15
«Hai un aspetto terribile.» Ellie entrò con disinvoltura nella sua camera da letto per prepararsi per il turno di notte. «Oppure è solo perché non hai messo il mascara?»
«Entrambe le cose.» Alison cercò di sorridere.
«Alison…» Ellie esitò per la prima volta. «Capisco che tu e Nick…beh, sembrate entrambi piuttosto tristi.»
Per quanto avessero cercato di tenerlo nascosto, ovviamente Ellie lo sapeva. «Suppongo che sia finita… Lo è da sempre.»
«Mi dispiace» disse Ellie. «Sono stata io a cacciarti in questa situazione.»
«Io mi ci sono cacciata» ammise Alison.
«Puoi parlarne con me.»
«Lo so, ma non mi va ancora.»
«Venerdì è il suo ultimo giorno di lavoro, partirà domenica. Pensavo solo che volessi saperlo…»
«Giovedì e venerdì sono i miei giorni liberi» considerò Alison, «e oggi sono in malattia. Non lo vedrò mai più.»
Ed era difficile dirlo, o peggio ammetterlo, e non poteva davvero parlarne con Ellie, avevano personalità così diverse: Ellie, leggera e disinvolta, e lei, così seria. Era stata una stupida a pensare che questa relazione sarebbe stata diversa.
Sorprendentemente, fu Rose a confortarla, portandole il pranzo e sedendosi per un po’ sul suo letto.
«Sono andata a trovare Anna» esordì sua madre, «quella terapista del dolore…»
Alison rimase in silenzio mentre Rose continuava a parlare. «Ero scioccata da ciò che era successo, che potessi sconvolgerti…» Cominciò a piangere ed Alison le prese la mano. «Avevo già Tim quando avevo la tua età e, nonostante ciò che dissi a tuo padre, lui non è stato veramente il primo.»
Alison era scioccata, specialmente quando Rose continuò.
«O il secondo.»
«Basta così!» sorrise Alison.
«Ti ho trattenuta per il mio egoismo e tu sei stata una figlia meravigliosa, Alison… ma anche tu devi vivere la tua vita. Anche tu ti stai trattenendo.»
«No.» Alison scosse il capo e Rose, come faceva spesso, le parlò con franchezza. «Che sta succedendo con Nick?»
«Parte domenica» le confidò Alison. «Abbiamo litigato.» Fece un respiro profondo. «Mi ha chiesto di andare in Asia con lui, viaggiare insieme, solo per qualche settimana. Ma non è così semplice.»
«Puoi permettertelo?» le chiese Rose, ed Alison era così orgogliosa e sollevata di poter avere quella tanto attesa conversazione reale con sua madre.
«Si è offerto di pagare» disse Alison.
«Dovrai fare alcuni vaccini…»
Alison scosse la testa. «Non è solo per i soldi, mamma. Non voglio più sentirmi così nelle prossime settimane. Voglio solo che finisca, che lui vada via.»
Alison non riuscì nemmeno a piangere perché improvvisamente dovette attraversare velocemente la sala e dirigersi verso il bagno, mentre Rose aspettava fuori, preoccupata.
«Forse è stato il pane tostato» dichiarò sua madre.
E Alison non rispose, si chinò sul gabinetto e chiuse gli occhi, perché non erano state le uova strapazzate a farle male, e non erano sua madre o i soldi a impedirle di seguire il suo cuore, non era neanche lei.
Non poteva fare i vaccini e partire.
Non poteva affatto.
Di questo era quasi sicura.