aveva letto sull'elenco telefonico diceva che la Tampa Towing offriva un servizio ventiquattro ore su ventiquattro, ma era quasi mezzanotte, e Bosch avrebbe scommesso che Mackey, che era entrato in servizio alle quattro del pomeriggio, avrebbe staccato presto. Sarebbe stato rimpiazzato da qualcuno che avrebbe fatto il turno di notte, oppure sarebbe stato tenuto a rimanere reperibile per tutta la notte al cellulare.
Era in momenti come quello che a Bosch veniva voglia di ricominciare a fumare. Sembrava che le sigarette potessero servire a far correre il tempo più veloce e a smussare gli angoli dell'ansia che gli appostamenti gli procuravano sempre. Ma erano ormai più di quattro anni, e non voleva vanificare tutti gli sforzi. Scoprire, due anni prima, di essere padre, gli era servito a superare le occasionali debolezze. Pensava che, se non fosse stato per sua figlia, con tutta probabilità avrebbe ricominciato a fumare. Aveva imparato a controllare la dipendenza. Non avrebbe avuto alcun senso soccombere ora.
Tirò fuori il cellulare, angolò il display in modo che dalla stazione di servizio non si potesse scorgere la luce, e compose il numero di casa di Kiz Rider. Lei non rispose. Provò al cellulare, ma il risultato fu lo stesso. Pensò che dovesse aver tolto le suonerie per concentrarsi meglio sulla domanda di autorizzazione. Aveva fatto lo stesso altre volte in passato. Sapeva che avrebbe lasciato il cercapersone acceso in caso di emergenza, ma ritenne che le notizie che aveva raccolto con le telefonate di quella sera non rappresentassero delle emergenze. Decise di aspettare di vederla il mattino seguente per riferirle i suoi progressi.
Infilò il telefono in tasca e portò il binocolo davanti agli occhi. Dietro le vetrine dell'ufficio della stazione di servizio vedeva Mackey seduto a una scrivania grigia, malandata. C'era un altro uomo che indossava un'uniforme blu, simile alla sua. Doveva essere stata una notte tranquilla. I due uomini avevano entrambi i piedi sul tavolo e fissavano un punto in alto, sulla parete sopra la vetrina. Bosch non vedeva quello che i due uomini guardavano, ma dalla luce che cambiava nella stanza si capiva che doveva trattarsi di un televisore.
Il telefono di Bosch squillò, lo estrasse dalla tasca e rispose senza abbassare il binocolo. Non controllò il display, dava per scontato che fosse Kiz Rider che aveva trovato la chiamata non risposta.
«Ehi.»
«Detective Bosch?»
Non era Kiz. Bosch abbassò il binocolo.
«Sì, sono Bosch. Come posso aiutarla?»
«Sono Tara Wood. Ho trovato il suo messaggio.»
«Oh, sì, grazie per aver richiamato.»
«A quanto pare questo è il suo numero di cellulare. Mi dispiace di aver chiamato così tardi. Sono appena rientrata. Pensavo di lasciarle un messaggio sulla segreteria dell'ufficio.»
«Nessun problema. Sto ancora lavorando.»
Bosch seguì la stessa procedura che aveva utilizzato per gli altri interrogatori. Mentre menzionava il nome di Roland Mackey, controllò con il binocolo che l'uomo fosse ancora lì. Era alla scrivania, guardava la TV. Come le altre amiche di Rebecca Verloren, Tara Wood non riconobbe il nome dell'autista di carro attrezzi. Bosch aggiunse una nuova domanda, chiese se si rammentasse degli Otto di Chatsworth, ma i ricordi della donna erano vaghi anche riguardo a questo. Alla fine le domandò se il giorno seguente avrebbe potuto rivolgerle qualche altro quesito e mostrarle una foto di Mackey. Lei acconsentì, ma disse che l'avrebbe dovuta raggiungere agli studi della CBS, dove lavorava come pubblicitaria. Bosch sapeva che la CBS era vicino al Farmers Market, uno dei suoi posti preferiti in città. Decise che avrebbe potuto andare al mercato, magari mangiare una scodella di gombo per pranzo, e poi raggiungere Tara Wood per mostrarle le foto di Mackey e chiederle della gravidanza di Rebecca Verloren. Prese appuntamento per l'una, e lei acconsentì di incontrarlo nel suo ufficio.
«È un caso così vecchio» disse la Wood. «Lei è della squadra Cold Case?»
«Noi la chiamiamo l'Unità Casi Irrisolti.»
«Sa, facciamo un telefilm che si chiama Cold Case. È alla domenica sera. È uno dei programmi a cui lavoro io. Pensavo... magari potrebbe venire a visitare il set e conoscere la sua controparte televisiva. Sono sicura che adorerebbero incontrarla.»
Bosch si rese conto che la donna stava ragionando da un punto di vista pubblicitario. Guardò attraverso il binocolo Mackey che fissava la televisione e per un momento pensò di sfruttare l'interesse della donna al fine della messinscena che avevano deciso di mettere in piedi. Ma scartò rapidamente l'idea, sarebbe stato molto più semplice avviare la sceneggiata con un servizio sui giornali.
«Sì, magari, ma penso che dovremo aspettare un po'. Al momento lavoriamo sodo al caso, e ho bisogno di parlare con lei domani.»
«Nessun problema. Spero davvero che lei possa trovare la persona che sta cercando. Da quando sono stata assegnata a questo programma, ho pensato spesso a Rebecca. Sa, a chiedermi se potesse succedere ancora qualcosa. Poi, dal nulla, è arrivata la sua telefonata. È strano, ma in senso positivo. Ci vediamo domani, detective.»
Bosch disse buonanotte e riagganciò.
Qualche minuto dopo, a mezzanotte, la luce della stazione di servizio si spense. Bosch sapeva che essere disponibili ventiquattro ore su ventiquattro non si traduceva necessariamente nel rimanere aperti ventiquattro ore al giorno. Con ogni probabilità, Mackey o un altro autista sarebbero stati reperibili per tutta la notte.
Bosch sgattaiolò fuori dal suo nascondiglio e si affrettò lungo la Roscoe fino al SUV. L'aveva appena raggiunto quando udì il rombo profondo del motore della Camaro di Mackey che prendeva vita. Mise in moto a sua volta, si scostò dal marciapiede e si diresse di nuovo verso l'incrocio. Mentre frenava per fermarsi al semaforo rosso, scorse la Camaro con i parafanghi dipinti di grigio che attraversava l'incrocio, diretta a sud verso Tampa. Bosch attese qualche istante, controllò che non ci fossero macchine in arrivo e bruciò il semaforo rosso per seguire Mackey.
L'uomo fece la prima sosta in un bar che si chiamava Side Pocket. Si trovava sulla Sepulveda a Van Nuys, vicino ai binari della ferrovia. Era un locale piccolo con l'insegna al neon blu e le sbarre alle finestre dipinte di nero. Bosch aveva un'idea di come sarebbe stato l'interno del locale e del genere di avventori che vi avrebbe trovato. Prima di lasciare l'auto, si tolse la giacca sportiva, vi avvolse la pistola, le manette e le munizioni di scorta e la posò sul tappetino davanti al posto del passeggero. Uscì dalla macchina, chiuse la portiera e si diresse verso il bar, tirandosi fuori la camicia dai jeans mentre camminava.
L'interno del locale era esattamente come se l'aspettava. Un paio di tavoli da biliardo, un bancone e una fila di tavolini di legno graffiati. Nonostante nei luoghi pubblici non fosse più consentito fumare, il fumo blu delle sigarette era denso e aleggiava come un fantasma sotto le lampade di ogni tavolo. Nessuno si lamentava.
La maggior parte degli uomini prendeva la medicina in piedi. Molti avevano catene ai portafogli e tatuaggi sugli avambracci. Nonostante i ritocchi al suo look, Bosch sapeva di saltare agli occhi: era evidente che non apparteneva a quel luogo. Scorse un angolo in ombra dove il bancone faceva una curva, proprio sotto il televisore appeso alla parete. Scivolò fin lì e si chinò sul bancone, nella speranza che questo potesse aiutarlo a nascondere il proprio aspetto.
La cameriera, una donna malridotta con una giacca di pelle nera sopra una maglietta, ignorò Bosch per un po', ma per lui andava bene così. Non era lì per bere. Guardò Mackey che posava delle monete da un quarto su uno dei tavoli, in attesa del proprio turno per giocare. Nemmeno lui aveva ancora ordinato da bere.
Mackey passò dieci minuti a scorrere l'assortimento di stecche infilate nella rastrelliera alla parete, finché non trovò quella che gli dava una buona sensazione. Rimase ancora in attesa e chiacchierò con un altro uomo in piedi attorno al tavolo. Non sembrava niente di più che una chiacchierata casuale, come se si conoscessero solo per aver giocato a biliardo assieme in altre occasioni.
Mentre aspettava e guardava, coccolando il drink di birra e whisky che finalmente la cameriera gli aveva portato, Bosch cominciò a pensare che la gente lo stesse osservando, ma poi realizzò che gli avventori fissavano il televisore sistemato a meno di trenta centimetri sopra la sua testa.
Alla fine arrivò il turno di Mackey, che si rivelò un buon giocatore. Prese rapidamente il controllo del tavolo e sconfisse sette sfidanti, raccogliendo denaro o birre da ciascuno di loro. Mezzora più tardi parve stanco della mancanza di competizione e perse entusiasmo. L'ottavo sfidante lo batté, dopo che Mackey aveva mancato un colpo facile all'ottava palla. Mackey prese bene la sconfitta e gettò sul panno verde una banconota da cinque dollari prima di allontanarsi. Secondo i conti di Bosch, doveva essere sopra di venticinque dollari e tre birre.
Mackey si portò il suo Rolling Rock in un posto libero al bancone, e questo per Bosch fu il segnale per uscire di scena. Posò un biglietto da dieci sotto il bicchiere vuoto e si voltò, senza mai rivolgere il viso a Mackey. Lasciò il bar e raggiunse l'auto. La prima cosa che fece fu risistemare la pistola al fianco destro, con l'impugnatura in avanti. Avviò il motore, si immise sulla Sepulveda e guidò per un isolato verso sud. Fece inversione e si fermò accanto al marciapiede davanti a un idrante. Era un buon punto di osservazione sull'ingresso del Side Pocket ed era nella posizione giusta per seguire l'auto di Mackey sulla Sepulveda, in direzione nord, verso Panorama City. Mackey poteva aver cambiato casa dopo l'ultimo periodo di libertà vigilata, ma Bosch si aspettava che non si fosse trasferito troppo lontano.
Questa volta l'attesa non fu molto lunga. A quanto pareva, Mackey aveva bevuto solo le birre gratis. Lasciò il bar dieci minuti dopo Bosch, salì sulla Camaro e imboccò la Sepulveda verso sud.
Bosch aveva sbagliato. Mackey si stava allontanando da Panorama City e dalla parte nord della Valley. Questo significava che, per seguirlo, Bosch avrebbe dovuto fare un'inversione a "U", su una Sepulveda completamente deserta. La mossa sarebbe stata fin troppo evidente nello specchietto retrovisore di Mackey. Perciò attese che l'auto divenisse piccola nello specchietto sinistro.
Quando vide lampeggiare la freccia della Camaro, premette l'acceleratore e svoltò di centottanta gradi. Per poco non perse il controllo dello sterzo, ma riuscì a raddrizzare l'auto e sfrecciò sulla Sepulveda. Svoltò a destra sulla Victory e raggiunse la Camaro in prossimità del cartello della sopraelevata 405. Mackey rimase fuori dalla freeway e proseguì a ovest sulla Victory.
Mentre Bosch eseguiva una varietà di manovre per evitare di essere scoperto, Mackey percorse tutta la strada fino alle Woodland Hills. Sulla Mariano Street, una strada ampia vicino alla freeway 101, svoltò finalmente in un lungo vialetto e parcheggiò accanto a una piccola casa. Bosch lo seguì e parcheggiò un po' più giù, scese dall'auto e tornò indietro a piedi. Sentì la porta che si chiudeva e vide la luce della veranda che si spegneva.
Bosch si guardò attorno e vide che era un quartiere di lotti a stendardo. Quando il quartiere aveva preso forma, alcuni decenni prima, le proprietà erano state suddivise in grandi lotti perché avrebbero dovuto servire da allevamenti di cavalli o piccole aziende agricole. Poi la città era cresciuta fin laggiù e i cavalli e le coltivazioni erano scomparse. I lotti erano stati frazionati, una proprietà dava sulla strada, mentre uno stretto vialetto la costeggiava e raggiungeva l'altra proprietà sul retro, tutti i lotti erano a forma di stendardo.
Questo rendeva difficile l'osservazione. Bosch scivolò lungo il vialetto, osservando le due case sul davanti e quella di Mackey sul retro. L'uomo aveva parcheggiato la Camaro accanto a un malridotto pick-up Ford 150. Significava che poteva avere un coinquilino.
Quando fu più vicino, Bosch si fermò per prendere il numero di targa del pick-up. Notò un vecchio adesivo sull'automezzo che diceva L'ULTIMO AMERICANO CHE LASCIA LOS ANGELES PER FAVORE PORTI VIA LA BANDIERA. Era solo la pennellata finale sul quadro che lentamente si andava delineando.
Facendo meno rumore possibile, Bosch camminò lungo un sentiero di pietra che costeggiava la casa. L'edificio era costruito su un basamento che arrivava alle ginocchia, pertanto le finestre si trovavano troppo in alto perché si potesse guardare dentro. Giunto sul retro della casa udì delle voci, e realizzò che si trattava della televisione quando ne riconobbe il bagliore blu tremolante. Iniziò ad attraversare il giardino posteriore, quando all'improvviso il suo telefono cominciò a squillare. Lo afferrò rapidamente e bloccò il suono. Allo stesso tempo si mosse in fretta lungo il sentiero e raggiunse il vialetto d'accesso. Corse verso la strada. Ascoltò se ci fossero rumori alle sue spalle, ma non udì niente. Quando arrivò alla strada, guardò la casa, ma non vide nulla che potesse fargli pensare che il trillo del telefono fosse stato udito all'interno dell'appartamento, sopra il rumore della televisione.
Bosch sapeva di aver rischiato grosso. Era senza fiato. Tornò all'automobile, cercò di ricomporsi e di riprendersi dal mancato disastro. Aveva condotto male l'interrogatorio a Daniel Kotchof, e ora riconosceva in quell'errore un ulteriore segno della ruggine che aveva addosso. Si era dimenticato di togliere la suoneria al telefono prima di sgattaiolare dietro la casa. Era un errore che avrebbe potuto mandare a monte tutto quanto e costringerlo a uno scontro con l'obiettivo delle indagini. Tre anni prima, quando era ancora in servizio, non sarebbe mai accaduto. Cominciò a pensare a quello che aveva detto Irving, che era uno pneumatico ricostruito, che le cuciture si sarebbero strappate e che sarebbe scoppiato.
Dentro l'auto, controllò la lista delle chiamate e riconobbe il numero di Kiz Rider. Le telefonò.
«Harry, ho visto che mi avevi chiamato. Avevo il telefono spento. Che succede?»
«Non molto. Volevo solo sapere come vanno le cose.»
«Be', vanno. Ho impostato il tutto e ho anche quasi terminato di scrivere la domanda. Domattina finisco, poi comincerò a inoltrarla attraverso i canali giusti.»
«Bene.»
«Ora me ne vado a letto. E tu? Hai trovato Robert Verloren?»
«Non ancora. Ma ho un indirizzo per te. Ho seguito Mackey dopo che ha smontato. Ha una casetta accanto alla freeway sulle Woodland Hills. Potrebbe esserci una linea telefonica da aggiungere all'elenco di quelle da mettere sotto controllo.»
«Bene. Dammi l'indirizzo. Dovrebbe essere facile verificarlo. Ma non sono sicura di essere contenta che tu ti metta a seguire i sospetti da solo. Non è una buona idea, Harry.»
«Dovevamo trovare l'indirizzo.»
Non le avrebbe raccontato dell'errore commesso. Le diede le coordinate e attese che le trascrivesse.
«Ho dell'altro» disse. «Ho fatto qualche telefonata.»
«Ti sei dato da fare, per essere il tuo primo giorno di lavoro. Cos'hai trovato?»
Riferì delle telefonate effettuate e ricevute dopo che lei aveva lasciato l'ufficio. Rider non fece domande e, quando lui ebbe finito, rimase in silenzio.
«Ti ho procurato un appuntamento» disse Bosch. «Cosa ne pensi, Kiz?»
«Penso che si stia componendo un quadro, Harry.»
«Già, pensavo la stessa cosa anch'io. Per giunta, l'anno 1988. Mi sa che avevi ragione tu. Forse questi stronzi cercavano di dimostrare una tesi nell'88. Il problema è che è finito tutto al PDU. Chissà dove sono ora i documenti. Con tutta probabilità, Irving ha gettato ogni cosa nell'inceneritore della ESB.»
«Non tutto. Quando è arrivato il nuovo capo, ha preteso una risistemazione generale. Ha voluto sapere dov'erano seppelliti i cadaveri. Comunque, io non ero coinvolta nella faccenda, ma so che un sacco di documenti della PDU sono stati conservati dopo che l'unità è stata smantellata. Irving ne ha inseriti parecchi negli Archivi Speciali.»
«Archivi Speciali? Cosa diavolo sono?»
«Significa semplicemente "accesso limitato". C'è bisogno dell'approvazione del comando. Si trova tutto nelle cantine del Parker Center. Più che altro, si tratta di indagini interne. Roba politica. Roba pericolosa. Questo affare di Chatsworth non mi sembra possa appartenere alla categoria, a meno che non fosse collegato a qualcos'altro.»
«Tipo?»
«Tipo a qualcuno nel dipartimento o nel municipio.»
Il municipio, cioè qualche pezzo grosso della politica cittadina.
«Puoi entrarci e vedere se esistono ancora documenti sul nostro caso? Che mi dici del tuo amico al sesto? Magari potrebbe...»
«Ci posso provare.»
«Allora provaci.»
«Sarà fatto. E tu che mi dici? Pensavo che saresti uscito a cercare Robert Verloren stasera, e ora scopro che stavi seguendo il nostro sospetto.»
«Sono andato laggiù. Non l'ho trovato.»
Procedette ad aggiornarla sul suo giretto nel Toy District, tralasciando l'incontro con i rapinatori. Quell'incidente e il fiasco del telefono dietro casa di Mackey non erano cose che teneva a condividere con lei.
«Ci tornerò domattina» disse per concludere.
«Okay, Harry. Mi sembra un buon piano. Potrei aver messo insieme tutte le richieste di autorizzazione prima del tuo rientro. E controllerò i file della PDU.»
Bosch esitò, ma poi decise di non nascondere alla compagna nessuna delle sue preoccupazioni. Guardò la strada buia oltre il parabrezza. Sentiva il sibilo delle auto che passavano sulla freeway.
«Kiz, stai attenta.»
«Cosa vuoi dire, Harry?»
«Sai cosa significa quando un caso è high jingo?»
«Sì, vuol dire che ci sono le impronte delle dita dello staff di comando nella torta.»
«Giusto.»
«E allora?»
«Allora stai attenta. Questa storia ha il marchio di Irving dappertutto. Non è così palese, ma c'è.»
«Pensi che il vostro incontro al caffè non sia stata una coincidenza?»
«Io non credo alle coincidenze. Non a quelle così.»
Ci fu un momento di silenzio prima che Rider rispondesse.
«Va bene, Harry, mi guarderò alle spalle. Ma non ci tireremo indietro, giusto? Andremo dove ci porta questa storia, e non molleremo la presa. O tutti contano qualcosa o nessuno conta nulla, ricordi?»
«Giusto. Me ne ricordo. Ci vediamo domani.»
«Buonanotte, Harry.»
Riagganciò e Bosch rimase seduto nell'auto a lungo prima di girare la chiavetta dell'accensione.