I furgoni bianchi

Vede dalla finestra stretta che in paese è arrivato un furgone bianco. Era da tanto che non se ne vedevano. Scende le scale di volata, infila i piedi in un paio di mocassini, si butta sulle spalle un cappotto e si precipita fuori.

In giardino le viene incontro la mamma, che sta entrando con un mazzo di rami di agrifoglio.

Sono carichi di bacche rosse. Nova non dice dove sta andando. Sa che alla mamma non piacciono i furgoni bianchi.

Mentre si avvicina al grosso veicolo, vede sul ponte una folla che accorre dall’altra sponda del fiume. Non è l’unica curiosa di sapere cosa mostreranno oggi. Pochi attimi dopo riesce a leggere la scritta a grandi lettere blu sull’automezzo bianco: GLI ULTIMI LEMURI DEL MONDO. Dunque ce n’è più d’uno!

Sa che il lemure è una proscimmia del Madagascar e che negli ultimi anni ne restava qualche esemplare soltanto a Berlino. Solo nel momento in cui una specie a rischio di estinzione non ha più speranze di riprodursi, i giardini zoologici sono autorizzati a portarne in giro per il mondo gli esemplari sui furgoni bianchi. Allo stato selvatico i lemuri non esistono più da molti anni.

Compra il biglietto da un uomo con le guanciotte rosse e il pizzetto nero. Vende anche zucchero filato e popcorn, ma non le vanno.

Il biglietto è grande come una carta da gioco. Su un lato c’è l’immagine di un lemure, con sotto le parole Lemur catta. Sull’altro lato c’è scritto Animalia, Chordata, Mammalia, Primates, Lemuridae. C’è una breve spiegazione delle cause che hanno portato all’estinzione del lemure in Madagascar: l’habitat è stato distrutto dagli incendi, gli alberi sono stati abbattuti per produrre carbone vegetale e, in ogni caso, la popolazione dei lemuri era stata abbondantemente decimata dalla caccia. Il colpo di grazia, comunque, l’hanno dato i mutamenti climatici globali.

Nova è la prima a entrare nel furgone. È occupato quasi per intero da un’unica grossa gabbia, dentro la quale tre lemuri saltano tra piante e tronchi finti. Il pavimento è ricoperto di segatura. Tutti e tre gli esemplari sono femmine, perché sul biglietto ci sono i simboli . Ne ha visti tanti, in passato, di quei biglietti. A casa ne ha un intero mazzo. Sono ricordi preziosi degli animali che ha fatto in tempo a vedere prima che scomparissero.

I tre esemplari sono lunghi un metro abbondante dal muso nero fino alla punta della coda. Oltre la metà della lunghezza è costituita dalla coda ad anelli bianchi e neri. Gli animali saltano nervosi avanti e indietro al di là della rete e la guardano con gli occhi marroncini. Lei si domanda quanto siano consapevoli della loro situazione. Più di quanto sono in grado di dimostrare, pensa. E sa che tra un anno o due sentirà il pling dell’applicazione della IUCN, l’ultimo saluto di questa specie un tempo così numerosa.

Gira un breve video dei lemuri con il suo terminale. Mentre esce dal furgone bianco, le viene incontro un padre che tiene per mano due bambini trepidanti. Hanno ciascuno un cono di carta pieno di popcorn. Dopo che avranno ammirato quegli animali esotici, forse il padre comprerà loro anche lo zucchero filato. Non capita tutti i giorni l’occasione di salire su un furgone bianco.