Capitolo Quarantaquattro
Oh mio Dio! Ho dormito qui! Con lui! Nel suo letto! E devo alzarmi per andare a lavorare! E Felix deve uscire! Accidenti!
Sembra che qualcuno abbia dormito nel posto accanto. Ozzie è stato qui tutta la notte e io non me ne sono nemmeno accorta? Wow. Il sesso mi ha davvero stesa.
Butto le gambe giù dal letto e mi guardo intorno. Spero che Ozzie abbia portato fuori Felix con Sahara. Altrimenti dovrò fare un po’ di pulizie.
C’è una porta davanti a me che non è quella che conduce in corridoio. Sarà meglio che sia quella del bagno, perché per niente al mondo passerò nella zona della cucina con il rischio che i miei colleghi mi sorprendano con l’aria di una che si è appena rotolata nel fieno. Due volte.
Sorrido mentre recupero dei vestiti dai cassetti che mi sono stati assegnati ed entro in bagno.
Caspita. Questo sì che è un bagno. Marmo, vetro e metallo si fondono nel grande spazio per creare un’oasi di benessere. Mi lavo prima i denti, nel caso in cui Ozzie arrivasse e mi venisse vicino. Non voglio che mi scarichi perché ho l’alito di un drago.
La doccia, grande abbastanza per diverse persone, ha tre soffioni separati con vari tipi di getti. Uso i prodotti di Ozzie per il corpo e i capelli, che non comprendono il balsamo. Presumo che non lo usi su quegli spuntoni che chiama capelli. Anche se sono stupita che non gliene sia rimasto da quando aveva quella barba. Senz’altro usava il balsamo su quel disastro.
Un rumore dietro di me mi distrae dal ricordo del nido per uccelli che gli decorava il volto. Mi giro e trovo proprio Ozzie, vestito e pronto per il lavoro. Ha persino già indossato gli anfibi.
Incrocio le braccia sul petto, imbarazzata. Di sicuro userò questa scena per una fantasia, una sera, quando sarò annoiata e sola. Io, nuda e bagnata. Lui, il mio capo, lì in piedi tutto muscoli. A proposito di essere sexy.
«Buongiorno» esordisce.
«Buongiorno.» Sono intimidita, il che è ridicolo, considerato quello che abbiamo fatto la notte scorsa, ma non riesco a controllare quello che provo. Perché ieri sera è venuto a dormire senza svegliarmi? Almeno ha dormito nel letto con me? E se avesse dormito nella branda? Il pensiero mi rende triste. Sarebbe come un rifiuto.
«Riunione tra 15 minuti.»
«15?» Mi sbrigo a risciacquarmi i capelli. «D’accordo.» Spero che non si aspetti che sia splendida. Non sono certo una di grandi pretese, ma 15 minuti non sono un tempo sufficiente per compiere un miracolo. «Felix è a posto? Avrei già dovuto portarlo fuori.»
«Sta bene. È uscito con la sua ragazza.»
Sorrido ma non dico niente. Non voglio che Ozzie pensi che gli sto facendo pressioni perché chiami me la sua ragazza, anche se niente mi renderebbe più felice. Chiudo l’acqua ed esco dalla doccia. Ozzie mi porge un asciugamano, caldo perché era appeso a un radiatore a muro.
Lo tengo stretto contro di me e scaccio l’acqua dagli occhi battendo le ciglia. Il calore dell’asciugamano mi penetra nella pelle, rilassandomi. Non ho motivo di essere nervosa, giusto? Possiamo anche non essere una coppia, ma siamo stati intimi. Sono un’adulta. Ho abbastanza fiducia in me stessa da superarlo, qualunque cosa sia, nella buona e nella cattiva sorte.
Cavolo! Perché mi stanno passando per la testa i voti nuziali? Ho perso del tutto la ragione?!
«C’è qualcos’altro?» chiedo, domandandomi perché sia ancora lì a guardarmi. Che Dio mi aiuti se sa leggere nella mente.
Si sporge verso di me e mi bacia la guancia. «No.» Si volta e inizia a uscire dal bagno.
Il mio corpo si sta scaldando, non solo per l’asciugamano, ma anche per il suo tocco, anche se era casto quanto può esserlo un bacio accanto a una doccia.
«Ozzie?»
Si ferma con la mano sulla maniglia della porta. «Sì?»
Non so cosa dire, ma mi sento di dover dire qualcosa. Qualunque cosa.
«Grazie. Di tutto.»
Lui gira solo la testa per guardarmi. «Tutto?»
Non riesco a bloccare il sorriso che si impossessa di me. No, non di nuovo la vergine non-vergine. È assurdo, ieri sera abbiamo fatto sesso non una, ma due volte. «Sì, tutto. Per avermi permesso di stare qui, per esserti preoccupato per me, per Felix, per… il programma in televisione. Tutta quella roba.»
Lascia la maniglia e torna davanti a me.
Alzo gli occhi su di lui. Sto sclerando perché è così vicino e tutto vestito, mentre io sono nuda e bagnata. Stiamo per fare di nuovo sesso? Mentre tutti ci aspettano per la riunione e noi sospiriamo, gemiamo e gridiamo in estasi?
Mi tira contro di sé, intrappolandomi le braccia contro il petto, l’asciugamano tra di noi a impedire che le cose si facciano troppo serie.
«Grazie di tutto a te.» Sorride per un secondo. «Per tutta quella roba.»
«Non sarà strano?» chiedo, mentre i primi semi del dubbio si insinuano in me. Che cosa penserà la squadra? Mi odieranno per principio perché sono andata a letto con il loro capo la prima settimana di lavoro?
Lui scuote piano la testa. «Non deve esserlo.» I suoi occhi verdi sono limpidi e gentili. Sembra molto sicuro di sé.
«Cosa pensi che diranno gli altri?»
«Non penso che diranno qualcosa. Perché dovrebbero? Hai passato la notte qui per motivi di sicurezza. L’ha suggerito Thibault.»
«Oh. D’accordo.» Significa che non si comporterà in maniera diversa con me di fronte agli altri, anche se siamo stati a letto insieme. Non devo sentirmi triste, infatti è meglio che nessuno sappia che cosa facciamo dopo il lavoro. Devo solo sopprimere la sciocca scolaretta in me che vuole camminare per i corridoi tenendosi per mano. «Bene.»
«Non preoccuparti» dice, il viso privo di espressione.
«Non sono preoccupata.»
«Sembri preoccupata.»
«Non lo sono.»
«Hai un tono preoccupato.»
Corrugo la fronte. «No. Sto bene.»
«Ti ho fatto un’omelette.»
«Davvero?» Mi sto scaldando di nuovo. «L’hai fatta per tutti?»
«No, solo per te.»
Rimane lì, lasciando che io recepisca le sue parole. Dal modo in cui mi guarda, giurerei di poter dire che ci tiene. Altrimenti perché avrebbe cucinato un’omelette tutta per me? Qualcosa che assomiglia molto all’amore mi affluisce al cuore e si impossessa di me.
Lui si abbassa e io lascio cadere l’asciugamano così posso gettargli le braccia al collo e dargli il bacio che si merita.
La sua lingua e la mia ricominciano la danza, quella che abbiamo iniziato e perfezionato ieri sera. Le sue mani calde mi abbracciano la schiena. La situazione si scalda in pochi secondi. Gemo mentre le sensazioni prendono il sopravvento. Sto già immaginando che mi pieghi sopra il lavandino e che si prenda le sue libertà con me, quando lui mi allontana.
«Riunione. Devo andare.»
Mi lascia lì, di nuovo in quella posa da manichino sexy. Ha raggiunto la porta quando io riesco a parlare.
«Ozzie?»
«Sì?»
«Mi piaci.»
Spalanco la bocca per lo stupore e raccolgo l’asciugamano dal pavimento per stringermelo addosso. Provo un totale odio per me stessa, per essere così sentimentale. Ehi, ma che cavolo? Perché non riesco a tenere alcuni pensieri per me? I suoi baci sciolgono fin troppo la mia forza di volontà e la mia lingua.
«Anche tu mi piaci, Bo Peep. Ma non pensare per un solo secondo che ciò ti garantirà un allenamento più leggero, oggi.»
Sorrido come una pazza nell’asciugamano, pregando che lui non mi stia guardando. Non posso proprio controllarmi. Quando ritrovo la padronanza di me, mi tolgo l’asciugamano dalla bocca e mi ci asciugo la pancia. Ho paura di scostarmelo dal petto ed espormi, sciocca non-vergine che non sono altro.
«Oggi ci alleniamo?» chiedo, aspirando a sembrare disinvolta e spensierata.
«Ci puoi scommettere.»
Immagini di Dev con la spada mi balenano in testa. «Dev mi aspetta fuori per attaccarmi?»
«Penso che tu stia per scoprirlo.» Apre la porta ed esce, lasciandomi in bagno da sola.
Il mio cuore fa le capriole. Gli piaccio anch’io! E mi allenerà ancora e mi permetterà di stare nel gruppo! Allargo le braccia e giro in tondo. È stato un errore, perché ho i piedi ancora bagnati e il pavimento è di marmo. Scivolo e mi sorreggo a stento. Ora anche l’adrenalina scorre. Quasi spero che Dev sia lì fuori per un altro di quegli stupidi attacchi a sorpresa. Sarò completamente pronta per lui. Kiai! Mossa di judo!
Finisco di prepararmi a tempo di record, uscendo dalla porta della sua camera dopo 15 minuti esatti dalla sveglia. Sì, baby. Sto davvero affrontando questa mia nuova vita alla grande.