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Losing My Religion
REM
Daniele si stava abbottonando la camicia davanti allo specchio. Viola lo guardava tra una pagina e l’altra.
– Che dici, la metto la cravatta?
– È una festa di pubblicitari. Se Roxanne la vede, ti ci strozza.
Daniele ributtò la cravatta nell’armadio. Guardò Viola troppo impegnata a ripassare, una mano a tenere il libro aperto, l’altra a tenere i capelli fermi. La osservò in silenzio. Avrebbe voluto vederla mentre si preparava. Mettersi uno dei suoi vestitini scuri. Sfiorarla. Spiarla a truccarsi in bagno. Invece stava lì – studente penitente – con occhi solo per l’esame. Daniele le accarezzò una guancia e uscì senza dirle niente. Appena salito in macchina, si accorse di essere in ritardo. Fece dieci chilometri in dieci minuti, saltando quasi tutti i rossi.
Quando il citofono suonò, Rocco lo attendeva da almeno mezz’ora. A ogni rumore, guardava la porta. Poteva essere il telefono, la televisione o un bicchiere che decideva di mettersi comodo sullo scolapiatti. Lui guardava sempre la porta. Un’attesa nervosa, inquieta, la paura amplifica i rumori, o li origina. Alla fine ildin-don – un boato – non gli sembrò nemmeno credibile. Si rese conto di essere troppo agitato, e sorrise. Uscì come se nulla fosse.
Daniele lo aspettava seduto sul cofano della sua station-wagon. Fumava. Si salutarono più impacciati dell’ultima volta e sgommarono verso il party.
La festa celebrava i quarant’anni di Ralph Bagutta, consumato regista di spot pubblicitari. Daniele aveva girato con lui tutti i commercial alimentari – così li chiamavano tra loro – dell’agenzia. Era uno specialista della categoria dolciumi: un portfolio di merendine ricche di latte, biscotti al cioccolato e panettoni senza canditi. A dispetto di ciò, conduceva una vita sregolata e appariscente. Viveva in una villa degna di Michael Jackson ai tempi diThriller.
– L’invito, prego.
Un buttafuori cattivo li fece entrare senza cambiare espressione. Rocco era eccitato come un bambino al suo primo luna park. Per fortuna Daniele gli aveva spiegato tutto su festa e festeggiato, in modo da evitare espressioni di sorpresa poco gradite. Gli arricchiti non amano mai che qualcuno glielo faccia notare.
Così Rocco indossò una faccia come se quel mondo lo conoscesse da sempre.
Camerieri in livrea portavano in giro bicchieri di champagne e olive ascolane. Le donne, soprattutto bionde, fumavano sigarette sottili e profumavano di buono. Per esibire la schiena abbronzata, sopportavano stoicamente il primo assaggio d’autunno. Ralph Bagutta era vestito tutto di bianco, come un italiano d’America a una serata di gala.
– Benvenuti ragazzi. Roxanne è già in pista scatenata. Voi servitevi pure. Se vi fa piacere ho anche dell’ottima coca. Chiedete e vi sarà dato.
Rocco e Daniele si guardarono un attimo. Senza saperlo, stavano facendo le comparse nell’ultima fiction pomeridiana. Il gotha della pubblicità era presente al gran completo. Dentro un sari arancione Jean Paul Gaultier, ecco infatti spuntare Roxanne.
– Finalmente sei arrivato. Così puoi aiutarmi a prendere contatti con Mr Finelli, della Moka & Maisure Coffee.
Daniele cercò di prendere le cose con calma: non t’innervosire, respira, stasera andrà tutto bene.
– Posso prima presentarti il mio amico Rocco?
Roxanne provò a fare la spiritosa.
– Come Rocco Siffredi?
– No, come mio nonno.
– Ciao, sono Roxanne. In che agenzia lavori?
– Mah... veramente... sono redattore.
– Per Publi Media?
– No. Dentelli&Associati.
– Capisco.
Roxanne-Jupiter fulminò subito Daniele per averle presentato una persona fuori del clan – regolamento inflessibile – gli altri non sono né saranno mai. Girò in fretta i tacchi leopardati e corse a inseguire Mr Finelli. Rocco stava ancora osservando le sue gesta, quando si sentì bussare alle spalle.
– Cucù.
– Non ci credo...
– Allora toccami.
– Ma che ci fai qui, Marina?
La voce diPink Link inFM era più radiosa che alla radio. I capelli legati in modo gentile, due lunghi orecchini a impreziosirle il viso e le tette – le tette – più su del solito.
– Sono venuta con Rubens. Lui si allena in palestra con il buttafuori, così siamo entrati senza invito. Ma non pensavo che ci fossi anche tu.
– Neanch’io lo pensavo fino a poche ore fa. Che bello ritrovarsi a Hollywood.
– Ti piace il mio vestito?
– Sei strafiga.
– Anche tu non sei male.
– Tenchiù.
Si fecero un inchino l’un l’altro e cominciarono a ridere per la coincidenza. Nel frattempo, Rubens e Daniele si erano ritagliati uno spazio per le confidenze, attirando subito l’attenzione di molte signore, signore bionde.
– Allora, come va questo flirt con Marina?
– Per ora non vorrei dire niente. Però ieri sera sono andato a cena da lei e ci siamo fidanzati.
– Fidanzati come?
– Fidanzati con la “f”.
Daniele rimase basito. Fece un rapido check-up delle condizioni di Rubens e scoprì che era abbastanza sobrio. Due Bellini e un bicchiere di champagne appena iniziato.
– E sai cos’è che mi piace di lei?
– Le tette?
– Oltre le tette, dico.
Daniele rimase zitto a guardarlo. I suoi lineamenti duri ruppero per una volta le righe e si addolcirono, all’improvviso.
– Mi fa ridere. È la prima volta che rido con una donna. E poi devi sentirla quando parla alla radio. Le casse del mio stereo ancora un po’ si masturbano.
Daniele fermò un cameriere e prese un bicchiere di champagne al volo.
– E cosa ci fate a una festa così?
– Non lo sappiamo neanche noi. Vedi, se non fossi stato con lei, non sarei mai venuto qui. Mi sarei annoiato a morte in mezzo a questo aspirante jet set.
Balle. Balle d’amore. Daniele conosceva troppo bene Rubens per potergli credere davvero. Ma interrompere un’illusione è solo una crudeltà inutile.
– E Viola? Perché non c’è?
– Tra poco ha l’esame, ha preferito rimanere a casa. Così ho invitato questo nuovo amico, che abbiamo conosciuto in treno. Quello che ha preso il tuo posto a tennis.
– Quello che piaceva a Viola, vorrai dire.
Daniele ebbe bisogno di un sorso di champagne. I suoi lineamenti tornarono sull’attenti.
– Sì, ma mi sembra tutto a posto adesso.
– E come gioca?
– Rubens, ora scusami ma devo stare dietro a Roxanne. Io, in realtà sono qui per lavoro. Tieni un po’ compagnia a Rocco?
L’inedito trio Rubens-Marina-Rocco cominciò così a vivere la festa a modo proprio. Ognuno cercava di darsi un tono per mimetizzarsi tra gli stereotipi che vedeva circolare: cinquantenni sudaticci accompagnati da bellezze giunoniche, personaggi eccentrici che pur di farsi notare avrebbero messo tutti i vestiti al contrario. Il Cristal era l’ospite più richiesto della serata. Rocco e Marina lo accompagnarono prima con le ostriche, poi con le fragole. Rubens, ogni tanto, si defilava tra le modelle presenti. Per quanto potesse essere cambiato, la sua indole era e restava sempre quella di un grande conquistatore: la madre spagnola gli aveva regalato occhi che avrebbero messo in discussione anche il potere di Medusa.
Il tasso alcolico cominciava a salire. Le scollature si facevano più profonde e gli uomini ballavano in modo ridicolo. Un diabolico deejay incitava gli invitati mettendo musica latinoamericana,baila, baila, baila, eh. La festa era un tripudio di colore.
L’unico a soffrire, Daniele. Costretto dalla situazione a essere particolarmente intraprendente con Mr Finelli, industriale italoamericano, grande fan della sua terra d’origine e parlatoremélange.
– Io, ogni volta che torna in Italia mi chiedowhy this country non vive solo di turismo. Più turisti, piùcoffee.
– E la sua azienda non ha intenzione di lanciarsi nel mercato italiano?
–Of course. Io qui per questo. Moka & Maisure sta cercando un’agenzia a cui dare tutto il budget.
Daniele estrasse immediatamente il suo biglietto da visita – la predestinazione esiste anche nel mondo degli affari – davanti agli occhi stupiti di Mr Finelli. Poi passò la palla a Roxanne.
– E lei è il nostro direttore creativo.
–Roxanne, nice to meet you. So I’ve heard you need an advertising agency, right? Here we are.
–It’s such a coincidence, I can’t believe it.
Da quel momento, la conversazione corse fluida in inglese. Roxanne fece cenno a Daniele che ormai poteva andare. Ci avrebbe pensato lei a fissare un appuntamento. Lui colse l’occasione al balzo per raggiungere gli altri. Stavano ballando come pazzi. Bevve un paio di flûte per pareggiare il conto. Poi si buttò nellamovida, baila, baila, baila, eh. Mettersi in pista non era la sua specialità, però si sapeva muovere con stile. A un certo punto, Rubens e Marina sparirono. Rocco li conosceva abbastanza per intuire che probabilmente si erano intrufolati nella villa a cercare una camera da letto. Daniele e Rocco rimasero soli con lo champagne. Ne bevvero una bottiglia in silenzio, ridendo per tutti i siparietti che offriva la serata.
– Vedi, Rocco, alle persone sopra i quaranta bisognerebbe vietare di ubriacarsi alle feste. Diventano imbarazzanti.
– In effetti. Riempitevi di droga, ma posate quel bicchiere. Anch’io in realtà comincio a non essere più lucido. Vado a fare due passi nel parco.
– Io ora devo assolutamente pisciare. Faccio un salto in bagno e ti raggiungo.
Rocco andò a sdraiarsi sull’erba, lontano dai rumori. Guardò le stelle, che sembrava si muovessero senza fermarsi un attimo. Chiuse gli occhi per non perdere l’equilibrio.
– Dormi?
Rocco trovò gli occhi di Daniele a un palmo di naso, ma riuscì a guardare solo la cicatrice.
– Sogno. È tutto così irreale. Non sembra anche a te?
Daniele non rispose. Pensò che sì, c’era qualcosa di strano. Un’euforia che ricordava l’estate e le migliori sbronze, senza arrivare alla soglia Bukowski. Sentì il bisogno di un contatto. Allungò la mano e intrecciò le dita tra i capelli di Rocco, che non reagì. Rimase lì, sospeso, a dirsi che tutto era possibile. Un momento lungo una canzone. Gli schiamazzi erano sempre più lontani. Daniele avvicinò la sua bocca a quella di Rocco. Lo baciò.He kissed him. Er küsste ihn. Il lui donna un baiser. Él lo besó.
Un bacio non premeditato, timido e coraggioso, un bacio segreto. Tornati alla realtà, scoppiarono a ridere.
– Sei pazzo.
– No, sono ubriaco.
Daniele abbassò lo sguardo, Rocco lo seguì.
– Anch’io.
Non avevano finito di dirselo che il bacio era ripreso, senza spiegazioni. Senza lingua. All’improvviso calò il silenzio. La festa era finita, la station-wagon stava per diventare una zucca. Di Rubens e Marina nessuna traccia.
Rocco e Daniele tornarono a casa come se nulla fosse.