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Quando tornò in sé, Anna era seduta su un pouf blu davanti alla finestra. Si sentiva sfinita. Eccola tornata indietro nel tempo, al punto di partenza, settant’anni prima. Il mondo era come un guanto che poteva rivoltare e usare da entrambe le parti. Era due persone. Aveva sedici anni nel 2082 e avrebbe compiuto sedici anni l’indomani.

Il giorno dopo era già il suo compleanno!

In piedi davanti alla finestra, si sfilò l’anello e iniziò a giocherellarci. Il rubino era d’un colore che veniva definito «sangue di piccione»: rosso vivo, ma con una sfumatura di blu. Anna ne vedeva l’incantevole riflesso nel vetro. Era un cosiddetto rubino stellato, sulla cui superficie risplendeva una stella mobile a sei raggi.

Conosceva bene la storia dell’anello fino a circa cent’anni addietro. Ma aveva sentito anche aneddoti che andavano molto più in là nel tempo. La vecchia zia Sunniva aveva raccontato alla famiglia che era originario della Persia, mentre la pietra veniva dalla Birmania…

*

Si sedette al computer e digitò www.arkive.org. Un attimo dopo era nel suo sito preferito: Images of Life on Earth, che raccoglieva milioni di immagini, file audio e video della vita sulla Terra.

Per prima cosa vide una foto di Sir David Attenborough e una lince iberica. Ora poteva scegliere tra migliaia di piante e animali. Poteva trovare informazioni sull’habitat di una determinata specie e paragonarne l’estensione odierna con quella del passato.

Molti ecosistemi si erano già rimpiccioliti e sempre più corridoi tra le zone sane finivano per essere tagliati. Un tempo in Africa, per esempio, numerose specie di piante e animali erano diffuse pressoché in tutto il continente, da est a ovest, mentre adesso si trovavano solo qua e là, in quel che rimaneva delle originarie foreste africane. Lo stesso discorso valeva per l’Europa, l’Asia e l’America. La differenza, forse, stava nel fatto che in Europa la distruzione della biodiversità aveva avuto inizio prima che negli altri continenti. Nelle zone centrali europee erano quasi spariti i grossi predatori. Solo in Norvegia erano stati abbattuti più di cinquemila orsi dal 1856 al 1893.

Anna scrisse «Hominidae» nel campo di ricerca e si ritrovò a scegliere tra le sei specie di scimmie antropomorfe: due di scimpanzé, due di gorilla e due di orango. Quattro erano minacciate e due gravemente minacciate, secondo la IUCN. Dunque, tutti gli ominidi della Terra erano minacciati o gravemente minacciati. Con gravemente minacciati si intendeva che la specie correva il rischio estremo di estinguersi nel giro di qualche decennio, con minacciati che il rischio era soltanto «molto alto». Grazie mille. Soltanto molto alto.

Aprì alcuni filmati. Erano le stesse immagini che aveva visto sullo schermo sul soffitto quando si era trovata dall’altra parte del guanto. Ma in quel caso, appena qualche decennio dopo, si trattava di specie estinte una volta per tutte. Per il momento restava ancora qualche speranza. C’erano ancora, infatti, esemplari che vivevano liberi in natura, in una manciata di colonie isolate, dove gli ecosistemi originari erano riusciti a mantenere un’esistenza di nicchia.

Allo stesso tempo, l’uomo era diventato il mammifero più diffuso del mondo. Attualmente nessun’altra specie di mammiferi contava un numero di individui più alto dell’Homo sapiens. Ma tutto tornava, ovvio: era proprio l’uomo a minacciare di estinzione i suoi parenti più prossimi, non solo perché le foreste venivano abbattute e gli ecosistemi andavano persi, ma anche a causa della caccia e della pesca di frodo.

Diede un’occhiata anche ad alcuni dei grandi predatori. Molte specie erano a rischio come gli ominidi. Nel corso degli ultimi cento anni la diffusione geografica della tigre era diminuita del 93 per cento. Ma la riduzione della biodiversità non riguardava naturalmente solo gli ominidi e i grossi predatori. Migliaia, forse centinaia di migliaia di piante e animali erano a rischio semplicemente perché vasti ecosistemi erano stati distrutti o avevano subito cospicui ridimensionamenti, a causa, tra l’altro, dei mutamenti climatici antropogenici.

Lanciò un’altra occhiata al rubino. Da quando l’anello era stato donato alla zia Sunniva, la natura aveva subito un drammatico disincantamento. E da lì a cento anni come sarebbe stata la situazione?

Anna si era quasi dimenticata dell’altro regalo di compleanno, ma a quel punto prese lo smartphone nuovo dal comodino e lo accese. Aveva ricevuto un SMS, il primo in assoluto su quel telefono, e naturalmente era di Jonas:

Sei sveglia Anna? Mi chiami?

Si sentì la coscienza sporca: in fondo aveva promesso di chiamarlo non appena si fosse alzata.

Ciononostante rispose:

Sono molto occupata, Jonas. Questioni di portata cosmica. Ma ti chiamo presto.

Dopo pochi secondi arrivò la risposta:

Ok. Fai con calma. Poi mi dirai delle questioni di portata cosmica.

Sullo smartphone erano già installate diverse applicazioni di giornali online e altri media. Con un tocco aprì un quotidiano e passò subito a uno dei titoli principali:

ANCORA NELLE MANI DEI RAPITORI. Ester (foto) è ancora tenuta in ostaggio in Somalia. Ieri mattina ha lasciato l’aeroporto internazionale di Mogadiscio dov’era arrivata in qualità di coordinatrice di un progetto umanitario con un grosso carico di aiuti alimentari. Insieme a lei c’erano un cooperante americano e uno egiziano, oltre agli autisti locali dei cinque camion carichi di provviste. I tre rappresentanti del Programma alimentare mondiale sono ora nelle mani dei sequestratori… La drammatica carestia nel Corno d’Africa fa seguito al tragico periodo di siccità dell’anno scorso. Migliaia di persone sono morte di fame e un numero altissimo di rifugiati ha lasciato le zone colpite dalla carestia in cerca di salvezza… La situazione politica ha senza dubbio contribuito alla sofferenza della popolazione, ma la comunità scientifica non può più escludere che simili catastrofi naturali siano dovute ai mutamenti climatici provocati dall’uomo…

Anna guardò la foto della donna norvegese rapita. Avrà avuto all’incirca trent’anni. Ma non l’aveva già vista? L’aveva forse incontrata di persona? Magari una supplente in decima classe? O l’aveva solo sognata?

Le era già capitato di essere presentata a persone che non aveva mai incontrato prima, ma che era sicura di aver sognato. Ed era giunta alla conclusione che fosse più saggio non rivelarlo troppo presto a una persona appena conosciuta. Adesso non se ne usciva più con frasi del tipo: «Che buffo conoscerti dal vivo, ti ho già incontrato in sogno!»